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appunti:giulio

Area appunti di Giulio Fè.

Regia cointeressata tabacchi

Commissione parlamentare d'inchiesta

APPUNTI FALDONE 1865- 1866 (Giulio Fè)

Il faldone si presenta ben conservato con i documenti numerati in ordine cronologico. Vi è (almeno per me) una certa difficoltà nella lettura e quindi nell'interpretazione di alcuni dati in quanto la scrittura è molte volte illeggibile e quando è leggibile ci sono molti vocaboli non più di uso corrente e quindi per me sconosciuti appartenenti probabilmente ancora all'italiano volgare (non vorrei dire fesserie) così come molte lettere dell'alfabeto che si confondono con altre vedi ad esempio la s con la f.

- Contrariamente a quanto si può pensare il vero padrone della Fattoria o perlomeno quello riconosciuto sembra essere il Barone Ricasoli. Infatti tutte le ricevute ovvero le pezze di appoggio su semplice carta bianca( non so se ancora esistevano le fatture e/o ricevute commerciali) sono quasi nella totalità intestate a Sua Ecc, Signor Barone Bettino Ricasoli, Padrone della Fattoria dell'Abbadia in Val di Chiana. - Il primo agente(fattore) era tal Lisi Giovanni, non è dato sapere se svolgeva già la sua funzione con la vecchia proprietà- Era molto probabilmente illetterato come sembra risultare dal alcune frasi a lui da altri riferite, tanto sembrerebbe vero che su tutte le ricevute si fa riferimento a tal GIOVACCHINO TORRISI 0 TURRISI che era il Ministro di Fattoria che provvedeva con la sua firma alla quitanza.

Come da nota delle “grasce” nel 1865 nelle terre dei poderi della fattoria si coltivavano: Grano, Prati, Orzo, Avena, Fave, Granturco, Miglio, Segale, Ceci, Lino, Veccia, Fagioli, Canapa, Patate. Dalla nota delle “terre a mano” alcuni lavori per cui si ricorreva a mano d'opera esterna: Potatura gelsi negli stradon lit 0, 84 al giorno Raccolta spighe di grano lit. 0, 56 al giorno( da un'annotazione Gemma Feci, sua sorella e Lucia Bernardini) Lavorare con i manzi lit. 1,68 al giorno Semina a mano 0, 58 al giorno Bollitura dell'uva la notte? Vangare gelsi a mano lit 0, 84 al giorno Piantare gelsi, oppi, olmi e portare opici al canale maestro, se a braccia lit 0, 84 coi buoi 1,68 Rimettere limoni lit 0, 84 al giorno Fare le forme lit 0, 84 al giorno Lavorare al piantumaro lit 0, 84 al giorno Rivoltare sughi(letame) lit 0, 84 Portare sughi coi buoi lit 1,68 Sfossare il grano lit 0, 84 Vaglino + donna che passa il grano Segantini lit. 1,68 Legnaiolo quello che prepara i legni per i tini e le botti Nel 1865/1866 vi era un discreto allevamento ovino che dai dati dei greggi per podere risulterebbe per i fabbisogni familiari .La rendita da cacio venduto è in quell'annata agraria di lit. 1866, 11. I maggior produttori Fuga 2 e San Francesco. Vi erano 4 grandi prati dove si produceva fieno per tutti i coloni- Prato di Fattoria, Prati delle Padulecchie, Prati della Torre, Prati del Chiaretto. Nel 1865 tutti i coloni e mezzaioli allevavano il baco da seta.. Il 27 luglio 1865 veniva distribuita ai coloni carne di un vitello morto a San Luigi alit. 0, 28 la libbra, così anche il 14 ottobre per un vitello del Menchicchi. Da una nota dell' 8 ottobre 1865 vengono in più riprese “levati” dai coloni con i carri decine e decine di migliaia di mattacchioni, mezzane, docci, e tegole dalla fornace Tiezzi. Infatti nell'anno 1866 da vaie annotazioni risultano ristrutturati i seguenti poderi: SAGGINALI, FUGA1, FUFA2 PORTICCIOLO 1 E 2 AIOLA 1, 2 E 3, FERRETTI, S.CRISTINA, S.FERDINANDO, S.FRANCESCO, S.GIOVANNI, S.LUCIA, S.LEOPOLDO, S.PIETRO NUOVO, S.PIETRO VECCHIO, SCIARTI 1 E 2, STRADA, STRINGAIE, CASA DELL'ORTOLANO, S.VITTORIO, CHIESA DI SCIARTI, CATENA- Nel 1865 viene contratta una polizza incendi con durata 7 anni con le Assicurazioni Generali per un valore di lit 150.980, 00 in cui sono assicurati tutti i poderi + gli annessi+ attrezzature, paglia, fieno e strami - Il premio annuo di lit. 387, 51 da ridistribuire al 50% ai coloni. Nel 1865 i Sigg. Bastogi e Ricasoli muovono causa verso l'amministrazione idraulica. Da nota, nel 1865 c'erano in tutta la fattoria 2726 gelsi che davano 213700 kg di foglia Nel 1865 il raccolto fu di staia 2.246.025-( uno staio kg 15) In quegli anni la trebbiatura veniva chiamata battitura e l'azienda possedeva una macchina battitrice a vapore. Da una nota del 1865 (non tanto leggibile) risulterebbero: 415 bestie vaccine, 31 cavalli o somari, 367 pecore, 818 maiali In una nota intitolata “ Ristretto del vitto somministrato ali esteri” dell'annata agraria 65/66 a sottolineare la meticolosità con cui veniva curata l'amministrazione di fattoria, tra le varie voci dei pasti, colazione- desina - cena ai vari mercanti di passaggio, operai, artigiani ecc, vi è una chiamata singolare: 1 colazione, 1 desina, 1 cena al Barone Bettino Ricasoli. Nella motivazione, arrivo e pernottamento ad Abbadia. Nella carta intestata del comune di montepulciano c'è questa dizione: COMUNE CHIUSO DI MONTEPULCIANO. Il consorzio agrario si chiamava COMIZIO AGRARIO DI SIENA Si procede ad uno scasso al podere Porticciolo 1 per la rotta del Salarco Il Maestro di Casa Ricasoli a cui tutti dovevano far riferimento per tutta la corrispondenza era Federico Nezi Il sotto agente di fattoria era certo Migali Il terzomo era Pietro Valenti Il bilancio del primo anno si chiude con una rendita di lit, 96.013, 15. A bilancio vengono portate la prima rata del prezzo pagato per l'acquisto di lit. 233.168, 17 + gli interessi pagati alla tesoreria per lit 46.633, 63 Nel conto di amministrazione aperto presso la CASA Bancaria M.A. BASTOGI E FIGLIO DI LIVORNO vengono versati in contanti lit. 242.342, 17 contro uscite per lit 241.523, 14 per un saldo attivo di lit. 819, 03

FALDONE 1866/1867

1- Inserto- Contiene le note e i documenti per le spese della battitura a macchina anno 1866- Il totale delle spese per il funzionamento della macchina trebbiatrice era dato dal costo e trasporto della legna (per la produzione del vapore), del macchinista, del falegname del fabbro.. ecc. L'importo totale delle spese veniva diviso per le staia di grano complessive di tutta la tenuta, dopodiché, ottenuto la spesa a singolo staio, veniva ripartita ad ogni mezzadro a secondo delle staia di raccolto del podere. Questi i poderi a mezzadria

-AIOLA 1° -AIOLA 2° -AIOLA 3° -CATENA -FERRETTI -FUGA 1° -FUGA 2° -PORTICCIOLO 1° -PORTICCIOLO2° -SAGGINALI -S.CARLO -SANTA CRISTINA -SAN FERDINANDO -SAN FRANCESCO -SAN GIOVANNI -SANTA LUCIA -SAN LEOPOLDO -SAN PIETRO VECCHIO -SAN PIETRO NUOVO -SCIARTI 1° -SCIARTI 2° -STRADA -STRINGAIE -SAN VITTORIO

Oltre ai mezzaioli o luogaioli:

CASA ORTOLANO LUOGAIOLO LA FONTE LUOGAIOLO LA FORNACE LUOGAIOLO DI GRACCIANO LUOGAIOLO DI VALIANO Oltre alla TERRE A AMANO Nell'anno 1866 il maggior produttore di grano fu il podere Santa Cristina con 1250 staia di grano 2- Nota del bestiame morto nell'anno 1866/67 Morti 9 capi di bestiame per un costo totale di L.1089 3- Notula delle funzioni spese e copie fatte e respettivamente commesse dal dottor Giuseppe Gaeta per conto dei Sigg S.E Barone Bettino Ricasoli e Conte Pietro Bastogi. Si tratta di spese per consulenze per disbrigo pratiche generalmente presso gli uffici del Demanio 4- Nota delle funzioni copie e spese dovute a Mr. Marco Biondi Procuratore di Arezzo di S.E. Il Barone Bettino Ricasoli relative all'affitto delle terre di Valdichiana e quanto altro. 5- Parcella dovuta al procuratore legale di Montepulciano dott. Giugni. Tra le diverse prestazioni, da notare quella riferita alla stesura degli atti per disdette ai coloni Contemori e Falciani. 6- Giornate di vitto da rimborsare alla Cassa d'Amministrazione e addebitarsi nei seguenti titoli. Vitti somministrati agli esteri. Sono annotati con tanto di motivazione tutti gli ospiti che hanno soggiornato consumando i pasti alla Fattoria dell'Abbadia. 7- Nota dei consumi di famiglia di fattoria e poveri dal 31 maggio 1866 al 31 maggio 1867. Vi è riportata la contabilità dei consumi di famiglia per l'intera annata agraria, riguardanti le staia di grano, granoturco, macinati, fagioli, barili di olio e vino nonché tutte le offerte ai poveri sia in contanti che in natura. 8-Note delle prime e ultime raccolte anno 1866 Nello schema ci sono riportati i quantitativi dei vari semi( grano, g.turco, tiglio di canapa, tiglio di lino), delle noci e delle patate raccolti nei poderi e la loro ripartizione tra padrone e mezzadro. 9- Tenuta dell'Abbadia- Assicurazione contro gli incendi delle case coloniche, capanne, pagliai-Prospetto di riparto tra contadini e padrone della spes relativa. Il maggior premio era pagato dal podere Fuga 1 Lit. 15, 80- L'assicurazione era contratta con Le Assicurazioni Generali in Venezia. 10- Legnami da costruzione- Nota del legname consumato ai restauri delle nostre fabbriche nell'anno 1866-67 Furono restaurati i poderi Aiola 3, Sagginali, San Ferdinando Fuga 2, S.Pietronovo, S.Francesco, Casa di Fattoria, Fornace, San Giovanni San Leopoldo, San Pietrovecchio, Sciarti 1, Sciarti 2- Come da sottonota n 106, molti legnami di diverse qualità, olmo, pioppo, gelso, noce, venivano ricavati dal taglio di piante della fattoria. 11- Copia del Saldo del colono Francesco Falciani già lavoratore del podere Sagginali della Tenuta dell'Abbadia dal 1 giugno 1866 al 31 maggio 1867. Ci sono riportati il conto stima e il conto corrente della famiglia Falciani del podere Sagginali destinatari di disdetta padronale- Al momento dell'abbandono del podere avevano un debito residuo di lit. 162, 53 e1/2 la cui metà verrà messa a debito nel conto corrente di tal Fumi, probabilmente il nuovo colono dei Sagginali . 12- Straccetto dei bestiami nati e morti dal 31 maggio 1866 al 31 maggio 1867- Vi sono elencati podere per podere i capi di bestiame nati e morti nell'annata agricola. 13- Inserto voluminoso con copertina rosa senza titolo. Documenti più importanti all'interno: n°4- nota dei lavori fatti da tal Alessandro Mezzerelli per restauro carrozza. n° 5-Nota della nostra metà cacio 1866-Tutti i poderi(24) avevano il gregge dei luogaiol solo quello di Valiano. n°6- Il 31 luglio 1866 il parroco Don Gaetano Dingacci riceve lit. 28 dall'agente della tenuta per uso cappella di Sciarti n°7- Nota delle opere a braccia e colle bestie a falciare, rivoltare, abbarcare il fieno a terre a mano nell'anno 1866. La paga giornaliera era di cent. 84 a braccia e lit. 1,68 con le bestie. n° 11- sono due lettere ricevute quitanzate dal maestro di casa Ricasoli Federico Nezi, una di lit. 2000 l'altra di lit. 3000 dove si attesta di ricevere queste somme versate da Enea Contini all'agente di fattoria Giovanni Lisi tramite tal Ferdinando Sguazzini .Non c'è motivazione dei versamenti. n° 12- Nota spese per rifacimento stalla e tetto al podere Fuga 2 n.° 13- nota spese restauro granaio al pdere Porticciolo. n°18- Nota opere impiegate a potare i gelsi e affascinare legna dei medesimi- Paga cent. 0, 84. n22-23- note della seta nostrale e della seta giapponese al netto dei coloni e socci anno 1866- Da notare che mentre la seta nostrale veniva prodotta da solo 17 poderi e 18 socci, la seta giapponese si produceva in 27 tra poderi e mezzaioli e da 61 socci. 1866-Poderi e mezzadri AIOLA - BENNATI AIOLA 2 - MARCHI AIOLA 3 - CASINI CATENA - CASTELLANI FERRETTI - PUCCI FUGA 1 - BASTREGHI FUGA 2 - PALMERINI PORTICCIOLO 1 - CALDESI PORTICCIOLO 2 - TERROSI SAGGINALI - FALCIANI SAN CARLO - NANNOTTI SANTA CRISTINA - CASSIOLI SAN FERDINANDO - BASTREGHI SAN FRANCESCO - TAMAGNINI SAN GIOVANNI - MENCHICCHI SANTA LUISA - PETTI SAN LEOPOLDO - BIAGIOTTI SAN PIETRO NUOVO - BENNATI SAN PIETRO VECCHIO - FANCIULLI SCIARTI 1 - GHEZZI SCIARTI 2 - MOZZINI STRINGAIE - SONNATI SAN VITTORIO - TRABALZINI LOGAIOLO DELLA FONTE LOGAIOLO DELLA FORNACE LOGAIOLO DI VALIANO CASA DELL'ORTOLANO n°48- Da un avviso di pagamento dell'imposta sui terreni e fabbricati del comune di Montepulciano, annotiamo che sindaco di Montepulciano nel 1866 era Ascanio Samueli n°51- La foglia di gelso era talmente abbondante che oltre a soddisfare l'esigenze dell'intera produzione aziendale veniva anche venduta a terzi n°69- Nota dei Patti colonici - n° 77- Ricevuta del camarlingo comunale di Montepulciano della tassa del pane del 1 semestre 1866.-Da ricordare che tale tassa provocherà sul finire del secolo una sollevazione di popolo in tutta Italia, più nota come “i moti del pane”, con l'assedio dei comuni e la repressione nel sangue da parte dei battaglioni della morte che, dopo le giornate di Milano, semineranno terrore e morte nel resto della penisola. n°79- Note spese effettuate per medicinali uso bestiame alle farmacie di Valiano e Vincenti di Montepulciano- Dalle note risulta che i medicinali venivano addebitati per intero al mezzadro. n°87- Nota agnelli cunsumati dai coloni il giorno di Pasqua del 1867- Solo in 9 poderi fu ucciso l'agnello- n°94- Nota per attorature fatte dai tori della Fuga 1- Nell'anno 1866 furono fatte 437 attorature. n° 96- Nota delle opere a scassare alla Fornace-? n°°97- Nota opere segantini a segare oppi e olmi nell'anno 1866- 229 opere per lit. 1,68 a coppia -Lit 272, 72 n°103- Nota delle pecore morte dal 31 maggio 1866 al 31 maggio 1867- Da osservare che la pecora veniva addebitata interamente al mezzadro se questi non portava in fattoria la pelle- n° 104- Nota del vino somministrato ai coloni- Tre tipi di vino: acquato, vino buono, vino stretto inferiore- n°108- Nota ceci venduti- Da questa nota risulta che uno staio di ceci veniva venduto a lit, 4, 20 al compratore all'ingrosso. Possiamo dedurre che con l'aumento del prezzo al dettaglio molto probabilmente l'acquisto di un Kg. di ceci corrispondeva quasi ad una giornata di lavoro che veniva pagata in quell'anno sugli 80 cent. circa. n° 114- Ricevute pagamento salario annuale alla Fattorezza Giuseppa Bigazzi, e al Sottofattore (nome indecifrabile) e a certo Pietro Valenti probabilmente terzomo o guardia. n° 121- Nota delle opere per restauro del podere Porticciolo 1 n° 122- Nota delle opere per restauro podere San Pietro Nuovo n° 123- Nota delle opere per restauro podere San Francesco n°-125-Nota delle opere per restauro dello stabile di fattoria n° 126- Spese di restauro della casa della Fornace n° 127- Nota delle opere restauro podere Sagginali n° 128- Nota delle opere per restauro del podere Ferretti n° 129-Nota delle opere per restauro del podere San Carlo n° 130- Nota delle opere per restauro podere San Pietro Vecchio n° 131- Nota delle opere per restauro del podere Aiola 1 n° 132- Nota delle opere per restauro del pdere Strada n°133- Nota delle spese per restauro del podere San Leopoldo n°134- Nota delle opere per restauro del podere Santa Cristina n° 135- Nota delle opere per restauro del podere San Ferdinando n° 135- Nota delle opere per restauro del podere Fuga 2 n° 136- Nota delle opere per restauro del podere Fuga 1 n° 137- Nota delle opere per restauro del podere Sciarti 1 n° 138- Nota delle opere a colmare un campo nel podere di Catena n° 139- Nota delle opere per restauro del podere San Giovanni n° 145- Nota di impianto nuove coltivazioni della vite- Messe a dimora piante di testucchi e barbatelle di vite- E' l'inizio d' impianto della vite in tutti i poderi della fattoria. Infatti negli anni a seguire tutti i poderi avranno la loro vigna. n° 149- Nota opere a ristringere uno stradone nel podere di San Francesco aumentando il terreno seminativo- n° 152- Nota opere restringimento stradone nel podere Aiola 2 per aumentare il terreno seminativo. n° 153- Nota opere a colmare la Foenna vecchia nel podere Aiola3 n° - - Nota pagamenti diversi fatti alla Sig. Pannilini per lit 8160, 66 in conto dei terreni acquistati-anno 1867.

