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documenti:razza-chianina:selezione

5-SELEZIONE

Per quanto riguarda la selezione, ci è parso di vedere, nelle diverse fonti consultate, una certa dose di superficialità. Invece di dare al lettore informazioni approfondite, alcune penne si sono affrettate a sponsorizzare “qualcuno”; quando poi a scrivere è stato lo stesso selezionatore, non si è risparmiato in elogi verso se stesso.
Qui, però, ci interessa mettere in luce ciò che è realmente accaduto, lasciando le conclusioni al lettore.
Personalmente 1) ho affrontato l'argomento selezione, per la prima volta, con Luciano Roghi. Questi mi disse che, secondo le sue informazioni, le prime selezioni furono fatte nelle fattorie di Bettolle dei signori Passerini e Puccio Prefumo. A conferma di ciò mi passò una rivista del 2005 prodotta dall'Associazione Amici della Chianina di Bettolle, nella quale si parlava del dottor Ezio Marchi e soprattutto di due sue attività che mi colpirono molto.

Dott. Ezio Marchi 2)

Egli, difatti, ebbe un'idea importantissima, quella di creare, con la collaborazione dell'ingegnere Vannuccio Vannuccini e del Conte Massimo Di Frassineto, un libro genealogico della razza chianina. In alcuni documenti si legge che questo venne realizzato nel 1900, ma in altri si sostiene che invece non sia stato portato a compimento. L'altra importante attività del dottor Marchi fu l'analisi accurata che egli condusse sugli animali giovani allevati in stabulazione fissa.3) Purtroppo questo grande zooiatra morì prematuramente nel 1908, a soli 39 anni, e non poté portare a termine i progetti che aveva appena iniziato.
Non ce ne vogliano gli amici bettollini, ma, senza voler togliere loro i meriti che hanno, ci pare che, in alcuni articoli della rivista sopra citata, siano stati, oltre che eccessivamente campanilisti, un po' frettolosi, perché aver misconosciuto il lavoro svolto in tutto l'Ottocento per il miglioramento della razza chianina ci è parso ingeneroso. Per esempio, in un articolo della stessa rivista si parla del lavoro importante svolto, per la selezione della chianina, dal Professor Renzo Giuliani presso le fattorie di Bettolle.
Abbiamo letto dell'importante lavoro svolto nelle fattorie di Bettolle per la selezione della razza chianina (tra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30) dal Prof. Renzo Giuliani. Questi sostiene che qui ci fu la prima selezione e che addirittura fino ad allora non esisteva un Libro Genealogico della razza.
Nella sostanza sappiamo che ciò non corrisponde al vero.
Senza nulla aggiungere e lasciando il giudizio al lettore si rimanda al capitolo “Il miglioramento della razza chianina e come conseguirlo” rintracciabile a questo indirizzo 4) tra i documenti integrali che abbiamo voluto digitalizzare. Alle pag. 11 e 12 si legge chiaramente che alla fattoria di Abbadia dei Bastogi, grazie anche alla collaborazione dell'agente Ciuffi, si è istituito da due anni il libro genealogico…

Anche in ciò che scrive Lucia Mazzetti:«La sua selezione 5) ebbe inizio verso la fine del 1880…», ci pare d'intravvedere un'adesione acritica alle tesi accennate sopra. E poi:«La fattoria della Fratta fu una delle tre aziende 6) scelte per la formazione dei primi nuclei di selezione. Il primo toro capostipite fu Drago 77, nato il 6 aprile 1933, discendente da Trento, uno dei più famosi tori della razza Chianina.
Tra i tori più importanti della fattoria si ricordano: Giogo, cui si deve la nascita di 503 vitelli tra il 1954 e il 1961, Donetto, detentore del record di peso vivo, kg 1780, e poi Drago, Vaglio, Tecnico, Moderno, Bando e Druso 7) 8)
».

Citazione Lucia Mazzetti

A causa dell'indisponibilità della copia dei Quaderni Sinalunghesi citati precedentemente, riportiamo di seguito il testo integrale.