14- Inserto in foglio protocollo con la sola intestazione “Abbadia”- Ci sono lettere di corrispondenza tra la M.A. BASTOGI E FIGLI-LIVORNO e Casa Ricasoli . In una di queste lettere di difficile comprensione data la pessima scrittura sembra esserci una diatriba tra la banca Bastogi e Casa Ricasoli circa lo smarrimento di alcune cedole di obbligazioni intestate al Cav. Vincenzo Ricasoli .(fratello del Barone?)

15- Nota del grano sfossato e portato nel granaio nell'anno 1866. Ci sono elencate 31 fosse con la quantità e il tipo di grano Callega, Gentile, Vittorio di ognuna.

16- Nota del bestiame in essere al 31 maggio 1867-Conto stima

FALDONE 1867/1868

1- Inserto “Documenti Generali 1867-1868-

Documenti più importanti all'interno:

  • n° 2- Nota carne di un bove morto e dato ai nostri contadini a cent 28 la libbra- Elenco dei 24 poderi a mezzadria . Ogni podere 34 libbre di carne per lit 9, 52- In misura minore ai luogaioli.
  • N°-3- Nota foglia di gelso venduta alla fattoria di Acquaviva dai nostri sottoposti
  • n°-7- Ricevuta di pagamento di lit. 80, oo del sellaio Lodovico Giannelli
  • n° 8- n° 19- Ricevute di pagamento all'amministrazione del canale maestro per imposizioni anno 1866 intestate alla Sig.ra Pannilini Agnese di Mario- L'mposizione gravava sui terreni posti nei circondari del Fossatello di Greppo e Fuga Vecchia ed il Torrente Foenna Montepulcianese
  • n° 20- Atto privato di pagamento e quitanza (lit. 33, 39)con radiazione d'ipoteca stipulato nell'8 agosto 1867- tra- Il Sig.Giovanni Lisi Agente di S.E il nobile Sig. Barone Bettino Ricasoli di Firenze e del nobile Sig. Conte Pietro Bastogi di Livorno-E- la Nobile Sig.ra Agnese Pannilini nei Guarguaglini di Montepulciano- Molto probabilmente si trattava di radiazione di ipoteca da alcuni possedimenti Pannilini acquistati da Ricasoli-Bastogi insieme alla Fattoria.
  • n° 21- Rivevuta di pagamento senserie per bovi ed altro bestiame di tenuta ai sigg. Pasquoni Michele Angelo e Domenico Petti per gli anni 866-867 da ripetere, prosegue la ricevuta, sui conti stima di tutti i coloni. Si presume quindi che se la spesa dei sensali era distribuita a tutti i coloni pagavano anche coloro che probabilmente non avevano usufruito del servizio. (Patti colonici?).
  • n°-30- Due lettere con cui certo operante Bertini Luigi tramite la guardia giurata Mazzoni Ferdinando richiede il pagamento di lit. 35 quale compenso per aver guardato(sorvegliato) il fieno degli argini del Salarco dal 15 aprile al 20 maggio 1867.
  • n°-31- Nota di riparto alla spese di macchina della trebbiatura anno 1867- Il costo per il mezzadro era di cent. 18, 27 a staio. Nel 1867 il maggior produttore di grano con 1228 staia fu il podere Santa Luisa-
  • n° 31 bis- Nota trasporto legna della macchina anno 1867- Si compone di diversi allegati con l'elenco dei viaggi con i buoi ed altre opere fatti dai mezzadri per portare la legna alla macchina trebbiatrice. I viaggi sono 180 circa . La paga 1,68 al giorno- Scrittura privata per acquisto di 50 prese di bosco ceduo da tagliare tra Giuseppe Cianferoni agente dei Sigg. Mieli della tenuta del Castelluccio venditori, e l'agente Lisi della Fattoria dell'Abbadia in rappresentanza dei Bastogi-Ricasoli acquirenti-Il prezzo totale di lit. 800 con porto franco nel piazzale di Sant'Agnese a Montepulciano dove la legna veniva accatastata e prelevata dai mezzadri della fattoria dell'Abbadia
  • n° 38- Ricevuta per acquisto dalla ditta A.ferdinando Lippi -Sellaio- di un finimento per cavallo da calesse per lit. 75. Notare che briglie, sottopancia imbraca, costavano quanto 9 mesi di stipendio di un operaio che nel 1867 era di cent. 84 al giorno.
  • n° 42- Nota del guano dispensato ai sottoscritti lavoratori anno 1867 a cent. 12, 67 a libbra- (una libbra =300 gr. ndr) Il guano veniva acquistato dalla Fabbrica di Guano, Sistema Inglese di Giuseppe Bock e Comp- in Empoli-
  • n° 68- Nota entrate e uscite capponi dei patti del 1867-1868-
  • n°-74- Ricevuta di lit 201, 60 del sig. Raffaello Costantini (domatore ndr) per domatura sei cavalle dei coloni + una di fattoria.
  • N°76- Nota dei Patti Colonici dell'annata agraria 1867-1868- Dal calcolo emerge che i patti colonici stabilivano tra l'altro che ogni mezzadro doveva ogni anno dare al padrone : 6 dozzine di uova a cent 42 la dozz. Un numero di fascine( probabilmente di gelso ndr) a seconda la grandezza del podere, da un minimo di 400 circa a un massimo di 700, al prezzo di lit 4, 20 ogni cento, più una quota fissa di contanti uguale per tutti di lit. 17, 64 a mezzadro.
  • N° 88- Ricevuta della Amministrazione delle tasse e del demanio per somme dovute dalla Fatt. dell'Abbadia per i prodotti ricavati dagli argini demaniali del Salarco- Gelsi, fieno, erbe-(Vedi copia allegata ).
  • n° 104- Nota spese bucato e nota spese alla guardaroba e ripulire- Il costo del bucato era dato dalle spese per sapone e opere della lavandaia. Le altre spese erano per spazzare, comprare luminelli per lucernine, pulire i cristalli.
  • N° 109- Nota spese delle medicine per gli impiegati di fattoria fatte alla Farmacia Mangini di Torrita di Siena Dal
  • n° 126 al n° 149- Note dei mantenimenti alle fabbriche di Fattorie: Santa Elisabetta, Stringaie, Aiola 2, Fuga 2, S.Giovanni, Sciarti 2, Cappella, Santa Luisa, Fuga 1, S.Vittorio, Catena, Santa Cristina, Sagginali, San Carlo.-
  • n° 156-157-158- Originali delle disdette della Regia Pretura di Montepulciano ai coloni: Fabiano Sonnati Capoccia del podere Stringaie, Giacinto Caldesi capoccia del podere Porticcioli 1, Ferdinando Fanciulli capoccia del podere San Pietro Vecchio.(All.copia)

DISDETTA

Regia Pretura di Montepulciano L'anno milleottocentosessantasette e questo dì 20 del mese di novembre . A richiesta dei nobili Sigg. Barone Bettino Ricasoli e Conte Pietro Bastogi ; possidenti domiciliati il primo in Firenze e l'altro in Livorno e ambedue elettivamente nella casa padronale della tenuta di Abbadia cura di detto nome comune di Montepulciano. Io sottoscritto ufficiale addetto alla Pretura che sopra domiciliato in Montepulciano, ho disdetto conforme disdico a, GIACINTO CALDESI, ed intera sua famiglia colonica di cui esso è il capoccia domicialiato in cura dell'Abbadia comune di Montepulciano, la colonìa del podere detto Porticciolo primo, facente parte della Tenuta dell'Abbadia di proprietà degl'Instanti, posto in cura dell'Abbadia comune di Montepulciano e lavorato dal (….) Giacinto Caldesi e famiglia colonica Caldesi- Ho intimato, conforme intimo al detto Giacinto Caldesi ed intera sua famiglia colonica, di lasciare a tutto il febbraio 1868 libero(……) il sopra descritto podere e terre che lo costituiscono, con assegnazione ad essi coloni licenziati, e (…..) al loro capoccia Giacinto Caldesi, del tempo e termine di giorni otto dal dì della notificazione della presente disdetta a dichiarare se la accetta o no, colla comunicazione che superato detto termine senza avere emessa alcuna dichiarazione od opposizione, la disdetta si avrà accettata e sarà contro detto Caldesi e famiglia colonica a suo luogo e tempo e nel caso di inadempienza alla fatta intimazione, proceduto collo sfratto a tutte loro spese. Ho sempre ad istanza che sopra rammentato e contestato, siccome rammento e contesto a detto Caldesi e sua famiglia colonica come non abbiano diritto di far sementi di grano maggiore della consueta, ne sementare foraggi al di la della quantità occorrente al mantenimento del bestiame nel marzo futuro, colla dichiarazione che le raccolte di foraggi che fossero essere prodotti da sementi illegalmente fatte, dovranno ritenersi, come sono effettivamente di pertinenza degli istanti proprietari, salvo il diritto dei medesimi quando lo credessero opportuno di distruggerlo e ridurre il terreno nello stato primitivo, e ho contestato siccome contesto a detto Caldesi e famiglia che non è loro permesso di vendere e comprare e permutare bestiame senza l'espresso consenso dell'Agente dei beni di essi Sigg. Istanti, e tutto(salvo?). La presente disdetta, assegnazione e contestazione ho fatto e faccio al nominato Giacinto Caldesi, capoccia della famiglia colonica lavoratrice nel podere detto Porticciolo primo, mediante rilascio al suo domicilio in copia al presente atto consegnandola in persona di lui stesso. L'usciere.

N°— Inserto -Patrimonio di Bettino di Luigi Ricasoli- Oggetto: Affitto per un quinquennio degli argini del Salarco-

All'interno si trovano alcune lettere di corrispondenza tra i proprietari Ricasoli e Bastogi e la direzione del Demanio di Firenze, più due contratti di affitto degli argini del Salarco. Il primo è datato 1861 e riguarda gli stessi terreni demaniali dati in affito a tal Ferdinando Mazzoni Guardia Giurata del Nuovo Salarco. I terreni demaniali erano estesi per circa 12 ettari tra il Salarco, la gran Serra la proprietà Svetoni il fosso dei Muli e la strada Lauretana con annessa una piccola fabbrichetta composta da magazzini e due stanze abitabili per un canone annuo di lit. 400. Il secondo datato 16 dicembre 1867 e riguarda l'affitto degli stessi terreni dato al Barone Ricasoli per un canone annuo di lit. 581, 70- Sono elencati il luogo preciso il numero e l'età dei gelsi facenti parte dei terreni che gli affittuari potranno sfruttare, nonché gli ettari dei fieni e delle erbe. Il contratto è sottoscritto personalmente con firma in calce dal Barone Ricasoli .

N°- Quaderno(Quinterno) dei pasti somministrati agli estiri 1867-1868- Nella nota degli ospiti in fattoria si evidenzia nei mesi estivi una costante presenza del Barone Ricasoli- Una curiosità riguarda i pasti del Barone che è quasi sempre presente a colazione o cena e mai a quello del giorno. Dalle note raccolta grano 1867

-Poderi - mezzadri e logaioli

  • AIOLA BENNATI
  • AIOLA 2 MARCHI
  • AIOLA3 CASINI
  • CATENA CASTELLANI
  • FERRETTI FUMI
  • FUGA1 BASTREGHI
  • FUGA 2 PALMERINI
  • PORTICCIOLI1 CALDESI
  • PORTICCIOLO2 TERROSI
  • SAGGINALI FALCIANI
  • SAN CARLO NANNOTTI
  • S.CRISTINA CASSIOLI
  • SAN FERDINANDO BASTREGHI
  • SAN FRANCESCO TAMAGNINI
  • SAN GIOVANNI MENCHICCHI
  • SANTA LUISA PETTI
  • SAN LEOPOLDO BIAGIOTTI
  • SAN PIETRO N. BENNATI
  • SAN PIETROV FANCIULLI
  • SCIARTI 1 GHEZZI
  • SCIARTI2 MOZZINI
  • STRADA CONTEMORI
  • STRINGAIE SONNATI
  • SAN VITTORIO TRABALZINI
  • LUOG.FONTE BENNATI
  • LUOG. FORNACE FACCHIELLI
  • CASA ORTOLANO GRILLI
  • LUOG.VALIANO QUINTI
  • LUOG.GRACCIANO TIRADRITTI
  • TERRENI ACQUISTATI- BUI ANGELO E LAZZERINI GREGORIO

Le prime raccolte riguardavano: grano, fave, segale, patate, ceci, lino, orzo, lupini . Le seconde raccolte riguardavano:fagioli, granturco, miglio, seme di canapa, patate, noci, tiglio di lino, tiglio di canape, DAL CONTO STIME ANNO 1868- STIME VIVE: (PER UN VALORE TOTALE IN CONTO STIMA DI LIT. 172.647, 00 c.a) VACCINE CAPI 444 PECORE CAPI 909 MAIALI CAPI 375 DA SOMA CAPI 34 ( CAVALLI E SOMARI) CURIOSITA' In alcuni passaggi degli scritti all'interno del faldone le parole bestie e bestiame venivano scritte (beschie e beschiame) come in effetti pronunciate dai vecchi contadini . Nota personale- Quando nei poderi delle nostre campagne non tutte le famiglie avevano l'orologio e le ore erano scandite dall'altezza del sole, era solito sentir dire dal capoccia al bifolco: c'è un'omo di sole va a governà le beschie!

FALDONE ANNO 1868-1869 ( Giulio Fè)

1- Inserto avente per oggetto : Occupazione di terreni in occasione del campo militare di Foiano-

All'interno ci sono tre lettere di corrispondenza. La prima scritta dal fattore Giovanni Lisi e indirizzata al Comandante le Reali truppe del Reggimento Genova Cavalleria di residenza in Foiano avente per oggetto :” Danni dati ed altro”. Si tratta della richiesta di rimborso danni arrecati ad una vigna di fattoria in seguito ad una sosta di un battaglione di detto reggimento accampatosi nei pressi della Fattoria, oltre al rimborso del costo di alcuni quintali di paglia per 4 cavalli rimessi nelle stalle,alla rottura di un utensile, e al vitto del comandante più 24 ufficiali ed al pernottamento di 6 di loro. La seconda lettera( su carta intestata -Reggimento Genova Cavalleria)- è la risposta del comandate tale Enrico Laugeri, inoltrata direttamente al Barone Rocasoli Senatore del Regno d'Italia. Nella lettera il comandante ripercorre l'iter di quanto successo, assicurando al Barone il risarcimento, ma allo stesso tempo correggendo alcune affermazioni del fattore ,nonché la quantità dei danni arrecati. Curioso il passaggio dove il comandante , nello scusarsi per il disturbo,informa il Barone, diversamente da quanto asserito dal fattore, che l'entrata nella sua casa di Abbadia fu autorizzato dalla Fattoressa Giuseppa. Nel congedarmi prosegue lo stesso, “ Lo ringraziai dell'ospitalità( riferendosi al fattore) e non osando offrirgli una mancia come svolsi qualche volta, per l'imprestito degli utensili da tavola, onde rispettare la suscettibilità, mi rivolsi alla Signora Giuseppa che mi parse più modesta, offrendole un Napoleone d'oro per diividerlo fra i contadini c he si erano prestati pel servizio di casa, ed essa dignitosamente lo respinse dicendomi che non era il caso”. La terza lettera , scritta dal Campo di Foiano, è diretta al fratello del Barone , che da quanto si evince dai vari passaggi, sembra essere un suo carissimo amico . E' uno sfogo del comandante Laugeri verso la slealtà del Fattore ed una accorata preghiera di farsi tramite con il Barone prendendo dice testualmente “le nostre parti” e affinchè quest'ultimo gli faccia avere una risposta in quel di Caserta dove di li a qualche giorno sarebbe giunto il reggimento.

Doc. n° 10- Ricevuta di lit. 22,00 di D.Gaetano Dingacci cappellano di Sciarti pagata dal fattore Lisi per – Un ringraziamento fatto a Maria S.ma il 16 giugno per raccolta seta lit 17

           –   Messe contro la grandine e contro la pioggia                                        lit   5

Doc. n° 19- Disdetta a Facchielli Angelo capoccia della famiglia colonica del podere Fornace Doc. n° 20- Disdetta a Nannotti Leopoldo e famiglia colonica del podere S.Carlo

Doc. n– - Gratificazione lasciata dal Maestro di Casa Ricasoli agli impiegati di fattoria-Al fattore

                  lit. 190, al sottofattore lit 90, alla fattoressa lit. 16,80

Doc. n° 29- Acquisto di una macchina livellatrice per lit. 300 Doc. n° 31- Dalla ripartizione spese per la battitura del grano 1868 riportiamo l'elenco Poderi e mezzadri: 1. AIOLA BENNATI FRANCESCO 2. AIOLA2 MARCHI SANDRO 3. AIOLA3 CASINI LUIGI 4. CATENA CASTELLANI TOMMASO 5. FERRETTI PUCCI LUIGI 6. FUGA1 BASTREGHI PASQUALE 7. FUGA2 PALMERINI CESARE 8. PORTICCIOLO1 CALDESI VIRGILIO 9. PORTICCIOLO2 TERROSI ANGELO 10. SAGGINALI FUMI GIUSEPPE 11. S.CARLO NANNOTTI FERDINANDO 12. S.CRISTINA CASSIOLI PIETRANGELO 13. S.FERDINANDO BASTREGHI FEDERIGO 14. S.FRANCESCO TAMAGNINI GIOBATTA 15. S.GIOVANNI MENCHICCHI GIUSEPPE 16. S.LUISA PETTI LUIGI (maggior produttore di grano con 1535 staia) 17. S.LEOPOLDO BIAGIOTTI GIUSEPPE 18. S.PIETRONUOVO BENNATI GIUSEPPE 19. S.PIETROVECCHIO FANCIULLI 20. SCIARTI1 GHEZZI PIERANTONIO 21. SCIARTI2 MOZZINI LUIGI 22. STRADA MARCHI DOMENICO 23. STRINGAIE SONNATI FABIANO 24. S.VITTORIO TRABALZINI GIOBATTISTA 25. CASA DELL'ORTOLANO GRILLI BENEDETTO 26. LA FONTE LOGAIOLO BENNATI GIUSEPPE 27. LA FORNACE LOGAIOLO FACCHIELLI 28. LOGAIOLO GRACCIANO TIRADIRITTI 29. LOGAIOLO VALIANO QUINTI GIACINTO 30. LOGAIOLO VALIANO CONTEMORI GIACOMO 31. TERRE A MANO FATTORIA

Due fatture della Società Anonima della Strada Ferrata Centrale Toscana al Barone Bettino Ricasoli per lavori di restauro di una locomobile eseguiti dalle officine di Siena

doc. n° 33- I patti colonici stabilivano la quantità di capponi che i mezzadri dovevano fornire ai padroni- Nell'anno 1868 furono venduti 90 capponi e regalati 6 per un incasso di lit. 151,14.

Doc. n 37- Il 21 gennai 1867 la provincia di Siena, in pieno dissesto finanziario, approva un nuovo regolamento introducendo la tassa sui cani. La tassa salatissima di lit 10 a cane veniva addirittura rateizzata in sei pagamenti bimestrali- Da tenere sempre presente che una giornata di lavoro agricolo veniva pagata cent. 84-

Doc. n° 38- Avviso pagamento imposta sui fabbricati anno 1868- L'importo da pagare era dato da una aliquota del 36% di cui ( 15% imposta erariale, 07% sovratassa provinciale, 14 % sovratassa comunale) sulla rendita imponibile. Doc. n° 39- Tassa sulle vetture pubbliche e private e sui domestici.

Doc.° 40- Imposta sui terreni per l'anno 1868- L'importo da pagare era dato da una aliquota del 46% di cui (19% imposta erariale, 9% sovraimposta provinciale, 17% sovraimposta comunale) sulla rendita imponibile. Doc. n°42- Nota dell'esito cacio anno 1868- Cacio venduto libbre 1970 circa 6 quintali per un incasso totale di lit. 650,20

Doc n° 46- Spese lit 17 per la festa alla cappella di Sciarti Doc. n° 65-66 – Nota raccolta seta, nostrale e giapponese anno 1868- Il ricavato della nostrale nei poderi a mezzadria ammontava a lit. 5408 con parte mezzadrile di lit. 2703 di quella giapponese era pari a lit. 19800 con parte mezzadrile di lit. 9904-

doc.n° 73- Nota medicinali somministrati ai coloni per bestiami- Ci sono le ricevute di quattro farmacie- Le farmacie Sorbini e Franceschi di Montepulciano , la farmacia Mangini di Torrita, la farmacia Giglioni di Foiano

doc n°-74 – Nota spese degli operanti e materiali impiegati nei lavori al podere novo delle Presacce? Detto SANTA ANNA- Nel 1868 vengono ultimati i lavori del nuovo podere di S.Anna-Il costo comolessivo è di Lit. 4431,05- I lavori di recupero e trasporto materiali sono effettuati dai coloni al prezzo giornaliero di lit. 1,40 bestie comprese . La ghiaia veniva prelevata dal Salarco come avvenivano lì il lavaggio materiali di recupero. I mattoni venivano “levati” alla fornace di Domenico Tiezzi. La costruzione fu opere del muratore Giovanni Valentini al prezzo di lit. 800 come da ricevuta dettagliata del 31 maggio 1869 . La paga del muratore era di lit. 2 al giorno quella del manovale cent. 0,84- Occorsero 19300 mattoni, 11800 mattacchioni, 1090 tegole 900 docci-

doc. n° 83- Nota opere alla cantina a braccia e colle bestie per l'anno 1868-69. La maggior parte del lavoro consisteva nel trasporto con i carri dei barili sigillati a Montepulciano e alla Stazione per la spedizione - doc. n° 85- Nota delle opere a vangare a mano e potare i gelsi di fattoria- doc. n° 86- Nota spese dei lavori alla nuove vigne e mantenimento delle vecchie e piantumari- Doc. dal n 87 al n° 107- Note spese restauro fabbriche ( circa 20)– Si tratta di piccoli lavori di una due giornate a podere del muratore Valentini e del manovale Facchielli-

doc. n° 119- Opere pagate all'uomo di casa e stalla- Ci sono elencate le giornate lavorative mensilidal 1 giugno 68 al 31 maggio 69, corrispondenti a 365 giornate lavorative per un importo di lit. 365-

FALDONE 1869-1870 (Giulio Fè)

1- Piccolo inserto di corrispondenza tra Il Ricasoli e il Bastogi circa l'acquisto dall'Officina Grossetana Cosimini di una macchina trebbiatrice per lit. 11.600 da pagarsi a rate-

2- Inserto contenente lettere- ricevute dei contanti versati dalla Fattoria dell'Abbadia presso la banca Bastogi

3- Conti stima- Rileviamo che il nuovo podere Sant'Anna fu affidato alla famiglia Neri.

4- Straccetto bestie nate e morte anno 1869-70

5- Lettere di corrispondenza più fatture relative all'acquisto di due sacchi di seme di barbabietola per kg. 100 da Marsiglia - E' il 9 marzo 1870 e per la prima volta viene seminata la barbabietola nella fattoria dell'Abbadia-

6- Dalla nota spese del notaio poliziano Mazzoni Flavio si evince che nel mese di febbraio 1870 vengono acquistati da Domenico Tiezzi dei terreni piu casa nei pressi della Stazione del Salarco- Si tratta del podere Il Pino che viene affidato al logaiolo Feci Antonio.

7- Diffida del deputato dei circondari idraulici della val di chiana al pascolo del bestiame negli argini dei pubblici canali.

8- Prima nota del seme delle barbabietole dato ai coloni nell'anno 1870- La barbabietola verrà coltivata in 29 poderi con circa 3 kg. di seme ciascuno.

9- Nota spese alla nuova colmata e miglioramenti terreni e strade

10- nota spese alla nuova casa acquistata(il Pino)

11- Nota spese miglioramenti a tutti i poderi di fattoria

12- Inserto nota di riparto spese per la trebbiatura. Tra le varie carte ci sono: una fattura delle strade ferrate romane sezione di Siena dove si richiede al Ricasoli il saldo di lit 497, 52 per riparazioni varie a una locomobile e a una macchina trebbiatrice, ed una lettera su carta intestata delle strade ferrate romane nord sez. di Siena indirizzata al fattore Lisi e portata a mano dal latore certo Sig. Cennini Giovanni fuochista delle ferrovie mandato al costo di lit. 6 al giorno ad assistere la locomobile per la trebbiatura per 15 giorni, per i quali il Cennini ha preso regolare permesso. La lettera è firmata dall'Ispettore della trazione. (Nota- Sembrerebbe che la trebbiatura venisse fatta con questa locomobile a vapore usata come trazione per la trebbiatrice. Non riesco a capire se c'erano le rotaie per poter servire tutti i poderi oppure se tutti i contadini trasportavano i covoni nello stesso posto lungo la ferrovia)

AIOLA1BENNATI
AIOLA3CASINI
FERRETTIPUCCI
FUGA2PALMERINI
PORTICCIOLO2TERROSI
SAN CARLONANNOTTI
SAN FERDINANDOBASTREGHI
SAN GIOVANNIMENCHICCHI
SAN LEOPOLDOBIAGIOTTI
SAN PIETRO VECCHIOTRABALZINI
SCIARTI2MOZZINI
STRINGAIESONNATI
CASA DELL'ORTOLANOGRILLI
FONTEBENNATI Logaiolo
CAPPELLASODI ?
LOGAIOLODI VALIANOQUINTI

13- Gratificazioni anno 68-69 al Fattore lit. 150 al sottofattore lit. 50 alla fattoressa lit. 16, 80

14- Disdette coloniche ai logaioli : Quinti logaiolo delle terre del Chiaretto, Tiradiritto di Gracciano, Bennati della Fonte e Marchi dell'Aiola2-

15- Dai pasti somministrati agli esteri nell'annata 1869-70 alcune curiosità: Massimiliano il cameriere del padrone alla Badia Lo scrivano del padrone Due stimatori chiamati dal 1 agente a stimare i danni della rottura della Foenna. Due pollaioli a ricevere i capponi dei Patti Due pollaioli a ricevere i capponi per il CEPPO dai coloni( data del 22 dicembre 1869) La signora Assunta? Il barrocciaio a caricare il vino

16- Registro entrate e uscite della raccolata della seta anno 1869- Vi sono elencate tutte le spese e i ricavi sia dei coloni che dei Socci. La Soccida era un contratto tra il proprietario del bestiame (in questo caso bachi da seta) ed altri che provvedevano all'allevamento dividendo il prodotto ricavato.

FALDONE 1870-1871 (Giulio Fè)

nota- Questo faldone molto probabilmente era già stato consultato in quanto la numerazione dei documenti non è in ordine cronologico.

1- Dai conti stima risultano 28 poderi con coloni a mezzadria e 7 logaioli tra i quali compaiono per la prima volta il logaiolo del Pino della Colmata e della Fonte al Giunco, mentre scompare la denominazione di logaiolo di Gracciano. E' evidente che nelle terre date ai logaioli ci fossero comunque delle capanne per i ricovero degli animali visto le assegnazioni dai conti stima, ed è probabile quindi che da quelle capanne siano sorti negli anni a venire alcuni nuovi poderi della fattoria.

2- Fattura di acquisto di prodotti chimici per l'agricoltura per le fattorie di Abbadia, Acquaviva e Terranova -Perfosfato di calce- Molto probabilmente è la prima introduzione in agricoltura di sostanze non organiche.

3- Dalla nota della raccolta bozzoli anno 1870 rileviamo tre diversi tipi di produzione della seta: seta di Tartaria, seta nostrale, seta giapponese- La seta giapponese dava i migliori ricavi.

4- In una ricevuta per vendita foglia di moro all'agente Lisi della fattoria dell'Abbadia vi è riportato quanto segue: …. ricevo io sottoscritto lire 100 per valuta di foglia di moro vendutali dal mio podere degli Sciarti- Firmato- Francesco Venturi? (cognome poco leggibile)- Molto probabilmente oltre a Sciarti 1 e 2 esisteva un altro podere degli Sciarti.(Inserto raccolta bozzoli 1870 dal n 63 al 71) 5- Doc. n° 33- Notula dell'ingegnere Zelindo Ciro Boddi di Montepulciano per assistenza causa con la prefettura di Arezzo causa danni provocati dalla rottura del Salarco e della Foenna .

|AIOLA1|BENNATI|

|AIOLA2|GIORNI|

|AIOLA3|CASINI|

|CATENA|CASTELLANI|

|FERRETTI|PUCCI|

|FUGA1|BASTREGHI|

|FUGA2|PALMERINI|

|PORTICCIOLO1|CALDESI|

|PORTICCIOLO2|TERROSI|

|SAGGINALI|FUMI|

|SAN CARLO|NANNOTTI|

|SANTA CRISTINA|CASSIOLI|

|SAN FERDINANDO|BASTREGHI|

|SAN FRANCESCO|TAMAGNINI|

|SAN GIOVANNI|MENCHICCHI|

|SANTA LUISA|PETTI|

|SAN LEOPOLDO|BIAGIOTTI|

|SAN PIETRO NOVO|BENNATI|

|SAN PIETRO VECCHIO|TRABALZINI|

|SCIARTI1|GHEZZI|

|SCIARTI2|MOZZINI|

|STRADA|MARCHI|

|STRINGAIE|SONNATI|

|SAN VITTORIO|TRABALZINI|

|SANTA ELISABETTA|SANTINELLI|

|SANT'ANNA|NERI|

|CASA DELL'ORTOLANO|GRILLI|

|FORNACE|TIRADIRITTO|

|PINO|FECI|

|CAPPELLA|SODI|

|FONTE|LOGAIOLO|

|COLMATA|LOGAIOLO FECI|

|LOGAIOLO|MARCHI|

|LOGAIOLO|CONTEMORI|

|LOGAIOLO|QUINTI|

FALDONE 1871-1872 (Giulio Fè)