La razza Chianina

È una tipica razza italiana tra le più antiche e pregevoli, supera per taglia tutte le altre tanto che il 'gigantismo' è la sua caratteristica principale. La sua selezione ebbe inizio verso la fine del 1880 quando: «… un'accolta d'intelligenti agricoltori si unì per fondare una Società che mirasse a dar nuova vita all'industria della nostra valle, fu deciso che uno dei principali doveri, dovesse essere la fondazione e la compilazione dell'Herd-Book o 'Libro Genealogico' della nostra razza bovina. Anche questo libro, sia detto fin d'ora, non è di fine a se stesso: nessun tornaconto vi sarebbe a spendere tempo, denaro, attività, per mettere giù in carta roba inutile. Il 'Libro Genealogico' deve essere uno dei mezzi più validi, una delle armi più utili, per perfezionare il nostro bestiame. Io non faccio carico ai dubbiosi e agli scettici: però sarò loro obbligato se vorranno tendere l'orecchio un momento; se avranno la forza di reprimere la loro avversione o la loro sfiducia, se vorranno giudicare spassionatamente avanti di continuare a trincerarsi nel campo di una ostilità passiva, senza della quale il nostro cammino sarebbe più sicuro e veloce.» (E. Marchi, 'Relazione sull'indirizzo necessario per il miglioramento razionale della razza bovina di Val di Chiana', Firenze 1901).
Il 'Libro Genealogico' fu istituito nel 1933. Commissioni tecniche, su incarico del Ministero dell'Agricoltura, stabilito lo 'standard' di perfezionamento, procedettero all'identificazione degli animali morfologicamente migliori, alla loro marcatura e iscrizione al 'Libro'. Furono costituiti quindi, i nuclei di selezione con l'intento che dovessero essere questi a fornire tutti i tori necessari all'area di allevamento.
Due anni dopo il Ministro dell'Agricoltura e Foreste con D.M. 7 agosto 1935 fissava le caratteristiche della Razza Chianina (vedi specchietto pagina accanto).
La fattoria della Fratta fu una delle tre aziende scelte per la formazione dei primi nuclei di selezione. Il primo toro capostipite fu Drago 77, nato il 6 aprile 1933, discendente da Trento, uno dei più famosi tori della razza Chianina.
Tra i tori più importanti della fattoria si ricordano: Giogo, cui si deve la nascita di 503 vitelli tra il 1954 e il 1961, Donetto, detentore del record di peso vivo, kg 1780, e poi Drago, Vaglio, Tecnico, Moderno, Bando e Druso.

Lucia Mazzetti, La Fratta nel sistema della fattoria in Toscana, in 'Quaderni Sinalunghesi' Anno VII nº 1 - settembre 1996.

Gli aspetti più interessanti, invece, di questi metodi innovativi di selezione furono il controllo dei pesi e la la creazione dei nuclei di selezione.

Il padre della chianina

Per fare chiarezza senza sminuire il valore di nessuno

Di Ezio Marchi qualcuno ha scritto che è stato il padre della razza Chianina.
Sappiamo però che già nel 1857 un toro della Fattoria Acquaviva fu portato in mostra a Firenze e che nel 1875, sempre a Firenze, il toro di nome "BONTÀ", del quale oltre tutto si conosceva la genealogia, appartenente a Ricasoli-Bastogi fu premiato con medaglia e denaro.
Forse quel giudizio sul Marchi è esageratamente benevolo.
Io credo 9) che se sono successe queste cose già prima del '900 fu perché degli uomini lavoravano consapevolmente per la qualità di questi animali. Siccome nel 1875 Ezio Marchi aveva solamente sei anni, mi sembra poco riconoscente nei confronti di chi lo ha preceduto dire che egli sia il padre della Chianina. Senza nulla togliere a tutti coloro che faticavano nelle stalle e che erano i veri responsabili della qualità degli animali, ci basta citarne due tra i cosiddetti tecnici che allora dovremmo definire i nonni della Chianina:

Renzo Giuliani

1935 LIBRO GENEALOGICO

Libro genealogico->Archivio Giordano Cioli

Entra in vigore il LIBRO GENEALOGICO della RAZZA

Da questo anno 12) tutti gli animali, maschi e femmine, iscritti al Libro Genealogico vennero tatuati con una marca (numero e sigla della provincia dove nascevano). Il tatuaggio veniva fatto all'interno dell'orecchio.
Ad ognuno fu dato il proprio nome partendo da una lettera iniziale che cambiava ogni anno.
Furono prese 19 lettere dell'alfabeto escludendo la Q e la Y, J, K, H, X, W perché rendevano difficoltoso iniziarci un nome. Nel 1935 iniziarono con la lettera L, 1936 la M, ecc. La L si rivedrà nel 1954.
Perché iniziarono con la L non riesco a spiegarmelo; andrebbe chiesto ai geni di allora. Comunque era più importante la marca del nome.
Un altro genio si fece notare nel 1992: i nomi iniziarono di nuovo con la lettera B e per la gioia degli allevatori venne inserita la Q (QUI, QUO, QUA) che non lasciava tanta scelta.
Ma la mamma dei geni è sempre incinta: il campione nazionale senior della razza chianina dell'anno 2002, nato nel 1998 si chiamava ISONZO DE'CHIARI marcato IT004FI001C034, di Proprieta F.lli Atanasi - PG.
Oggi gli animali non vengono più tatuati, anche perché per farlo con un numero del genere sarebbe un'impresa. Ai vitellini giovani (maschi e femmine), con un'apposita macchinetta, viene attaccato all'orecchio un cartellino di plastica dove è scritta la marca.

Il LIBRO GENEALOGICO NAZIONALE della RAZZA CHIANINA non si differenziò in maniera sostanziale da quello adottato nel 1921 nella Fatt. Abbadia. La differenza più appariscente fu la marca numerata nell'orecchio e il nome, con la lettera iniziale mutevole ogni anno 13).
In realtà più che di un libro si trattava di un disciplinare, dove erano elencati certi parametri.
Quindi i soggetti che venivano selezionati se rientravano in questi parametri venivano iscritti nel libro genealogico.
Per chi non superava l'esame non c'erano alternative.
Tre cose venivano controllate con particolare attenzione:

  1. le forme.
  2. L'incremento giornaliero, ossia il peso.
    Il ministero dell'agricoltura, allora, investiva qualcosa in favore degli allevatori.
    Gli animali venivano pesati tutti i mesi, dalla nascita al 12° mese e ogni 2 mesi dal 12° a 24° mese.

Vedi: Documento integrale pag.7/23

Controllo del peso

Il peso veniva registrato da un controllore dell'ispettorato dell'agricoltura che dagli anni '40 agli anni '70 del secolo passato, nella Val di Chiana Senese, fu il Signor Ivo Morelli. Questi era un grande intenditore di bestiame e dispensò consigli molto utili agli allevatori. Morelli fu una figura molto importante per lo sviluppo della razza e nel controllo dei pesi era molto fiscale. Ricordano che se qualcuno si presentava con un soggetto che aveva mangiato da poco egli rifiutava di registrargli il peso. Se l'accompagnatore insisteva, il Morelli pesava l'animale ma al peso faceva seguire la tara 15).

Abbiamo inserito le tre foto seguenti per far capire al lettore con quale accuratezza si lavorava in una certa epoca; le foto figure 1 della scheda, possiamo dire che era la carta d'identità del bovino.
La scheda in questione apparteneva a un soggetto seguito fino a 6 anni.
La foto figure 2 della tabella, permetteva di sapere i pesi medi all'età tipiche 16) di quattro razze bovine.
La foto figure 3 consentiva di conoscere il peso medio dei bovini, da 1, a 24 mesi.