1- Inserto bilancio dal 31 maggio 1871 al 1 giugno 1872- La rendita netta di un anno della fattoria e di lit. 105.836, 58- 2- Inserto contenente le ricevute dei versamenti contanti effettuati presso la Banca Toscana di Credito 3- Inserto documenti generali 1871-72 . - Nota del fieno del Chiaretto dato ai coloni- Molti appezzamenti detti “terre a mano” dove veniva coltivato prevalentemente fieno, non erano dati a mezzadria ma erano di esclusiva gestione padronale. Il prodotto da queste terre ricavato veniva poi fatto pagare ai coloni per i bisogni delle stalle. - Nota spese fiere e mercati- Da qui risulta che la fattoria aveva in ogni paese dove c'erano fiere e mercati dei ricoveri per il bestiame portato a vendere- Il costo di stallaggio veniva suddiviso tra tutti i coloni. - Nota dare e avere fra gli Svetoni e il sig. Lisi fattore dell'Abbadia- Particolare bilancio di fine annata agraria tra gli Svetoni e la fattoria dell'Abbadia- I primi fornivano foglia di gelso i secondi la trebbiatrice per il grano- - Nota della raccolta seta anno 1871- Vi sono elencate tutte le spese sostenute e gli utili ricavati nel 1871 dall'allevamento dal baco da seta- Seta Giappnese, seta nostrale, seta Boccara ? E faloppe- Le spese erano date dall'acquisto della foglia di moro, carta, imbiancatura stanze e costo del seme- Dalla nota risulta che ogni fine raccolta venivano imbiancate per ogni podere dalle 4 alle 6 stanze camere comprese. Da una ricevuta risulta acquistata per lit 100 foglia di gelso dal podere degli SCIARTI di proprietà del Conte Francesco Venturi. - Originale dell'autorizzazione per la nuova colmata del Fossatello rilasciata dal ministero delle finanze del governo di Napoli in data 12 maggio 1872 firmata dal Re Vittorio Emanuele II e dal ministro Quintino Sella- vedi foto.doc 75 - Ricevuta del 20 settembre 1871 dei veterinari Franco Marchi di Bettolle e Gerardo Barlozzi per servizio veterinario.(Attenzione mi sembra che il Marchi sia uno dei promotori della selezione della razza chianina o mi sbaglio? Sentire Miro)- All. scanner. - Nel 1872 vengono effettuati restauri alla cappella di Sciarti e alla fabbrica della Torre - Nota delle fascine fornite dalla fattoria alla Fornace di Nottola - Dai conti stima del 1872

COLONI E RELATIVI PODERI:

|AIOLA1|BENNATI|

|AIOLA2|CALABRESI|

|AIOLA3|CASINI|

|CATENA|CASTELLANI|

|FERRETTI|PUCCI|

|FUGA1|BASTREGHI|

|FUGA2|PALMERINI|

|PORTICCIOLO1|ZANELLI|

|PORTICCIOLO2|TERROSI|

|SAGGINALI|FUMI|

|SAN CARLO|NANNOTTI|

|SANTA CRISTINA|CASSIOLI|

|SAN FERDINANDO|BASTREGHI|

|SAN FRANCESCO|TAMAGNINI|

|SAN GIOVANNI|MENCHICCHI|

|SANTA LUISA|PETTI|

|SAN LEOPOLDO|BIAGIOTTI|

|SAN PITRONOVO|BENNATI|

|SAN PITROVECCHIO|TRABALZINI|

|SCIARTI1|GHEZZI|

|SCIARTI2|MOZZINI|

|STRADA|MARCHI|

|STRINGAIE|SONNATI|

|SAN VITTORIO|TRABALZINI|

|SANTA ELISABETTA|SANTINELLI|

|FORNACE|TIRADIRITTO|

|ORTOLANO|GRILLI|

|FONTE|BENNATI|

|CAPPELLA|SODI|

|PINO|FECI ANTONIO|

|COLMATA|FECI FEDERIGO|

|SANTI|MARCHI|

-Curiosità- Appunto con addebito al colono Giuseppe Menchicchi del podere San Giovanni di lit. 2 per una fornitura di ” Olio di ricino in acqua scotta più miele“ per curare una vacca( Per Miro vedi copia scann.) Altri rimedi curativi per bestiame: Unguento di basilico, Sale inglese, nitrato di potassio, Miele, gomma polverizzata- - Nelle varie ricette appare il toponimo delle Ferriere e Sciarti veniva con consuetudine scritto Scarti Dal registro dei pasti somministrati agli esteri: -Lo stufatore a stufare la seta - Il frate a dir la messa (tutte le settimane non è specificato se in Villa o a Sciarti)

  • La direttrice della Filanda di Montevarchi - Tre Maestri muratori di Montevarchi a fare la FILANDA. ( Si può intuire da questa annotazione che nel giugno 1871 si costruisce una filanda per la seta in fattoria, non è dato sapere per ora in quali locali .Vedere attentamente nei prossimi faldoni.)
  • Due Maestre di Montevarchi a dirigere la Filanda( presenti tutti i giorni)
  • Un Direttore a dirigere la filanda
  • Due a ricevere i cascami di Montevarchi( essendoci i cascami ossia gli scarti di fibra si può dedurre che la filanda era già in funzione)

FALDONE 1872-73 ( Giulio Fè)

Il faldone si presenta integro con ordinata numerazione dei documenti.

1- Nota delle grasce esistenti nei magazzini della tenuta dell'Abbadia. Da questa nota risulta un passaggio di consegne tra l'agente Giovanni Lisi e il subentrante Giovanni Calastrini 1 aprile 1873

2- Inserto di colore verde- Abbadia 1872-73- Contiene documenti vari e resoconto dei legnami da costruzione e da ardere presenti in fattoria.

3- Risposta dell'intendenza di finanza per conto del demanio a sei coloni della fattoria che reclamano crediti residui alle amministrazioni (Demanio-Regi Possessi) ante vendita ai Bastogi-Ricasoli.

4-Inserto nota del bestiame esistente al 31 marzo 1873 preso in consegna dal nuovo Agente Giovanni Calastrini- (da notare che il prezzo del bestiame era espresso in lire italiane e in napoleoni): ved. Scanner Vaccine capi n ° 426 Da soma capi n° 29 Pecore capi n° 214 Maiali capi n° 504 I suddetti capi sono distribuiti in 35 unità poderali compresi i luogaioli. Appare nell'elenco per la prima volta il podere AIOLA 4

4- Inserto documenti generali 1872-73:

Doc- 1) ricevuta di lit 555 per fieno venduto ai coloni di fattoria dal Contini

Certificati di monta alle cavalle della staz. Di monta di Bettolle

13) Nota onorari e spese del Dott. Grugni per assistenza causa contro l'Ammne Idraulica per inondazioni Canale Maestro e rottura ponte. Tra le varie chiamate anche una nota spese per visura ipotecaria su un terreno di probabile acquisto intestato a tal Fausto di Fiorino.

19) Ordine di spedizione di semi vari da Firenze alla Stazione del Salarco 27) Da una nota del fabbro Vignai risultano in fattoria 6 luogaioli: Feci Antonio, Sodi Benedetto, Bennati Luigi, Tiradiritto Ignazio, Feci Federico, Contemori Giacomo 32) Disdetta colonica alla famiglia Bennati del podere Aiola 1 34) Nota spese dei lavori fatti dal calzolaio Neri Giuseppe ai coloni di fattoria 35) Nota spese commesse per “guardatura” pascolo dei puledri tenuti in maremma a Barbanella o Barbaruta -Le spese per 4 puledri sono ripartite ai poderi Aiola1 Fuga1 S.Carlo e Sciarti2 38) Nota del guano dato ai coloni per governare il grano 45) Nota dei lupini consegnati ai coloni per governare il grano 55) Nota dei capponi dei patti del 1872-73- Furono consegnati dai coloni 111 capponi- La regalia dei capponi insieme alle altre regalie come le uova e le fascine più una percentuale in contanti ogni annata agraria erano probabilmente dovute per l'utilizzo della casa colonica (da controllare) . 58-65) Nota della seta 72-73 - Riepilogo delle entrate e delle uscite relative all'allevamento dei bachi-Tra le uscite le spese più importanti riguardavano l'acquisto del seme, della carta, della foglia di gelso delle fascine di scopo e del cloruro. Si producevano due tipi di seta : la giapponese e la nostrale. La producevano le seguenti famiglie coloniche nei rispettivi poderi: |AIOLA 1|BENNATIV.L MOZZINI N.L\\| |AIOLA2|CALABRESI| |AIOLA3|CASINI| |AIOLA4|MENCHETTI| |FERRETTI| PUCCI| |CATENA|CASTELLANI| |FUGA1|BASTREGHI| |FUGA2|PALMERINI| |PORTICCIOLO1|ZANELLI| |PORTICCIOLO2|TERROSI| |SAGGINALI|FUMI| |S.CARLO|NANNOTTI| |SANTA CRISTINA|CASSIOLI| |SAN FERDINANDO|BASTREGHI| |SAN FRANCESCO|TAMAGNINI| |SAN GIOVANNI|MENCHICCHI| |SANTA LUISA|PETTI| |SAN LEOPOLDO|BIAGIOTTI| |SAN PIETRONOVO|BENNATI| |SAN PIETROVECCHIO|TRABALZINI| |SCIARTI1|GHEZZI| |SCIARTI2|MOZZINI| |STRADA|MARCHI| |STRINGAIE|SONNATI| |SAN VITTORIO|TRABALZINI| |SANT'ANNA|NERI| |SANTA ELISABETTA|SANTINELLI| |CASA DELL'ORTOLANO|GRILLI| |FORNACE|TIRADIRITTO| |CAPPELLA|SODI| |PINO|FECI| |COLMATA|FECI EDERIGO| |VALIANO2|CONTEMORI IACOPO| |FONTE AL GIUNCO|SANTI MARCHI|

97) Nota della battitura a macchina raccolta grano anno 1872 da addebitare ai coloni- Nel riepilogo delle spese figura la voce” spedizione della macchina a Grosseto e spese per ritornare la macchina da Grosseto“- E' verosimile supporre quindi che delle due macchine battitrici una sia stata di proprietà e l'altra presa a nolo dalle officine grossetane Cosimini. Nell'anno 1872 il podere Fuga1 fu il maggior produttore di grano con 923 staia. Appare per la prima volta tra le spese la ripartizione ai coloni, oltre al costo delle legna, anche quello dell'olio consumato per le macchine. Probabilmente si inizia ad usare olio combustibile per la produzione del vapore. 98) Nota medicine per bestiame. Spese per acquisto medicinali alle farmacie Mangini di Torrita, Marignani di Bettolle e Ghezzi di Valiano 104) Da una nota di onorari dovuta al Dott. Alceste Grugni risulta una causa civile contro i custodi degli argini per contravvenzioni date ad alcuni coloni per pascoli sugli argini e una richiesta di congedo illimitato alla Prefettura per certo Santinelli a cui era morto il babbo. La curiosità non sta nella notizia ma nella motivazione della stessa riportata negli appunti, in quanto a richiedere il congedo non sembra una richiesta della mamma come logico che fosse ma quella del fattore a cui sono venute a mancare braccia da lavoro nel podere. 114) Opere e lavori dal 1 giugno 1872 al 31 maggio 1873- Da questa nota rileviamo una inondazione delle terre di fattoria nel 1872- 5-Inserto note e ricevute dal 1 aprile 1873 al 31 maggio 1873- doc 3) Semente delle barbabietole. Nell'elenco dei poderi appare Aiola 4 con colono Menchetti- 5) Ricevuta ultimo stipendio Fattoressa Bigazzi per il mese di aprile 73- 20) Il Mozzini Luigi è il nuovo lavoratore del podere Aiola1 al posto del Bennati Giuseppe Disdettato. 24) Nota dei contanti pagati ai veterinari Marchi e Ghezzi dai coloni. Dalle note presenti in questa ripartizione, con tutte le tutele e le verifiche future del caso, dovrebbe essersi verificato quanto segue: Il podere Aiola 1 dopo che lo ha lasciato la famiglia Bennati è stato diviso in due unità. Nella prima Aiola1 vi è tornata la famiglia MOZZINI proveniente da Sciarti2 nell'altra unità Aiola4 la nuova famiglia Menchetti.

FALDONE 1873-1874 (Giulio Fè)

Il faldone si presenta ben conservato, mentre non tutti i documenti sono numerati- Le note e le ricevute sono riunite per la maggio parte in un unico inserto molto voluminoso. I primi di aprile 1873 (probabilmente il 1) c'è stato il passaggio di consegne tra Giovanni Lisi e il nuovo Agente GIOVANNI CALASTRINI. 1- Inserto Note e Ricevute di materiali di fabbriche dal 1 giugno 73 al…. All'interno senza numerazione : - note spesa della fornace Domenico Tiezzi di Nottola per levata mattoni e docci e del fabbro Vignai per accomodature varie alle fabbriche - Istanza pretoriale presentata dal nuovo agente Calastrini nei confronti del vecchio agente Lisi per il pagamento della somma relativa alla vendita di una vitella - Appunto autografo del Barone Ricasoli( il primo in assoluto trovato fino ad ora nelle carte ved. Scanner )- L'appunto rilasciato per il maestro di casa è importante perchè denota una certa sfiducia del barone a nei confronti del nuovo fattore. Il Barone sembra sia andato personalmente a riguardarsi i conti di fattoria e vi abbia trovato gravi inadempienze che segnala al Maestro affinchè ne parli al fattore. 2- Inserto - Tenuta dell'Abbadia - Note e ricevute dal 1 giugno 1873 al 31 maggio 1874- - Noticina dei fiaschi di vino data ai segantini- Ogni coppia un fiasco di vino al giorno -Libretto della raccolta della seta in bozzoli e spese connesse per l'allevamento dei bachi anno 1873- Seta nostrale (bianca e nera), seta giapponese- I coloni ricavano un totale lordo di lit, 20532, 76 meno 3251, 56 di spese . Il maggior produttore nel 1873 la famiglia Fumi dei Sagginali con 287, 100 kg. Per un incasso netto di parte di lit 1o99, 06- Dalla nota riassuntiva contabile della parte padronale risulta essere rimessa allo scrittoio di Firenze la somma di lit, 47.734, 87 relativa al guadagno netto dell'allevamento bachi dell'anno 1873- La curiosità riguarda la detrazione delle spese nelle quali vengono riportate tra le altre, spese per messe lit 44 ed elemosine per lit. 55, 30 dando l'impressione che la carità fosse istituzionalizzata. - Nota del grano battuto anno 1873- Nell'anno 1873 l'azienda si era dotata di un'altra macchina battitrice . Ora ve ne erano due- I coloni pagavano un nolo di circa 0, 23 cent. a staia. - Nota degli onorari dovuti al procuratore Grugni per causa civile contro la Prefettura di Arezzo per il mantenimento del Ponte delle Aiole - Nota spese dell'Ing. Eugenio Batignani relativa alle prestazioni per il ponte sulla Foenna alle Ferriere e per la livellazione del Fossatello per la presa d'acqua della nuova colmata- PODERI E COLONI ANNATA AG. 1873-74 |AIOLA1|MOZZINI| |AIOLA2|CALABRESI| |AIOLA3|CASINI| |AIOLA4|MENCHETTI| |CATENA|CASTELLANI| |FERRETTI|PUCCI| |FUGA1|BASTREGHI| |FUGA2|PALMERINI| |PORTICCIOLO1|ZANELLI| |PORTICCIOLO2|TERROSI| |SAGGINALI|FUMI| |S.ANNA|NERI| |S.CARLO|NANNOTTI| |S.CRISTINA|CASSIOLI| |S.ELISABETTA|SANTINELLI| |S.FERDINANDO|BASTREGHI| |S.FRANCESCO|TAMAGNINI| |S.GIOVANNI|MENCHICCHI| |S.LEOPOLDO|BIAGIOTTI| |S.LUISA|PETTI| |S.PIETRONUOVO|BENNATI| |S.PIETROVECCHIO|TRABALZINI| |S.VITTORIO|TRABALZINI| |SCIARTI1|GHEZZI| |SCIARTI2|MOZZINI| |STRADA|MARCHI| |STRIGAIE|SONNATI| |CASA DELL'ORTOLANO|GRILLI| |CAPPELLA|SODI| |FONTE|BENNATI| |FONTE AL GIUNCO|MARCHI| |FORNACE|TIRADIRITTO| |PINO|FECI vedova| |VALIANO2|CONTEMORI| ||| - Spese commesse per la fattura dei vini nell'anno 1873- La bassa gradazione delle uve viene innalzata con 12 balle di zucchero arrivate da Firenze per ferrovia - Nota delle spese commesse per spedire le barbabietole a Firenze per analizzare al Sig. Prof. Bechi come da rispettive ricevute- Il sistema prevedeva l'invio di tre barbabietole a podere scegliendole in 20 poderi tra quelle di media grandezza con foglie. Dovevano essere incartate e ad ogni involucro un cartellino con i dati di riferimento. L'invio doveva avvenire ogni venerdì fino a contrario avviso. - Libretto di spese a contanti commesse per il bestiame dal 1 giugno 1873 al 31 maggio 1874- Vi sono riportate in dettaglio le spese per ogni stalla che vanno dai medicinali alle spese veterinarie- La maggior spesa per ogni stalla è quella relativa all'acquisto di Cloruro di calce(calce spenta ndr) per la disinfezione. - Nota di addebito e contestazione ai coloni di alcuni prodotti che l'ex fattore Lisi sembra non aver fatto pagare . Non è chiaro dalle poche indicazioni se dovranno essere pagate dai coloni o dallo stesso Lisi che sembra essere stato denunciato e inviato a processo. Non vi sono carte per ora da dove si possono ricavare i capi di accusa. - Inserto- Fattoria dell'Abbadia e Scrittoio di Firenze- Nota delle spese di corrispondenza- All'interno documentazione varia:

Originale della Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia con l'annuncio
inserzione a pagamento del Ricasoli dove diffida i coloni della fattoria dell'abbadia a non fare alcuna trattativa di acquisto e vendita bestiame ed altro senza l'autorizzazione espressa del fattore
Gazzetta del Regno

Ved. Foto Ricevute dei versamenti in contanti presso la banca di Credito Mobiliare Italiano a favore dei Bastogi effettuate dal Maestro di Casa Ricasoli . - Nota spese per le gite da Firenze a Montepulciano processo Lisi. -Inserto del Vino venduto- Resoconto del vino venduto in fattoria a fine annata agraria 1874 barili 44, 13 per un incasso lordo di lit. 2.273, 90. Vino spedito alla cantina di Firenze del Barone Ricasoli barili 44, 77. Si cerca di aumentare la gradazione facendo arrivare 12 balle di zucchero. Il Ricasoli vuole aumentare il prezzo di circa 3 centesimi a fiasco il vino di Abbadia e pensa che miscelarlo con quello di Brolio sia la soluzione migliore, perchè con una serie di conteggi dimostra che allo stesso tempo si può avere una migliore qualità e una minore spesa per il trattamento. - Dal libro opere : Il nuovo sottofattore si chiama Merli.

FALDONE 1874-1875 (Giulio Fè)

Faldone con tutti i documenti in buono stato di conservazione e ordinati in ordine cronologico. Inserto di color viola- con intestazione” Fattoria dell'Abbadia 1874-1875- Documenti Generali e Note relative al saldo di un anno dal 31 maggio 1875. Documenti n° 18 bis- Nota delle faloppe comprate dalla fattoria e filate a questa filanda- Spese di filatura - Maestra Teresina Tavanti Maestra Luisa Bertocci Maestrina Feci Gemma Maestrina Valentini Esterina Eugenio Trabalzini a girare l'annaspo Spesa per la stufatura delle faloppe a veglia Seta filata ricavata dalle faloppe (chilò) 4, 80 n° 20- Libro raccolta bozzoli- Riepilogo delle spese e delle entrate relative alla campagna bozzoli dei contadini e dei socci. Rispetto alle precedenti campagne vi è la novità che i socci esterni si sono costituiti in società probabilmente per ridurre le spese e ottimizzare la produzione. Sono nate 6 società denominate: Società del granaio alto- Società del Fienile- Società del Ricci- Società del Granaio a terreno- Società del Guardia- Società di Don Dingacci-(Anche il prete di Sciarti partecipava attivamente all'allevamento del baco da seta.) n° 50- Nota delle botti vendute a lit 15 l'una -Dette botti vennero da Napoli col vino colorante - Segue elenco dei compratori delle botti- n°51- Riunione del raccolto delle Barbabietole raccolte nell'anno 1874 e vendute al Fabbricante di Cesa al prezzo di lit. 2 al quintale e delle spese del seme delle medesime comprato dal suddetto fabbricante- Le barbabietole venivano coltivate in 29 poderi- Il maggior produttore di quell'anno S.Pietro Vecchio- n° 87- Tenuta dell'Abbadia- Spese commesse per il bestiame dal 1 giugno 1874 al 31 maggio 1875 come appresso. Vi sono documentate tutte le spese veterinarie, di farmacia, di senseria, di monta, castratura e quant'altro relative alle stalle dei coloni della tenuta. N° 88- Fattoria dell'Abbadia- Macchine trebbiatrici, trebbiatura del 1874- L'inserto contiene tutta la documentazione relativa alle spese per la battitura del grano dei poderi della fattoria, nonché le spese recuperate agli esterni. Le maggiori spese erano costituite dai lavori di restauro e riparazione della macchina trebbiatrice CLYTON, le spese per equipaggio, le spese per legna e olio combustibile per il vapore e spese di trasporto ferroviario. L'equipaggio della macchina trebbiatrice era composto da : 1 meccanico proveniente dalle officine Cosimini, 3 macchinisti, 3 fuochisti delle strade ferrate romane officine di Siena, 6 imboccatori- Nel 1874 il podere con più produzione fu S.Leopoldo con 1874 staia la minor produzione al podere Cappella con appena 85 staia. Nel 1874 l'azienda disponeva di due macchine trebbiatrici a vapore. La stagione si chiuse con un utile netto(per la fattoria) dato dal nolo delle macchine a lit 0, 20 lo staio tra contadini ed esterni, di lit 4815, 98- n° 90- Nota delle vacche coperte dai tori della Fuga1 ai nostri contadini dei suddetti vocaboli- da notare che la parola vocabolo sostituiva a volte la parola podere. Nell'annata furono effettuate 180 attorature a lit 5, 00 ciascuna. N° 99- Nota della raccolta del tabacco e spese nconnesse per il medesimo l'anno 1874- Il tabacco fu coltivato in 22 poderi per Sun produzione totale di kg. 1805, 400- Maggior produttore Porticciolo 2 con 263 kg. Tra le varie spese da notare quelle relative alla semente dei semi( probabilmente in via sperimentale) presso la Casa dell'Ortolano del colono Grilli, dove fu adibito un piccolo appezzamento di terreno all'uopo protetto con pertiche e fascine destinato a semenzaio per il tabacco. Tra le spese vi è una dettagliata nota di rimborso per lit 163 del dott Carlo Calubani ? Che si era recato in diverse occasioni a curare una frattura multipla alla gamba sinistra per caduta dal Legno( può trattarsi di albero o Calesse) di tal Niccolò( molto probabilmente si tratta di Niccolò Castellani colono di Catena. Niccolò molto probabilmente per le gravi condizioni avendo fratturato il perone il malleolo oltre a gran parte delle ossa del piede e alcuni legamenti, non era trasportabile, quindi fu operato ( per 5 ore circa) e curato presso la fattoria. N° 117- Fattoria di Abbadia- Vino venduto alla cantina di Firenze dal 1 agosto 1874 al 31 marzo 1875- Inserto contenente tutta la documentazione relativa alla produzione vinicola della fattoria- Vi sono delle sotto cartelle con i saldi di cantina a determinate scadenze. Dalla cartella del bilancio annuale della cantina annotiamo un utile netto derivante dalla vendita del vino di lit. 5090, 48- n° 120- Giornate di vitto 1874- Trattasi di circa mezzo foglio di quaderno con annotate le maggiori presenze durante l'anno in fattoria. Il padrone Ricasoli vi aveva soggiornato per 39 volte con una maggiore frequenza nei mesi settembre -ottobre in concomitanza con la vendemmia, mentre una presenza costante è quella del Direttore del tabacco con assistente che vi soggiorna per 122 volte. -Inserto color bianco senza numerazione- All'interno una serie di versamenti effettuati dal Barone Ricasoli sul conto della M.A. Bastogi e F. Livorno presso la banca Credito Mobiliare Toscano di Firenze. Inserto di color giallo-ocra senza numerazione intestato: Tenuta dell'Abbadia libro nati e morti dal 1 giugno 1874 a tutto il 31 maggio 1875- Dalla nota del bestiame risultano nati nell'annata agraria 172 vaccine, 7 da soma, 649 maiali, 38 agnelli n° 4 ingiunzioni per ripristino stato esistente delle scarpate dei fiumi Salarco, Fossatello ad altrettanti coloni per aver smosso( probabilmente per farci orti) la terra di dette scarpate. A tutti erano state elevate delle contravvenzioni dal Custode Idraulico Ferdinando Mazzoni. |AIOLA1|MOZZINI LUIGI| |AIOLA2|MICHELE CALABRESI| |AIOLA3|LUIGI CASINI| |AIOLA4|MENGHETTI GIOV.BATTA| |CATENA|TOMMASO CASTELLANI| |FERRETTI|LUIGI PUCCI| |FUGA1|FEDERIGO BASTREGHI| |FUGA2|DOMENICO PALMERINI| |PORTICCIOLO1|LUIGI ZANELLI| |PORTICCIOLO2|ANGIOLO TERROSI| |SAGGINALI|GIUSEPPE FUMI| |S.ANNA|ANGIOLO NERI| |S.CARLO|FERDINANDO NANNOTTI| |S.CRISTINA|PIETRANGELO CASSIOLI| |S.ELISABETTA|ALESSANDRO SANTINELLI| |S.FERDINANDO|PASQUALE BASTREGHI| |S.FRANCESCO|GIOV.BATTA TAMAGNINI| |S.GIOVANNI|PIETRO MENCHICCHI| |S.LEOPOLDO|GIUSEPPE BIAGIOTTI| |S.LUISA|LUIGI PETTI| |S.PITRO NUOVO|FRANCESCO BENNATI| |S.PIETRO VECCHIO|DOMENICO TRABALZINI| |S.VITTORIO|LUIGI TRABALZINI| |SCIARTI1|PITRANGELO GHEZZI| |SCIARTI2|GIOBATTA MOZZINI| |STRADA|ALESSANDRO MARCHI| |STRINGAIE|FABBIANO SONNATI| |CASA DELL'ORTOLANO|BENEDETTO GRILLI| |CAPPELLA|BENEDETTO SODI| |COLMATA|FEDERICO FECI| |FONTE|PASQUALE BENNATI| |FONTE AL GIUNCO|SANTI MARCHI| |FORNACE|IGNAZIO TIRADIRITTO| |PINO|VEDOVA UMILTA' FECI| |VALIANO2|IACOPO CONTEMORI| - Inserto verde senza numerazione intestato- Tenuta dell'Abbadia Libro Vitto dal 1 giugno 1874 al 31 maggio 1875- Tra le presenze annotate quelle del Verificatore dei Tabacchi, il fratello del padrone Sig. Vincenzo, il cerchiaio e il barilaio, i vagliatori il tabaccaio, il direttore del tabacco e con tante presenze un giovane per dirigere il tabacco. Compare la presenza di una nuova fattoressa.

FALDONE 1875-1876 (Giulio Fè)

Faldone ben conservato, con esclusione delle ultime cartelle che appaiono macchiate e in piccolissima parte erose nei bordi, con documentazione quasi tutta numerata, inserita in appositi inserti . La documentazione di questo faldone assume un'mportanza rilevante ai fini della ricerca sulla fattoria dell'Abbadia in quanto in essa si trovano carte che danno per certo che fu il barone Ricasoli a sperimentare per la prima volta, sulle proprie terre, sia la coltivazione della barbabietola che del tabacco ed a iniziare una prima selezione della razza chianina nella sua tenuta. -Inserto libretto dei bestiami nati e morti dal 1 giugno 1875 al 31 maggio 1876- Dal riepilogo sembrerebbe in questa annata scomparire definitivamente dalla fattoria l'allevamento ovino. N° 15- Libro del bosco delle Cerraie- Vi sono elencate tutte le spese relative al taglio e al trasporto delle legna dal bosco alla fattoria. N° 20- Nota spese per onorari al notaio per acquisto terreni dai f.lli Bisti. N°44- nota della raccolta delle barbabietole del lino e della canapa fatta in questa fattoria dell'Abbadia nell'anno 1875- Le barbabietole furono coltivate in 34 poderi tra coloni e luogaioli dando un a entrata di, lit. 27254, 24. Il maggior ricavo dell'anno nel podere S.Cristina. Alla nota vi è allegato un piccolo appunto con tanto di dettaglio contabile dove si spiega con un N.B che le barbabietole hanno avuto una rendita effettiva di lit. 27646, 00 ma coi contadini è stato ripartito solo lit. 27254, 24 perchè lit. 54, 12 sono le spese di trasporto del seme anticipate dal fattore e lit 337, 64 “ sono levate per porsi a utile delle strade della tenuta per l'attrito che hanno sofferto dai barrocci per il trasporto delle barbabietole.” n° 48- Originali di sette disdette coloniche mandate dalla Pretura di Montepulciano il 29 novembre 1875 su richiesta del Ricasoli ai coloni: Ignazio Tiradiritto podere Fornace, Gio Batta Trabalzini podere S.Vittorio, Pasquale Bennati podere Fonte, Pietrangelo Cassioli podere S.Cristina, Benedetto Sodi podere Cappella, Pasquale Bastreghi podere S.Ferdinando, Domenico Trabalzini podere San Pietro Vecchio- n° 89- Stato di liquidazione della partita tabacchi del raccolto 1875 coltivato per esperimento da s.e. Il Barone Ricasoli nell'Abbadia presso Montepulciano ad a esso consegnato alla Manifattura di Firenze il 31 gennaio 1876 ai prezzi stabiliti dalla Commissione di Perizia con verbale del 10 marzo 1876 cocordati dal proprietario con sua lettera del 17 giugno corrente in atti al n 28192- Furono venduti 2375 kg ricavandone lit 1489, 70- - Inserto viola senza numerazione intestato .R.Pretura di Montepulciano- Causa Civile-Opposizione a disdetta- Domenico Trabalzini Lorenzo Trabalzini contro Calastrini Giovanni Agente della Tenuta dell'Abbadia- 1875-1876- Nell'inserto sono raccolte tutte le carte inerenti la causa con l'atto di opposizione, la storia della causa, la sentenza con la motivazione. Riporto una breve cronistoria della causa in quanto sembra essere la prima volta (almeno in questa fattoria) che un colono porta in giudizio la proprietà. Ma controverse (per usare un eufemismo) le motivazioni della condanna del colono. Il 29 novembre 1875 il colono Domenico Trabalzini riceve dalle mani dell'usciere della Pretura di montepulciano la disdetta di colonia del podere S.Pietro Vecchio. Essendoci un clamoroso vizio di forma in quanto il capoccia del podere era sua babbo Lorenzo, Domenico fa opposizione dichiarando che la disdetta era diretta a lui ed era disponibile insieme alla moglie e ai figli a lasciare entro un mese il podere, ma il resto della famiglia di suo padre doveva continuare a coltivare il podere in quanto capoccia intestatario dei libretti colonici e non destinatario quindi della disdetta colonica. In udienza viene sentito l'agente Calastrini il quale ammette che effettivamente il capoccia risulta essere dai libretti il padre Lorenzo, ma in pratica il vero capoccia era il figlio in quanto accompagnava spesso il padre quando si facevano i conti colonici e che poi altri coloni di altri poderi avevano dei libretti intestati ai padri ma i capoccia erano i figli. Ribatte il Trabalzini Domenico che lui accompagnava ogni tanto il babbo perchè non conosceva i biglietti di banca e che i quattro libretti portati come prova dal Calastrini non erano validi perchè quei padri erano tutti morti da anni e non si era provveduto alla correzione del libretto, invece il suo babbo era vivo. Il Calastrini ribatte che non vi è differenza alcuna e che per quanto riguardava il biglietti di banca che il babbo non conosceva non era assolutamente vero perchè i soldi non erano mai corsi alla chiusura dei conti, come dire, ma quando si danno i soldi ai contadini ! Il giudice rigetta l'opposizione del Trabalzini condannando babbo e figlio al pagamento delle spese processuali, motivando la sentenza di condanna che i libretti intestati ai padri morti si potevano in qualche modo equiparare ai libretti intestati ai padri vivi e che il figlio era effettivamente il capoccia assistendo ai conti colonici, in quanto non veritiera la scusa dei biglietti di banca in quanto effettivamente non correvano. - Riscontro dei bestiami- Prospetto bestiami in essere dal 1 aprile 1864 al 31 maggio 1876- In circa 12 anni queste le variazioni più importanti: 1864- Vaccine 286 porcino 301 minuto(pecore ndr) 708 1876 Vaccine 445 porcino 538 “ ” 0 (finisce la pastorizia ) -Inserto Contratti e carte relative alla culture della Barbabietola per conto dello Zuccherificio di Cesa Anni 1875-76- All'interno varia corrispondenza tra lo zuccherificio e la fattoria nonché il contratto di semina e ritiro dove L'Agente Calastrini per conto del Ricasoli si impegnava a seminare 150 ettari di barbabietola da zucchero nelle fattorie di Abbadia e Acquaviva mentre il Sig. August Braubach ( nel frattempo defunto) si impegnava al ritiro e alla compera al prezzo corrente oltre a fornire il seme al prezzo di lit 2 al kg. - Inserto Fattoria dell'Abbadia A dì 16 maggio 1876- Premiazione per un Toro, in occasione del concorso agrario regionale di Firenze nell'anno 1875- All'interno si trovano lettere indirizzate al Barone Ricasoli scritte dal Prefetto di Firenze in nome e per conto del Ministro dell'Agricoltura Industria e Commercio dove sono riportate le congratulazioni per la vincita dei premi con l'indicazione per la riscossione degli stessi. I premi consistevano in una medaglia d'oro, una medaglia d'argento per il toro della Fuga 1 Bontà figlio di Codino alto 1, 64 di razza indigena Valdichiana- Femmine coperte 162 e due premi in danaro rispettivamente di lit.400, 00 e di lit 350, 00- Nelle carte si trova solo il certificato mentre non sono presenti i diplomi che probabilmente furono incorniciati e appesi, ovviamente neppure le medaglie. In altra lettera si fa riferimento ad un invio di altre due medaglie una d'oro e una di rame probabilmente di un altro concorso. Gli inserti relativi alle barbabietole e alla premiazione del toro sono in una parte rosicchiati dai topi e macchiati con liquido.