Poter visionare l'incremento giornaliero del peso era molto importante per gli allevatori che dovevano acquistare un animale per vita 17). Siccome questi animali ritrasmettono, quasi al 100% le proprie caratteristiche, l'allevatore sapeva con certezza cosa comprava, senza farsi abbindolare dalle chiacchiere di chi vendeva.
Se poi i pesi riportati nella scheda venivano confrontati con i pesi medi,vedi tab., vedi tab. {{ref>breno}} si poteva capire se un soggetto era più o meno valido.
Avendo parlato di pesi, è chiaro, che la validità riguarda la produzione di carne.

Esempio toro Breno a mesi 15

<table breno>

Breno a mesi 15 era il 15,51% in più rispetto al peso medio della razza.
Calcolo della Percentuale in confronto al peso medio della razza
Il peso, registrato nella scheda a mesi 15 era kg 670 -
Il peso medio della razza a mesi 15 era kg 580 =
Peso del soggetto sottratto al peso medio kg - 90
kg 90×100 9000
Kg 9000/580 +15,51%

</table>

sceda_diritto_.jpgFig. 1: Da "La Razza Chianina"- Fig.6-SCHEDA del Toro BRENO 378 AR

Fig. 1: Da La Razza Chianina- Fig.6- SCHEDA del Toro BRENO 378 AR

Da catalogo Mercato-Concorso di Macerata 1974, tabelle pesi medi a l'età tipiche di 4 razzeFig. 2: Da catalogo Mercato-Concorso di Macerata 1974, tabelle pesi medi a l'età tipiche di 4 razze

Fig. 3: PESI MEDI fino al 1956Fig. 3: PESI MEDI fino al 1956

Fig. 4: PESI MEDI dal 1957

Punteggio

Agli animali veniva dato un punteggio morfologico.

Scheda 1934
Scheda 1953
Scheda 1959
Scheda 1961

BASCULA AL TORRIONE

Prima che venissero installate le Bascule gli animali di grossa taglia non venivano pesati.
Gli animali piccoli dopo essere stati imbracati venivano sollevati e il peso veniva effettuato con delle grosse STADERE.

Al Torrione nell'annata agraria 1876-1877 esisteva una Bascula dalla portata di 35 quintali.

Doc. 51- Acquisto e collocazione in località Torre di una bascula della portata di kg.3500 per un costo di lit. 600 costruita dal sig. Butini? Di Siena. 18)

Dopo 11 anni venne modificata e la sua portata arrivo a 50 quintali.

Annata Agraria 87-88.
Carteggio. Sostituito il ponte a bilico per una portata di kg 5000. Ritirato il vecchio per lire 300 dalla ditta Butini di Siena.

Annata Agraria 89-90.


Non è dato a sapere se la Bascula era fissa o mobile comunque era posizionata al piano terra nell'angolo est del Torrione.
L'ex colono Niccolò Castellani si ricorda che veniva usata per pesare qualsiasi cosa: dalla legna, all'uva, agli animali.
L'addetto al controllo dei pesi generalmente era la guardia Eliseo Caleri.
Anche il bestiame veniva pesato con questa Bascula; la registrazione dei pesi veniva effettuata dai controllori dell'ufficio zootecnico di Siena.
Questo avvenne fino al 1950 quando il Torrione fu ristrutturato e il piano terra venne adibito a stalla per i tori da riproduzione. Quindi la Bascula veniva usata all'esterno.
Parlando con Camillo Salvadori, classe 1928, ex mezzadro del podere Fuga 1, ho saputo che fino al 1950 circa la bascula era collocata nel Cantinone (cosi veniva chiamato comunemente, il piano terreno del Torrione).
Nel 1950 la bascula fu spostata in una capanna del podere Fuga 1.
Quando doveva essere usata veniva trasportata nello spiazzo tra i poderi Fuga 1 e Santa Elisabetta. Quindi si trattava di una bascula mobile.
In seguito di Bascule fisse alla Fila ce n'erano due: una alla Torre e una davanti al Pod. S. Leopoldo.
Intorno alla metà degli anni 60, l'Associazione allevatori di Siena, distribuì diverse Bascule nella nostra zona. Una di queste fu collocata in località Fonte al Giunco presso l'abitazione del coltivatore diretto Mozzini Armando. Un'altra in località Sciarti al Podere Casa dell'Ortolano, di proprietà dei F.lli Roghi. Questa iniziativa aveva lo scopo di facilitare i piccoli allevatori nel peso dei propri animali.