FALDONE 1876-1877 (GIULIO FE')

-Il faldone si presenta in alcune parti deteriorato (topi), ma i documenti interni risultano abbastanza integri e leggibili. E' un faldone con importanti documenti che segnano la fine della gestione della Fattoria del Barone Ricasoli a cui subentra l'altro socio iniziale il Conte Pietro Bastogi che acquista l'intera proprietà. D'ora in poi tutti i documenti, fatture e ricevute, sono intestati ai vari componenti della famiglia Bastogi inizialmente al Conte Pietro per circa un anno poi al figlio Giovanni Angelo.

All'inizio ci sono una serie di documenti che vanno dal n 1 al n 19 senza inserto o comunque tolti a suo tempo .Tra essi di notevole importanza una serie di lettere scritte dall'Agente Calastrini ai nuovi padroni della fattoria con cadenza settimanale con le quali si informa sull'andamento generale della fattoria e si richiedono precise istruzioni e autorizzazioni sui comportamenti da tenere e sugli affari da concludere. In tutte le lettere si informano i proprietari anche sulle condizioni meteo e sulle previsioni dei giorni a venire basate esclusivamente sulle esperienze consolidate dei contadini.

In una lettera del 4 settembre 1876 il fattore fa presente alla proprietà la continua richiesta dei contadini di poter avere nell'aia una capanna per il rimessaggio del tabacco e si chiede l'autorizzazione per la costruzione delle stesse al costo di lit, 60 ciascuna. In altra lettera viene fatto l'elogio del tabacco raccolto che si dice di ottima qualità , molto superiore a quello dalla val Tiberina. In altre ancora si invoca l'interessamento diretto dei padroni(Bastogi), presso la Direzione delle Strade Ferrate Romane poiché la Stazione del Salarco rimanga ad Abbadia e non venga spostata ad Acquaviva o a Fontago come vorrebbero altri notabili del luogo molto influenti sul comune di Montepulciano che sta discutendo su tale iniziativa. A tale scopo si raccolgono circa 100 firme. Altre richieste riguardano il nome da dare al nuovo podere ormai ultimato e se applicare lo stemma della famiglia Bastogi e di quale misura . In una corrispondenza , senza indirizzo, ma probabilmente indirizzata al Ricasoli si fa opera di convincimento affinchè questi cerchi di sistemare un ramo della famiglia Casini di 16 persone da lui disdettata che non riesce a trovare un altro podere e che è “alla fame e per le strade”. L'Agente suggerisce una soluzione: trasferire al podere Aiola3 dove lavorava il Casini una piccola famiglia che abita al podere Strada e non riesce a coltivarlo tutto e dare nuovamente al Casini una opportunità e di collocarlo avendone braccia sufficienti proprio al podere Strada. Il Ricasoli inflessibile e ormai fuori dai giochi risponde alla lettera dove fa assumere tutte le responsabilità dell'operazione al Calastrini ma sopratutto lo intima a farsi autorizzare da quello che lui chiama “ il suo nuovo principale” ossia il Conte Bastogi.

Inserto color bianco .”Fattoria dell'Abbadia 1876-1877, Documenti generali-

Doc. 51- Acquisto e collocazione in località Torre di una bascula della portata di kg.3500 per un costo di lit. 600 costruita dal sig. Butini? Di Siena.

Doc- 53- Raccolta barbabietole 1876. Kg. 416.250(q.li 4162,50)- San Pietro Nuovo q.li 357

Doc.-71- Nota del raccolto del tabacco anno 1876- n 28 licenze ai capoccia di altrettanti poderi della fattoria- La concessione è intestata al Barone Ricasoli per la coltivazione del tabacco di qualità detto SPADONE, peso totale delle 3 scelte kg. 23971.

Doc. 86- IL colono Diacinto Neri subentra al disdettato Domenico Trabalzini nel podere S.Pietro Vecchio.

Doc- 105- Non essendoci più allevamento delle pecore si acquista il concime pecorino dalla maremma per distribuirlo ai contadini per la concimazione delle terre.

Doc. 108- Fattoria dell'Abbadia- Spese di elemosine e spese pie dal 1 giugno 1876 per un totale di lit. 197,59. ( L'elevata spesa a sostegno delle opere della chiesa è la dimostrazione di come la borghesia terriera voleva, tramite questa, e al di la del puro aspetto della fede, influire e penetrare sulle coscienze delle masse contadine tenendole lontane dai movimenti anticlericali e socialisti che si stavano affacciando sul mondo rurale di quegli anni. Da ricordare come anche la stampa cattolica dell'epoca chiamava a raccolta e alla lotta i suoi seguaci contro il socialismo nel nome di Gesù Cristo Ndr).

Doc 110- Nota delle diverse spese commesse per il buon andamento della raccolta del tabacco dalla semente del medesimo in fino alla raccolta e consegna alla Regia come appresso a tutto questo dì 3 gennaio 1877.

Tra le spese figurano lit. 50 data a 10 contadini per aver ben custodito il loro tabacco a titolo di premio.( Nuove coltivazioni e nuove forme di incentivazione - Si affaccia forse per la prima volta in fattoria la meritocrazia in agricoltura, metodo si incentivante ma tendente anche alla divisione tra i lavoratori per poterne avere un migliore controllo. E' sempre lo stesso attrezzo del mestiere, mai in disuso, nelle mani dei padroni. “Divide et impera dicevano i latini”. ndr)

La vigilanza del tabacco era demandata a tal Giobatta Biagiotti. Le spese maggiori erano dovute ai lunghi soggiorni in fattoria degli impiegati della Regia per n 247 giornate a lit. 2

N. 111- Nota di cassa a tutto il 31 maggio 1876. Add' 18 agosto- Retratto di barili 200 di vino mandato al Calamandrei di Montepulciano a lit6. 7,25 al barile.

n. 112- Fattoria dell'Abbadia e Scrittoio di Firenze dal 1 giugno 1876 al 31.5.1877-

n.115- Nota spese del legname da costruzione. Si sta costruendo una nuova fabbrica non ancora denominata.

Inserto -Fattoria dell'Abbadia -Documenti spettanti al libro opere- Nell'interno documenti non numerati riguardanti il materiale comprato per la nuova fabbrica-

Ricevuta di lit. 160,00 per vecchio materiale di terra cotta e pietre fornito alla tenuta proveniente dall'antica Dogana presso Valiano- ( Per ora le carte non chiariscono se la Dogana sia stata acquistata dai Bastogi , però è certo che il nuovo podere che si chiamerà Clementina è stato costruito in parte con il materiale della Dogana ndr)( Se qualcuno ha delle notizie aggiunga pure).

Inserto carte e documenti spettanti al libro compra e vendita grasce e legnami- Doc. senza numerazione- “Nota dell'uva comprata dai seguenti per uso di colorire i vini di questa cantina e in poi tempo governarlo a ciò che acquisti di forza, avendo comprato tutte le uve nere coloranti in

canaiolo, colorino,e mammolo di collina come appresso- Segue lista fornitori.( Appare chiaro che nonostante i continui tentativi, la fattoria non riuscì mai come era nell'intento del Ricasoli a produrre un vino di alta qualità ndr)

Dal libro dei Bestiami in essere 1876-1877- Totale vaccine n 451, 38 da soma, 560 maiali.

- CONTI FRATELLI BASTOGI - FATT. ABBADIA 1876-1877 Carte diverse relative al saldo di un anno- (E' la prima cartella con l'indicazione della nuova proprietà Bastogi - vedi foto ndr)

Domanda di autorizzazione al prefetto di Siena per l'estrazione di rena e ghiaia dal fiume Foenna in luogo detto la Culva? Presso la confluenza col fiume Salarco.

Inserto- Tenuta dell'Abbadia - Nota delle vacche da razza con i rispettivi nomi questo dì 31 agosto 1876- Ci sono riportati tutti i nomi di 263 vacche da razza suddivise per poderi più i due tori della Fuga 1, Bontà e Manfredi- Vedi foto

Inserto movimento bestiami e movimento magazzini- Con l'arrivo dei Bastogi vengono introdotti in amministrazione i prospetti mensili riferiti al movimento del bestiame e a quello delle grasce dai magazzini.

FALDONE 1877-1878 (Giulio Fè)

Il faldone, già consultato in quanto erano stati tolti gli spaghi che tenevano i vari inserti, si presenta abbastanza integro, esclusi i lacci esterni laceri, e abbastanza leggibili in tutte le sue parti. La numerazione dei documenti è presente solo nel primo inserto - Contiene 5 cartelle-inserto.

Inserto Documenti Generali- 1 giugno 1877 -31 maggio 1878-

Dichiarazione dell'Agente Calastrini al Bastogi per la presa in consegna di Lit. 5000,00 in contanti per far fronte alle spese inierenti i restauri e muramenti alla Villa e fattoria più locali annessi. 15 maggio 1878-

Doc. 21- “Nota dei contadini da addebitarsi e addebitati in loro conto corrente per avere mietuto troppo alto, cioè per aver lasciato troppa paglia sul terreno nei campi alla mietitura dell'anno 1877 come appresso”: segue lista di n 28 poderi addebitati con un minimo di lit. 5 per Cappella ad un massimo di lit. 55 al Porticciolo1 per un totale di lit. 833,00-

Doc. 81 Nota spese del raccolto tabacco dell'anno 1877- Spese diverse metà dei coloni- Multe ai coloni per mancanza di foglie. Si evidenziano le multe fatte fatte ai poderi- Aiola3 Catena, Sciarti2, Strada, Stringaie per un totale di lit 200.

Doc. 105- Dalla nota delle copriture delle vacche, si apprende che nel 1877 i tori furono allevati oltre che alla Fuga1 anche al podere Porticciolo1-

Al podere Strada c'erano il somaro ed il verre da monta.

Doc. 113- Libro del movimento per la filatura della seta del 6 agosto 1877 al 31 maggio 1878- La direttrice della filanda percepiva lit 3 al giorno le maestre e le maestrine lit. 1,26-

Da un'annotazione risulta che nella filanda di Abbadia veniva filata anche la seta della tenuta di Acquaviva.

Direttrice POMPEA SACCHI

Sotto Direttrice SPERNZA SACCHI, nipote di Pompea

Maestre: Bufalini Elisabetta, Guazzini Perfetta, Piochi Adele, Rinucci Filomena, Valentini Sofia, Sacchi Speranza, Sonnati Alessandra, Tamagnini Angiola, Paolucci Rosa,Pagliai Angela, Sermini Caterina, Marchi Flora, Bianchi Carolina, Marchi Maria, Donnini Benedetta.

Maestrine: Fei Assunta, Del Furia Maddalena, Mecallini Carola, Neri Maddalena,Turchi Italia,Rossi Maria, Marchi Cesira, Santinelli Sestilia, Bui Teresa, Feci Gemma, Boschi Maria, Salvadori Filomena,Santinelli Nunziata,Turchi Giulia, Turchi Adelaide, Turchi Augusta, Del Furia Palmira, Contini Crementina, Rossi Maria, Fei Filomena.

Libro del vitto 1 giugno 1877 31 maggio 1878- Il Conte Bastogi si muoveva sempre con il cameriere Giuseppe al seguito.

Inserto- Conti Fratelli Bastogi -Fattoria dell'Abbadia 1877-1878 -Carte diverse-Saldo di un anno.

Corrispondenza: Nel maggio del 1878 l'Agente Calastrini informa sull'evolversi dei lavori edili in fattoria eseguiti dal muratore Valentini. A quella data sono già state fatte le facciate, le nuove persiane ed alcune stanze interne.

Vi è tra la corrispondenza Sun lettera anonima, senza indirizzo e senza firma, dove si suggerisce di coltivare solo Sun specie di tabacco e non due (Spadone e Lead Seaf) onde evitare le sempre più difficili diatribe tra il Calastrini e gli uomini della Regia, e l'ignoto scrittore propone di nominare per tutta la durata del tabacco un perito arbitro. ( dal contenuto sembrerebbe che l'autore fosse una persona molto competente sulla coltura del tabacco e si potrebbe supporre essere un alto responsabile della Regia ndr)

In una lettera datata 28 agosto 1877 il Calastrini scrive al Bastogi suggerendoli l'acquisto della Fattoria delle Chianacce del Sig. Ciacci e la Fattoria della Fratta, Scrofiano e Farnetella dei Conti Gori in quanto i due proprietari sarebbero lieti di vendere ai Conti Bastogi ad un prezzo ragionevole. In quanto prosegue il Fattore, si tratterebbe di vendita necessaria e non speculativa.

In altra corrispondenza del 21 luglio dello stesso anno si trattano 5 poderi del Sig. Paolozzi confinanti con la tenuta di Abbadia che è costretto a vendere per sistemare diversi creditori.

Metodo per formare i semenzai del tabacco- Preparazione del terreno e trapiantamento- Raccolta e cura della foglia- Vedi doc. all.

Il 28 aprile 1878 la Regia cointeressata dei tabacchi invia al Conte Bastogi Sun serie di disposizioni per la coltivazione sperimentale con premi del tabacco Avana, Kentuky, Virginia.

Poderi e coloni anno 1878

CATENACASTELLANI TOMMASO
PODERE NUOVO(Clementina)BIAGIOTTI BENEDETTO
S.ANNANERI ANGIOLO
S.VITTORIOTRABALZINI GIOBATTISTA
S.LUISAPETTI LUIGI
S.GIOVANNIMENCHICCHI GIUSEPPE
S.CRISTINACASSIOLI LUIGI
S.LEOPOLDOBIAGIOTTI GIUSEPPE
S.FERDINANDOBASTREGHI PASQUALE
S.CARLONANNOTTI FERIDNANDO
S.FRANCESCOTAMAGNINI GIOBATTA
S.PIETRONUOVOBENNATI FRANCESCO
S.ELISABETTAGRILLI BENEDETTO
FUGA1BASTREGHI FEDERIGO
FUGA2PALMERINI GIUSEPPE
SAGGINALIFUMI GIUSEPPE
AIOLA3MARCHI SANDRO
AIOLA4MENCHETTI GIOBATTA
AIOLA1MOZZINI LUIGI
FERRETTIPUCCI LUIGI
SCIARTI2MOZZINI GIOBATTA
SCIARTI1GHEZZI PIERANTONIO
PORTICCIOLO1ZANELLI FEDERIGO
PORTICCIOLO2TERROSI FRANCESCO
STRINGAIESONNATI FABIANO
STRADACASINI GIUSEPPE
CASA ORTOLANOTERROSI FEDERIGO
CAPPELLASANTINELLI
S.PIETROVECCHIONERI GIACINTO
FORNACE V.LMENCHICCHI SERAFINO
PINOFECI vedova
COLMATAFECI FEDERIGO
FONTE AL GIUNCOMARCHI SANTI
FORNACE N.L.CONTEMORI IACOPO
AIOLA2PAGLIAI GIACINTO

FALDONE 1878-1879 (Giulio Fè)

Faldone nel suo complesso ben conservato.

Inserto verde- Conti Fratelli Bastogi-Carte diverse -Saldo di 1 anno 1878-1879.

All'interno:

Libretto delle spese commesse per la nuova facciata della villa e locali annessi e per il restauro del nuovo quartiere ad uso di fattoria e rimessa-Questo dì 6 agosto 1878-

Doc. n 3- Nota di spese commesse nella sera dell'arrivo delle loro Eccellenze Giavanni Angelo dei Conti Bastogi e la Marchesa Clementina Rondinelli Vitelli, giorno 15 luglio 1878 come appresso:

Festa dal 15 al 21 luglio 1878. Spese commesse per ordini dell'Illmo Conte G.A Bastogi.

Lit. 385,oo per trasporto e rinfresco ai bandisti

Per numero 35 ragazze per il suo ricevimento nel piazzale presso la parte principale della villa in atto di ossequio a lit. 5,oo cadauna, lit. 175

Spese aggiunta al Palio 100

All'asilo di montepulciano 200

Da una ricevuta del fuochista teatrale Raffaello Turchi: lit 154,30 per fuochi d'artificio alla villa, lit. 209,00 per fuochi d'artificio a Sciarti, lit.26,80 per palloni volanti.

Per noleggi di roba in colore e bianca per addobbi palchi, circolo, e chiesa più i vestiti per i fantini.

Per sopralluogo ingegnere del genio civile per verifica stabilità palchi eretti per la tombola e corse nella parrocchia di Sciarti lit 22,65-

Ricevuta di lit. 40,00 della tipografia e cartoleria Fumi per stampa di n 500 copie poesia in onore di Maria Santissima dedicata agli sposi-

Ricevuta di lit. 46,00 della tipografia libreria Fumi per n 320 esemplari programma della festa religiosa agli Sciarti-

Per candele e ceri lit. 119,00

Nota spese in occasione della festa agli Sciarti del 21 luglio 1878 totale 1516,22. Tra cui premio tombola lit 250,00, donazione all'asilo di Montepulciano. Premio corse lit. 200,00. lit. 621,80 per fuochi e illuminazione. Banda e orchestra lit 187,20.

Lit. 142,oo per vitto musicanti, carabinieri, guardie municipali, incaricati alla tombola e carrai trasportatori

Totale spese 2751,22.

Nota spese commesse per uso della montatura della villa lit. 1534,02-

Nota spese commesse durante la villeggiatura dell'Illmo Conte Giavanni Angelo Bastogi a questa villa dell'Abbadia lit. 1105,36.

Nota spese del Cappellano di Sciarti Don. Gaetano Dingacci ai Bastogi: spese occorse nella esposizione solenne di Gesù Sacramentato praticato nell'oratorio di Sciarti a suffragio dell'anima della fu Contessa Adele Bastogi, nel giorno 14 luglio 1878- Fu esposto il Venerabile dalle ore 5,30 alle ore 12,30 e dalle ore 4 pomeridiane alle ore 6,3o pomeridiane con 14 messe a suffragio compresa la cantata.

Perizia per la mano d'opera e materiali occorrenti per stonacare e rintonacare a nuovo la villa e tutti gli annessi e compreso ancora il restauro per il quartiere a uso di fattoria, tutto compreso cioè mano d'opera di muratore falegname scalpellino e fabbro e materiali di fornace, legname ferro e pietrame e colori diversi per la somma di lit. 3.244,00.( I lavori iniziati a marzo finirono i primi di luglio 78 e furono utilizzati come manovali, portatori di acqua e portatori materiale con le bestie, numerosi contadini ndr).

Inserto -Abbadia conti della Villa (inventario)-

Nota spese rimessa direttamente al Sig. Conte G.A. Bastogi dal decoratore e riquadratore Giuseppe Giani per lavori eseguiti alla sua villa chiamata Abbadia nei pressi di Montepulciano Totale lit. 998,00 più spese viaggio in terza classe sua e del figlio più 4 uomini lit. 132,00-

Nota spese di lit. 11730,20 del tappezziere fiorentino Giuseppe Ricchi per lavori di tappezzeria fatti alla sua villa alla Badia, di cui 1576,00 solo per la camera del sig. Conte G.A.

Nota spese del negoziante orticoltore Ferdinando Scarlatti per acquisto piante : limoni, aranci, rose ecc. per un totale di lit 1297,60.

Nota spese dei f.lli Mannucci doratori e verniciatori ai Bastogi per i lavori fatti alla sua villa dell'Abbadia per lit. 3374,79.

Nota spese di Giuseppe Petrioli per la mobilia portata e consegnata alla villa della Badia lit. 6756,00

come appresso:

- 1 baldacchino per il letto del matrimonio della villa

- 1 Cassone da biancheria lungo mt 1,40 largo cm 0,60 alto cm 0,80 con ferri e toppe.

- 1 Tavolone con fascie e piedi torniti largo mt 1,40 lungo mt 3 di legno grosso

- 1- fatto un lavabo di noce grande e suoi sportelli e suoi marmi lungo mt 1,50 largo mt 0,70 impiallacciato dentro e fuori.

- 6 panchette di noce alla romana per il bagno lustrati

- 4 guardaroba di abete di moscovia 2 da abiti e due da vestiti

- 36 sedie di vienna tessute di giunco nere e bianche di quelle grandi

- 1 tavolo da allungare di noce grande massello

-2 consolle grandi, 2 specchi con ossatura intagliata

-2 tavoli da disegno a 4 piedi di noce

-2 cassette di noce da sputare

-2 mobiloni alla russa di noce grandi e con colonne tornite

-2 sedie tornite di alona con spagliera

- 6 sgabelli portatili 4 grandi e 2 piccoli

- 12 sedie di noce per la sala da pranzo intagliate

- 112 metri di cornice dorata per il salotto accanto alla camera da letto

-28 telai da tenda sagomati

-6 telai da tenda più piccoli

- tutta la cornice del salotto a bullette di ottone

- 2 tagerre? di noce con specchi nel salotto accanto alla camera

-1 tagerre grande in salotto da pranzo tutto di massello e stecchi intagliato con amore d'arte.

-2 librerie di noce nella galleria del primo piano con cristalli

-2 attaccapanni neri a voltice tutti votati dal massello e quindi tutti intagliati

-1 tavola grande del primo piano di noce con 2 cassettoni

-2 casse panche di noce per l'ingresso più specchiere e gambe tornite e sportello sopra e spagliera sagomata con cornice

-3 cappellinai grandi torniti

-1 asse da stirare

- 4 palchetti da armadio della biancheria dei vecchi

?- abetelle per le bandiere lunghe mt 4,50

-1 consolle nera e specchio con marmo

-4 cantoniere di noce e colonne tornite accanto al salotto da pranzo

-1 dispensone di noce e suoi cristalli di un sol pezzo tutti e fuori capitelli e mensole e frontone

-1 tavolo a disegno con colonna intagliata al piano terreno nel salottino

-1 sgabello a vite per il pianoforte

-2 librerie nere per la stanza dello scrittoio con cristalli

-1 armadio nero per lo studio grande con casette esterne

-6 cassette da sputare

-2 inginocchiatoi neri coperti di velluto rosso intagliati nella parte davanti e di dietro

-6 panchetti torniti per sotto i piedi

-6 sedie nere per il salotto e studio

-? divani del biliardo con pedana e spagliera a squadra e golsotto per comodare i piedi, armato tutto in regola.

Inserto- nota del conto dei lavori di magnano a Giuseppe Petrioli-Dare per lavori di ferramenta ed affissi della villa della Chiana di Montepulciano lit. 2.694,50.

Nota o conto dei lavori di vetraio a Giuseppe Petrioli lit. 1092,90.

Nota dei terreni anno 1876- Lettera del contadino Anselmo della Giovampaola del podere Granai di Acquaviva al conte Pietro Bastogi dove lamenta l'uccisione del suo cane che l'aveva seguito quando con il carro era andato in fattoria a portare il tabacco, ad opera del sottofattore Donato N. della sua fattoria. ” Nonostante che lo implorassi: Sig. Donato non me lo ammazzi che lo meno via subito“ gli tirò in modo brutale una fucilata nel petto alla presenza degli altri coloni e del fattore Calastrini.(Dalle carte che seguono e dopo accertamenti anche se non è ben chiaro sembra che il Donati sia stato licenziato ndr).

Dalla nota delle piante di tabacco Sead Lead del 1879 apprendiamo che il nuovo podere si chiama CLEMENTINA, nato nelle terre fino ad ora denominate Valiano2.

Serie di corrispondenze tra l'avvocato Grugni, il fattore, ed il Bastogi, circa la demolizione o restauro, sollecitato dalla sovraintendenza idraulica, del ponte sul Canale Maestro che collegava la tenuta Bastogi con quella delle Chianacce del Sig. Ciacci denominato”Ponte del Cherubino“. Il ponte fu definitivamente demolito agli inizi dell'autunno 1878 e il materiale diviso equamente con la fattoria delle Chianacce.

Annotazione: 20 aprile 1879, nevicata in fattoria.

In una lettera del 22 marzo 1879 il Bastogi si lamenta con il fattore di non aver ricevuto più notizie circa il grave ferimento del colono Trabalzini di San Vittorio ad opera del figlio.

4 novembre 1878- Lettera con disegni dimostrativi della copertura dei limoni e degli altri frutti per l'inverno - vedi fig.

3 settembre 1878. Viene graziato il lavoratore di S.Elisabetta Benedetto Grilli a cui viene prolungato il contratto di mezzadria per 1 anno e con la promessa di cambiare capoccia e di lavorare di più. Non manca il Bastogi di redarguire il fattore sul comportamento da tenere quando si predono decisioni di disdettare i contadini e lo ammonisce dicendogli di pensarci bene prima di eseguire, e che ritornare sopra le decisioni prese è un segno di debolezza che potrebbe in seguito ritorcersi contro.

13 dicembre 1876- Pietro Bastogi rassicura il fattore che si è interessato presso il ministro e quindi la stazione resterà al Salarco.

21 settembre 1876 ultima lettera del Ricasoli- vedi fig.

9 agosto 1876, prima lettera del Bastogi.

APPUNTI FALDONE DOC. 1912/1913 (GIULIO FE')

- La Contessa Bastogi per la riparazione della macchina con motore diesel 15 cv marna M.A.N. si serve direttamente alla casa madre di Monaco succ. di Amburgo? -Vedi relativa fatt. in lingua tedesca tradotta in italiano - Esisteva in Bettolle un carroziere per barrocci, tale GIOVACCHINI IRENO - Il 10-10-1912 il cappelano di S.MARIA A SCIARTI- DON NELLO CHIUSURRI- rilascia ricevuta per 5o messe dette ai Bastogi per lit. 50, 00 - Il 3 gennaio 1913 vengono rifatti i pilastyri in pietra serena al cancello della fattoria - Fatt del fabbro Vignai di Abbadia per riparazioni biciclette ai sigg. ITALO- CANDITO-UMBERTO- CALERI - Fatt. dell'orologiaio fiorentino Piacenti relativa ad un debito del 1904 per riparazioni e restauri a 17 orologi a pendolo in fattoria- I più prestigiosi di marca Parigi sono dislocati 1- Ingresso laterale fattoria Sala ingresso villa Sala biliardo Camera Contessa Scrittoio Fattore - Nel 1913 esisteva in Montepulciano la “Banca popolare di Montepulciano” - Nel 1913 entra colono a S. Vittorio ROGHI SANTI - Fatta arrivare da Dresda 25 kg di colla pregiata per parati. - Scarsa la produzione di fieno che veniva acquistato dalla fatt. delle Capezzine - 11 Maggio 1913 muore il Fattore o Agente GAETANI RAZZOLINI, l'annuncio viene pubblicato sui giornali “La gazzetta della chiana dell'Orcia e dell'Arbia e su” l'Araldo Poliziano” esistono ricevute- La morte sembra dai documenti non prevista, infatti l'ultima lettera al Conte Bastogi è del 6 maggio dalla quale non sembrano esserci problemi. Comunque lo stesso nel mese di Ottobre aveva fatto testamento che si trova agli atti dove lascia i suoi averi alla moglie e alle figlie. Esiste documento sottoscritto dalla moglie NELLA CAMILLETTI NEI RAZZOLINI col quale vengono saldati i crediti esigibili verso i Bstogi per un importo di Lit. 10225, 21 - Sembra cambiare il cappelano di Sciarti, una ricevuta per messe celebrate viene emessa a nome DON CESARE FE'cappelano di Sciarti - IL 1 GIUGNO 1913 SUBENTRRA AL FATT. RAZZOLINI IL FATTORE ITALO CIUFFI CHE PRENDE LE CONSEGNE COME DA DOC. FOT. ALLEGATO - 2 GIUGNO 1913. INIZIA COSI' LA STORIA DELLA FAMIGLIA CIUFFI NELLA FATTORIA DELL'ABBADIA CHE ACQUISTERANNO CIRCA 15 ANNI DOPO IL NOME DI ITALO CIUFFI COMPARE PER LA PRIMA VOLTA IN UNA RICEVUTA DI PAGAMENTO(Vedi doc 179 foto) DELLE FERROVIE DELLO STATO ESATTAMENTE IL 2 GIUGNO 1913 ALLE ORE 19 QUANDO DALLA STAZIONE DI MONTEPULCIANO SPEDISCE (forse una mucca..scrittura illegibile) a S. MARINO. immagini3immagini4immagini5immagini6

APPUNTI FALDONE 1913-1914 Giulio Fè

1- Nell'anno 1913 veniva coltivato il tabacco in 32 poderi su 34. La legna per l'essiccazione non avendola disponibile in azienda veniva acquistata . Serviva circa un vagone a podere da un minimo di 82 ad un massimo di 168 qli.- I maggiori fornitori erano le ditte Covarello Sabatino di Città della Pieve e Amedeo Guazzini di Sinalunga.

2- Nel 1913 i raccolti di grano e tabacco di tutti i poderi erano assicurati per grandine e incendi con le Assicurazioni Reale e Fondiaria.

3- Non tutti i poderi disponevano di prati per fieno sufficienti al proprio fabbisogno. All'occorrenza veniva acquistato alle Ferriere che disponevano di grandi estensioni prative.

4- Funi, paiali, briglie e tutte le corde occorrenti ai mezzadri venivano fornite dalla ditta F.lli Zacchei di Sinalunga.

5- Il 27 luglio del 1913 vi fu una grossa grandinata che distrusse gran parte del raccolto. I coloni furono rimborsati per quota parte del 50% dalle assicurazioni.

6- Nel 1913 ci fu un eccezio

11- il 9-11-1913 il Ciuffi riesce a convincere il Bastogi a cedere a mezzadria il podere Catena alla famiglia Bernardini che ritiene idonea e di buona moralità a differenza di altre proposte ed in più dispone di 8 uomini DA LAVORO in un totale di 17 persone che compongono la famiglia.

12- Il 15-12-1913 muore la fattoressa Lazzerini Carolina-Per la sua sostituzione c'è una discreta corrispondenza tra l'Agente Ciuffi e il Bastogi Gioacchino in quanto una certa Sig.ra Salvi di Colle Val d'Elsa proposta dall'Agente Ciuffi per l'assunzione, ha un figlio di 13 anni, il che contrasta con la regola che sia i fattori che le fattoresse dovrebbero essere celibi.