CASOTTO BASCULA al TORRIONE Via La Fila.
BASCULA al TORRIONE Via La Fila.
CASOTTO BASCULA davanti al Pod. S. LEOPOLDO Via La Fila.
BASCULA davanti al Pod. S. LEOPOLDO Via La Fila - La marca di questa Bascula è la stessa di quella acquistata da Ricasoli - Bastogi nel 1876.

Anni 50 Torrione soggetti al pesoArchivio Ciuffi
Anni 50 Torrione soggetti al pesoArchivio Ciuffi
Anni 50 Torrione soggetti al pesoArchivio Ciuffi
Anni 50 Torrione soggetti al pesoArchivio Ciuffi

Al raggiungimento dei 24 mesi gli animali non venivano più pesati; facevano eccezione quelli iscritti al Mercato Concorso.

FOTO CARTOLINA POSTALE SOGGETTI DELLA VAL DI CHIANA SENESE

TORI OLTRE 1600 kg

I tori di razza chianina che hanno raggiunto un peso superiore a 1600 kg sono stati 7: Vedi: Tori oltre 1600 kg.( Correzione: nel toro Fallo la foto non è di Fallo ma di suo figlio Lionello.)

Tori di razza chianina che hanno raggiunto un peso superiore a 1600 kg, peso registrato in catalogo
Toro Q.liMesiGiorniData Mercato-ConcorsoProp.Incremento giornaliero kg
Donetto 1777 SI17,457124 2-5-1955 M. P. StazioneS.Polo 0,778
Fallo 1134 SI16,305623 19-4-1956 M. P. StazioneEredi Ciuffi Italo 0,918
Gano 132 SI16,506208 18-4-1957 ArezzoF.lli Baiocchi 0,847
Grampo 515 AR16,407907 5-5-1959 ArezzoBudini Gattai Enrico 0,645
Lionello 2607 SI16,507103 27-4-1960 M. P. StazioneEredi Ciuffi Italo 0,742
Tallurino 18485 SI SI16,155222 4-7-1984 Bastia UmbraBecattini Annunziata 0,978
Arodato 108000 PG16,104412 25-8-1988 Bastia UmbraConestabile di Staffa 1,159
Gano 108725 AR16,105103 5-3-1995 Bastia Umbra Vanni Ottorino e F.lli 1,007
Faraone 106808 LI16,055121 1-9-2000 Ponte a Tressa (SI)Cicconofri Piero 0,992
Fisone 133515 SI16,607019 23-3-2002 Bastia UmbraBosi Antonio e Carlo 0,751
Angelo Di Moglie IT05499014397416,405207 1-4-2016 Bastia UmbraLombardi Ilio 1,003
Cè IT05499017302916,405119 7-4-2018 Bastia UmbraF.lli Luchetti Marco e Matteo 0,692
Inno IT05499024933716,504018 1-4-2022 Bastia UmbraF.lli Luchetti Marco e Matteo 1,301
Tori di razza chianina che hanno raggiunto un peso superiore a 1600 kg, peso non registrato in catalogo
Toro Q.liMesiGiorniData Mercato-ConcorsoProp.Incremento giornaliero kg
Gigante 118444 AR15,605422 23-3-2002 Bastia UmbraVanni Ottorino e F.lli 0,909
Gigante raggiunse kg 1660 lo conferma l'attendibile allevatore Vanni Ottorino.

Percentuale rispetto al peso medio della razza 1.

Dei tori e dei torelli iscritti nei Mercati Concorso.

Diagramma
Mercati-Concorso Periodo Media delle Percentuali
N°81946-1954+15,28%
N°81957-1964+15,67%
N°71965-1974+11,65%

Percentuale rispetto al peso medio della razza 2.

Dei figli di tori iscritti in maggior numero nei Mercati Concorso.

Diagramma
Mercati-Concorso Periodo Media Percentuale
N°8 1946-1954 +14,95%
N°8 1957-1964 +15,09%
N°7 1965-1974 +16,05%

Tenuta LA FRATTA Misurazione dell'altezza al garrese con lo squadro 19)
Misurazione della circonferenza toracica.

video_archivio_storico_luce.jpg

L'altezza veniva misurata con lo SQUADRO, la lunghezza e la circonferenza toracica con la FETTUCCIA.


1) , 9) Vladimiro Menchicchi
2) Prof. Ezio MARCHI Nacque a Bettolle il 28 Giugno del 1869 da Rosalia Bernardini e da Francesco Marchi, noto veterinario della zona. Fin da giovanissimo, forse grazie anche all’influenza paterna, dimostrò una grande passione e predisposizione per le materie scientifiche (Foto n° 254). A 16 anni, dopo aver frequentato la Scuola Agraria di Montepulciano e l’Istituto Tecnico d’Arezzo, s’iscrisse all’Università, prima alla Scuola Veterinaria di Perugia, poi a quella di Zooiatria di Pisa dove si distinse per il suo ingegno vivace, colto, avido di sapere e per il carattere libero, indipendente. Il 28 Giugno 1889, a soli 20 anni, si laureò con il max dei voti e lode (Foto n° 255), iniziando la sua brillante e intensa carriera nel settore zootecnico come veterinario a Sinalunga. Nell’Ottobre del 1889 fu chiamato dall’Ing. Vannuccini, Direttore dell’Istituto Agrario Vegni, ad insegnare Zootecnia (Foto n° 256 e n° 257) agli studenti della “Scuola pratica d’Agricoltura”. Qui rimase fino 1897, lasciando una traccia indelebile del suo operato. Nell’Ottobre del 1897 pur avendo, meritatamente, vinto il concorso per la cattedra di Zootecnia all’Università di Torino non riuscì mai ad occupare quel posto perché, per ragioni oscure e poco lecite, il suddetto concorso venne annullato. Nel Novembre dello stesso anno 1897 l’Istituto Superiore Agrario Sperimentale di Perugia, apprezzando i suoi meriti, gli conferì l’incarico di docente di Zootecnia, E zoognosia ed Igiene (Foto n° 258). Nel capoluogo umbro passò quasi tutta la sua vita d’insegnante, di studioso e d’instancabile ricercatore, fatta eccezione per il breve periodo (1900-1902) che trascorse alla Regia Scuola “Zanelli” di Zootecnia e di Caseificio di Reggio Emilia e nella Scuola veterinaria dell’Università di Parma. La scelta di insegnare in queste Scuole fu motivata dal fatto che avendo queste un cospicuo deposito di animali gli consentivano di poter controllare coi fatti le teorie scientifiche per trarne un serio giudizio sull’accettabilità o meno di esse. Nel 1903 vinse il concorso a professore straordinario alla Regia Scuola Superiore d’Agricoltura di Milano, ma preferì anche in questo caso restare a Perugia dove, nello stesso anno, fu nominato, su proposta dell’On. Faina – Presidente dell’Istituto di Perugia – Professore Ordinario di Zootecnia presso la Facoltà d’Agraria (Foto n° 259). Qui scrisse numerose pubblicazioni, frutto delle sue ricerche e sperimentazioni, grazie alle quali rese onore alla Patria facendo apprezzare la Zootecnia italiana in Europa (Germania, Svizzera, Francia, Ungheria, Serbia, …). Oltre confine riscosse il plauso di illustri specialisti zootecnici come Lydtin, Kraemer, Duerst, Boucher, Dechambre, Lesbre. Nonostante la fama che raggiunse in poco tempo, conservò intatta la virtù della modestia che solo i saggi posseggono. Sua dote caratteristica fu quella di saper trasferire le cognizioni teoriche acquisite con la ricerca e la sperimentazione nel campo pratico. Il Prof. Marchi amava infatti moltissimo rimanere a contatto con gli allevatori sia per spiegare loro le nuove tecniche di allevamento e sia rispondere alle loro domande. Il suo motto era “allevare razionalmente per produrre economicamente”. Nei suoi discorsi agli allevatori usava paragonare gli animali ad una macchina: così come gli ingegneri meccanici sono chiamati a perfezionare le macchine in modo da ottenere la max produttività col minimo dispendio d’energia, anche negli animali dobbiamo operare un miglioramento genetico in modo da selezionare quegli individui che meglio trasformano il foraggio (combustibile) in latte, carne e movimento. Incrementando la produttività animale si abbasseranno i costi di produzione con beneficio sia per i redditi degli allevatori che per le tasche dei consumatori che potranno acquistare a prezzi più bassi la carne migliorando la loro alimentazione e sconfiggendo certe patologie come la pellagra. In una delle sue ultime conferenze il Prof. Marchi ribadiva che “in tutti i tempi, in tutti i luoghi la miseria e la floridezza di un popolo è collegata alla miseria e alla floridezza del bestiame allevato”. Della sua intensa attività ne trassero giovamento tutti gli allevatori italiani ed in particolare quelli della sua valle natia: la Valdichiana. Qui si adoperò moltissimo per il miglioramento della razza autoctona Chianina, istituendo il Libro Genealogico e curando la prima mostra dei riproduttori che si tenne il 4 Giugno del 1900 a Foiano. Per questi motivi il Prof. Marchi è riconosciuto da tutti come “il padre della razza Chianina”. Nel 1907 il Ministero dell’Agricoltura lo incaricò del miglioramento della pastorizia in Eritrea in modo da ridurre il peso economico di questa Colonia sul bilancio economico dello Stato italiano. Nella Colonia Eritrea il Prof. Marchi (Foto n° 260) vi rimase da Febbraio del 1907 fino a Settembre dello stesso anno, percorrendola, in mezzo ai più grandi disagi, in lungo e in largo, studiando le razze domestiche e suggerendo il da farsi per migliorarne la produzione. Per la sua onestà e rettitudine, unita all’indipendenza del carattere, il Prof. Marchi fu chiamato, nel Dicembre 1904, ad amministrare il Collegio degli Orfani dei Sanitari Italiani, che in quel tempo attraversava un periodo di crisi dovuta ad una cattiva gestione. Nell’Aprile del 1905 fu eletto vice-Presidente dal Consiglio di Amministrazione di questo pio asilo e tenne tale carica fino alla sua morte. Instancabile fu la sua attività divulgativa, oltre alle sue innumerevoli produzioni scientifiche collaborò in moltissime riviste quali: il Moderno Zooiatro di cui fu nel 1908 redattore capo; l’Italia Agricola e il Giornale di Agricoltura della Domenica; il Dizionario veterinario del Prof. A. Vachetta; il Iahrbuch fuer Wissenschaft und pratiche Tierzucht, Leipzig;….; che si onorarono di pubblicarne gli scritti. Fin dai tempi universitari il Prof. Marchi manifestò una profonda fede politica socialista che mantenne immutata e mai nascosta fino alla morte. Non desiderò tuttavia cariche politiche anche perchè la sua attività di docente e di ricercatore gli lasciava poco tempo libero. Nel 1907 fu comunque eletto Consigliere Provinciale di Siena per il P.S.I.. All’interno del Partito svolse un ruolo più di tecnico che di vero politico: in ogni caso il suo carattere fiero e indipendente lo fece sempre fuggire da accomodamenti e compromessi. Il 28 Aprile del 1907 fu nominato Cav. dell’ordine della Corona d’Italia. Il Prof. Marchi fu molto amato ed apprezzato dai veterinari, di cui si vantò essere stato collega (dal 1892 al 1894 come Veterinario condotto di Sinalunga), tanto che fu eletto, Presidente della loro Organizzazione Professionale (U.V.I. = Unione Veterinari Italiani). Nell’Aprile del 1908 l’emerito bettollino, all’apice della sua carriera, accettò la cattedra di Zootecnia alla Scuola Veterinaria dell’Università di Bologna ma questo incarico rimarrà incompiuto poiché la morte lo colse prematuramente. Infatti il 25 Luglio dello stesso anno, a soli 39 anni, in quel di Scandicci (FI) il Prof. Marchi morì a causa di una meningite purulenta conseguente ad una otite, lasciando sgomenti il padre Francesco, la moglie Pia Marignani e le figlie Ada e Gina. Il 27 Luglio 1908 si svolsero a Bettolle, suo paese natale, i funerali con rito civile ai quali parteciparono Autorità politiche, rappresentanze del mondo Accademico e tutti coloro che lo avevano conosciuto ed ammirato. Un lungo corteo accompagnò commosso il feretro al cimitero per dare l’ultimo saluto al Prof. Marchi. Per onorare la memoria di quest’illustre concittadino fu costituito un “Comitato Pro-ricordo Ezio Marchi” che fece scolpire dallo scultore Prof. Pietro Guerri di Firenze un monumento che s’innalza ai bordi di Piazza Vittorio Emanuele e che fu inaugurato il 2 Ottobre 1911 (Foto n° 261). Questo monumento reca un busto in bronzo del Marchi con sotto la scritta “A Ezio Marchi, instauratore della zootecnia scientifica in Italia”. Al centro troviamo una grande targa bassorilievo di bronzo nella quale è compendiata la sua vita consacrata alla scienza, all’educazione dei lavoratori e alla rivendicazione dei loro diritti. Nelle due facciate laterali troviamo nella parte destra (guardando frontalmente il monumento) la scritta: “Apostolo del socialismo in Val di Chiana”, in quella sinistra “Esempio di carattere e rettitudine”. Sempre a Bettolle è stato fondato ed è attivo il “Circolo Culturale Ezio Marchi” avente il compito di conservare tutta la ricca documentazione scientifica lasciata da quest’illustre bettollino per renderla fruibile dalle generazioni presenti e future.
Estratto→https://www.isisvegni.edu.it/wordpress/i-personaggi-illustri-dellistituto-vegni/
3)
Analisi Estratto da La valle del Gigante bianco, Bettolle 2005
5) della chianina
6) A noi risulta invece che le aziende fossero Quattro. Stranamente si tende a dimenticare il lavoro del Dott. Luatti.
7) LUCIA MAZZETTI, La Fratta nel sistema della fattoria in Toscana,in 'Quaderni Sinalunghesi' Anno VII nº 1 - settembre 1996. Per una lettura integrale della fonte →http://www.tenutalafratta.it/la_chianina.html
8) Sito citato attualmente non più disponibile
10) LA RAZZA CHIANINA (1953) “IST. ZOOTECNICO DELL'UNIVERSITÀ FIRENZE” Prof.RENZO GIULIANI. “IST.AGR.COMP.PER LA TOSCANA - FI” Dott.P.G.BUIATTI.
11) , 14) Estratto da→LA RAZZA CHIANINA (1953) “IST. ZOOTECNICO DELL'UNIVERSITÀ FIRENZE” Prof.RENZO GIULIANI. “IST.AGR.COMP.PER LA TOSCANA - FI” Dott.P.G.BUIATTI.
12) 1935
13) come scritto sopra
15) Questo particolare mi è stato raccontato dal Sig. Silvano Martini, figlio del toraio della S.A.M.I.G., azienda di Acquaviva
16) Peso a mesi 6, 12, 18, 24
17) Per vita, in gergo, significava che in seguito avrebbe fatto il riproduttore o la fattrice
18) Estratto da→Faldone A.C.1876/1877
19) Estratto da→La valle del Gigante bianco, Bettolle 2005.
documenti/razza-chianina/selezione.txt · Ultima modifica: 22/03/2023 02:37 da miro