APPUNTI FALDONE DOC. 1912/1913 (GIULIO FE')

  1. La Contessa Bastogi per la riparazione della macchina con motore diesel 15 cv marna M.A.N. si serve direttamente alla casa madre di Monaco succ. di Amburgo? -Vedi relativa fatt. in lingua tedesca tradotta in italiano
  2. Esisteva in Bettolle un carroziere per barrocci , tale GIOVACCHINI IRENO
  3. Il 10-10-1912 il cappelano di S.MARIA A SCIARTI- DON NELLO CHIUSURRI- rilascia ricevuta per 5o messe dette ai Bastogi per lit. 50,00
  4. Il 3 gennaio 1913 vengono rifatti i pilastyri in pietra serena al cancello della fattoria
  5. Fatt del fabbro Vignai di Abbadia per riparazioni biciclette ai sigg. ITALO- CANDITO-UMBERTO- CALERI
  6. Fatt. dell'orologiaio fiorentino Piacenti relativa ad un debito del 1904 per riparazioni e restauri a 17 orologi a pendolo in fattoria- I più prestigiosi di marca Parigi sono dislocati 1- Ingresso laterale fattoria
  • Sala ingresso villa
  • Sala biliardo
  • Camera Contessa
  • Scrittoio Fattore
  1. Nel 1913 esisteva in Montepulciano la “Banca popolare di Montepulciano”
  2. Nel 1913 entra colono a S. Vittorio ROGHI SANTI
  3. Fatta arrivare da Dresda 25 kg di colla pregiata per parati.
  4. Scarsa la produzione di fieno che veniva acquistato dalla fatt. delle Capezzine
  5. 11 Maggio 1913 muore il Fattore o Agente GAETANI RAZZOLINI, l'annuncio viene pubblicato sui giornali “La gazzetta della chiana dell'Orcia e dell'Arbia e su” l'Araldo Poliziano“ esistono ricevute- La morte sembra dai documenti non prevista, infatti l'ultima lettera al Conte Bastogi è del 6 maggio dalla quale non sembrano esserci problemi. Comunque lo stesso nel mese di Ottobre aveva fatto testamento che si trova agli atti dove lascia i suoi averi alla moglie e alle figlie.

Esiste documento sottoscritto dalla moglie NELLA CAMILLETTI NEI RAZZOLINI col quale vengono saldati i crediti esigibili verso i Bstogi per un importo di Lit. 10225,21

  1. Sembra cambiare il cappelano di Sciarti, una ricevuta per messe celebrate viene emessa a nome DON CESARE FE'cappelano di Sciarti
  2. IL 1 GIUGNO 1913 SUBENTRRA AL FATT. RAZZOLINI IL FATTORE ITALO CIUFFI CHE PRENDE LE CONSEGNE COME DA DOC. FOT. ALLEGATO
  3. 2 GIUGNO 1913. INIZIA COSI' LA STORIA DELLA FAMIGLIA CIUFFI NELLA FATTORIA DELL'ABBADIA CHE ACQUISTERANNO CIRCA 15 ANNI DOPO

IL NOME DI ITALO CIUFFI COMPARE PER LA PRIMA VOLTA IN UNA RICEVUTA DI PAGAMENTO(Vedi doc 179 foto) DELLE FERROVIE DELLO STATO ESATTAMENTE IL 2 GIUGNO 1913 ALLE ORE 19 QUANDO DALLA STAZIONE DI MONTEPULCIANO SPEDISCE (forse una mucca..scrittura illegibile) a S. MARINO.
Ricevuta spedizionefatt_2.jpgscansione0002.jpg


APPUNTI FALDONE 1913-1914 Giulio Fè

1- Nell'anno 1913 veniva coltivato il tabacco in 32 poderi su 34. La legna per l'essiccazione non avendola disponibile in azienda veniva acquistata . Serviva circa un vagone a podere da un minimo di 82 ad un massimo di 168 qli.- I maggiori fornitori erano le ditte Covarello Sabatino di Città della Pieve e Amedeo Guazzini di Sinalunga.

2- Nel 1913 i raccolti di grano e tabacco di tutti i poderi erano assicurati per grandine e incendi con le Assicurazioni Reale e Fondiaria.

3- Non tutti i poderi disponevano di prati per fieno sufficienti al proprio fabbisogno. All'occorrenza veniva acquistato alle Ferriere che disponevano di grandi estensioni prative.

4- Funi , paiali, briglie e tutte le corde occorrenti ai mezzadri venivano fornite dalla ditta F.lli Zacchei di Sinalunga.

5- Il 27 luglio del 1913 vi fu una grossa grandinata che distrusse gran parte del raccolto. I coloni furono rimborsati per quota parte del 50% dalle assicurazioni.

6- Nel 1913 ci fu un eccezionale raccolto di barbabietole con una media di qili 430,19 per ettaro. Le barbabietole venivano coltivate in tutti i poderi e vendute alla Società Ligure Lombarda -Fabbrica Zucchero di Montepulciano.

7- Già nei primi anni del 900 come poi riscontrato a circa metà secolo , venivano con una certa frequenza macellati bovini e distribuiti alle famiglie contadine che pagavano ad un prezzo concordato la metà padronale.

8- Nel 1913 venivano usato i seguenti concimi chimiciper il grano: Perfosfato minerale, solfato di ammoniaca e sangue secco…- Venivano regolarmente fatte analisi al terreno da coltivare dalla Stazione Agraria di Modena.

9- Il fieno raccolto negli argini dei fiumi veniva pagato al Demanio e addebitato per quota parte ai coloni.

10- Doc n° 93- Il ministero dei lavori pubblici manda avviso di pagamento(riscossione) al Bastogi per indennità abbattimento alberi per riforma PONTE DELLE AIOLE sul Foenna. (Vecchia Foenna ?) Si tratta per caso di quello fattoci notare(i pochi resti) da Alessandro durante la nostra gita ai poderi della Fila??

11- il 9-11-1913 il Ciuffi riesce a convincere il Bastogi a cedere a mezzadria il podere Catena alla famiglia Bernardini che ritiene idonea e di buona moralità a differenza di altre proposte ed in più dispone di 8 uomini DA LAVORO in un totale di 17 persone che compongono la famiglia.

12- Il 15-12-1913 muore la fattoressa Lazzerini Carolina-Per la sua sostituzione c'è una discreta corrispondenza tra l'Agente Ciuffi e il Bastogi Gioacchino in quanto una certa Sig.ra Salvi di Colle Val d'Elsa proposta dall'Agente Ciuffi per l'assunzione, ha un figlio di 13 anni, il che contrasta con la regola che sia i fattori che le fattoresse dovrebbero essere celibi.


FALDONE 1927-1928 GIULIO FE'

Poderi e mezzadri della fattoria nell'anno 1927

  1. ADELE- Bennati Giuseppe
  2. AIOLA- Mozzini Virgilio
  3. CAPPELLA- Santinelli Ferdinando
  4. CASA DELL'ORTOLANO- Ludovichi Serafino
  5. CATENA 1- Pastonchi
  6. CATENA 2- ——————
  7. FERRETTI- Meniconi Riccardo
  8. FORNACE- Rossi Vittorio
  9. FUGA 1 - Bastreghi Leopoldo
  10. FUGA 2- Palmerini Ferdinando
  11. GIOVACCHINO- Rocchi Gustavo
  12. GIOVANNI ANGELO- Millacci Giuseppe
  13. PINO- Roghi Ferdinando
  14. PORTICCIOLO 1 - Menchetti Antonio
  15. PORTICCIOLO 2- Pucci Giuseppe
  16. RICCARDO- Mazzolai Antonio
  17. SAGGINALI- Bracciali Emilio
  18. S.ANNA- —————-
  19. S.CARLO- Nannotti Pietro
  20. S.CRISTINA- Terrosi David
  21. S.ELISABETTA- Feci Emilio
  22. S. FERDINANDO- Castellani Angelo
  23. S.FRANCESCO- Paolucci Anastasio
  24. S.GIOVANNI- Menchicchi Eugenio
  25. S,LEOPOLDO- Beligni Orlando
  26. S. LUISA Petti Giuseppe
  27. S.PIETRONUOVO- Biagiotti Giovanni
  28. S PIETROVECCHIO Vannuzzi Pietro
  29. S.VITTORIO- Roghi Eugenio
  30. SCIARTI 1- Mozzini Silvio
  31. SCIARTI 2- Bernardini Carlo
  32. STRADA- Botarelli Giuseppe
  33. STRINGAIE- Meacci Antonio

Senza indicazione di podere ma senz'altro da inserire in quelli mancanti ci sono i coloni Menchicchi Eugenio, Marchi Giusepp, Neri Leeopoldo

- Nel 1927 si ripara la dinamo della centrale elettrica presso la ditta Gallucci di Montepulciano - Nell'anno 1927 c'era in fattoria una macchina Fiat 503

- Nel 1927 pagavano la tassa di lit 15,10 n° 47 carri agricoli e lit 30,10 n° 15 barrocci - Concimi usati Perfosfato minerale, calce cianammide, nitrato sodico.

- Nel 1927 in tutti i poderi si coltivava il tabacco

- Da una quietanza INAIL n 2337 doc 35 datata 5-7-1927 risulta che il Sig. Ciuffi Italo era ancora affittuario della fattoria dell'Abbadia

- Nel 1927 per murare si estraeva la ghiaia nell'alveo del Salarco

- Nel 1927 vengono mandate le disdette ai coloni: Menchetti Antonio(Porticciolo1), Mazzolai Antonio(Riccardo) Terrosi David (S.Cristina), Paolucci Zelindo (S.Francesco) Vannozzi Pietro(SPietro Vecchio) con relativo addebito agli stessi delle spese giudiziarie -

- Nel 1927 le spese per la Chiesa di Sciarti ammontavano a Lit. 1393,27 compresi i 12 mesi di stipendio a don Fiorini per lit 130.

-Da alcune pezze d'appoggio risulta chiaramente che al momento della stipula del contratto di Mezzadria ad un nuovo lavoratore e quindi prima di prendere in possesso il podere, (che non era istantaneo ma potevano passare diversi mesi) si doveva versare una sostanziosa caparra, differente a seconda della grandezza dei poderi delle scorte ecc. Essa serviva al proprietario per salvaguardarsi da un possibile recesso del colono prima della presa in possesso del podere. Al momento dell'entrata in possesso era stabilito che i soldi versati dal colono dovevano andare nel suo avere del c/c di fattoria. Al momento non è dato sapere quando, come e se esse venivano restituite del tutto o parzialmente. Le due caparre riscontrate in questo faldone sono una di Lit 5000 e una di lit 2000.

- Riparato carro a quattro ruote per il trasporto della cabina elettrica.

-Alla chiusura dei conti dell'anno 1927 vi erano questi residui crediti renumerati al 4%

ADELE LIT. 2000 INT 80 AIOLA 2000 80 CAPPELLA 1500 60 CATENA 2 7500 300 FUGA 1 1000 40 FUGA2 1000 40 PINO 2000 80 PORTICCIOLI 1 14000 560 PORTICCIOLO2 4000 160 S.CARLO 6500 260 S.CRESTINA 6000 240 S.FRANCESCO 5000 200 S.GIOVANNI 6000 240 S.LEOPOLDO 2000 80 S.LUISA 6000 240 S.PITRONUOVO 3000 120 S.VITTORIO 20.000 800 SCIARTI II 15.000 600 STRADA 1500 60 STRINGAIE 2000 80

(n.dr. Non è dato sapere se i saldi attivi sui conti dei mezzadri siano in tutto o in parte le caparre versate( da escludere per diversi coloni che abitano quei poderi dal 1800) E quindi rimane materia di approfondimento. Il dato di S. Vittorio è eclatante se si considera che in quell'anno il prete di Sciarti ha preso per tutto l'anno lit 130 di stipendio oppure se un ettaro di terreno buono per coltivare fagioli veniva affittato a lit. 800 annue.)

-Ai poderi AIOLA, RICCARDO, S.CRISTINA, S.GIOVANNI, S.LUISA, si allevavano cavalli di razza inglese, bretone e irlandese con tanto di certificazione di monta del Ministero dell'Economia Nazionale. D..G. dell'Agricoltura- Le monte venivano fatte dagli stalloni selezionati delle Capezzine- - Già negli anni 27-28 si effettuavano fecondazioni artificiali sulle fattrici di razza chianina -CURIOSITA' Pubblicità sulle scatole di ceretta della ditta “Crema Giapponese di ZANELLI ADOLFO”: Qual'è il lucido ideale che ti lustra lo stivale in un modo senza uguale come fosse la coppale E' la Crema Giapponese che riduce tempo e spese!


FALDONE ANNI 1943/1944

- Nell'anno 1943 era in costruzione il podere S. MAURIZIO - Negli anni '43/'44 gli operai della Fattoria oscillavano a secondo delle stagioni da 30 a 50 . Tre erano gli impiegati da 3 a 5 i salariati. - Anno 1943 , la Federazione Fascista Agricoltori richiede un contributo per il CONI al camerata Ciuffi.

(da notare la dizione nella ricevuta ” contributo volontario a favore , attività sportive del partito, quindi PARTITO=CONI=STATO )

- Al Torrione esisteva un Dopolavoro Aziendale come da ricevuta della SIAE - Lavori più frequenti per gli operai di fattoria: falegnameria, giardino, orto, cantina, escavazione ghiaia, vigne(fosse) , muratori al podere nuovo, vaglio, rischiaratura gelsi). - Per entrare mezzadri in un podere della fattoria era obbligo versare una caparra di Lit. 4000 come da documento a firma Fatt. Santini“ Presa in possesso del podere Sciarti II dal colono Bardelli Gino e la sua famiglia di 22 persome con versamento di una caparra di Lit. 4000, a garanzia degli obblighi sottoscritti(da verificare se era per tutti) - Baco da seta- Cosegna bozzoli del 1.7.43 - I bachi venivano allevati in 17 poderi su 35. Il fallimento delle cove e relativa perdita addebitata al colono ( vedi mastrino) nei poderi di Avanguardia , S. Cristina , S.fERDINANDO. Il maggior produttore dell'anno S. Vittorio, la maggio resa tra seme e prodotto finito Sciarti II. -Luglio 1943 - 7 disdette colononiche tramite Avv. Vincenti ai coloni: Posani Primo, Bastreghi Leopoldo, Nannotti Federigo, Bernardini Carlo, Bianconi Pasquale, Becarelli Martino, Meacci?- da notare che le spese di registrazione ecc erano a carico dello stesso colono. esiste ricevuta di addebito sul c/c allo scrittoio di lit 194,45 del Bianconi del pod. Sciarti II -Novembre 1943 - Si annotava: generi alimentari consegnati al Comando tedesco per Lit. 1004,00. - Trebbiatrice aziaendale marca “BUBBA” - Auto padronale 1100 (fiat?) e Balilla - Gli abiti (monture) per il guardiacaccia venivano cucite dalla Sartoria “Gino Rachini” di Valiano - Le attorature venivano fatte ai poderi Avanguardia (2 tori) Porticciolo I (3 tori) -Le mucche da latte in tre poderi , S.pietro Vecchio, Sciarti I s.elisabetta -Al 31.1.43 vi erano presenti tra tutti i poderi della fattoria 707 capi di bestiame -Maggior allevamento con 32 capi -pod Riccardo minor produttore con 8 capi poderi Cappella e Pino. - Tra le scritture contabili si trova addebitato un importo al colono Meniconi per 3 vacche non gravide (ninfa, oretta, nardosa) garantite alla consegna stima al colono Serafini. - Scrittura a credito per rimborso contributi uniificati ai coloni di Adele, Catena, Clementina, Fuga2, S Anna , Strada , Stringaie , S.maurizio, a causa del richiamo alle armi a settembre 43- In sostituzione dei richiamati venivano inviati degli operai la cui paga era a carico per metà del colono del podere. - Le chiusure contabili tra padrone e mezzadro avvenivano il 1 febbraio di ogni anno. - Scorte vive= animali, Scorte morte =foraggi, semi ecc, Scorte morte fisse= Macchinari, Scorte morte circolanti= sementi -La cessazione di colonia e relativo subentro erano tutti formalizzati a cura della Federazione Sindacati Fascistie Unione Sindacati Fascisti Agricoltori(vedere perizia tra Bracciali e Bstreghi(Casa dell'Ortolano) -Ai coloni venivani pagati i viaggi per il trasporto grano in fattoria. - Si pagava il bollo di circolazione sul carro agricolo pari a Lit. 12,50 annue - Ripartizione spese energia elettrica per la trebbiatura lit 0,90 a q.le a carico del colono - 1943- Avevano la corrente elettrica 19 poderi(adele, avanguardia,catena, clementina,fugs 1 fugs2 riccardo, s.anna s.carlo s.cristina, s.elisabetta, s,ferdinando, s, francesco, s, giovanni, s, leopoldo, s, luisa, s.pietro novo, s.vittorio, s.maurizio) - Trebbiavano con la macchina a vapore gli altri 16 - Il tabacco veniva coltivato in tutti i poderi( maggior produzione dell'anno s.leopoldo - Nel 1943 c'era l'acqua del vivo in 18 poderi - Maggiori allevatori bovini (riccardo con 32 capi) suini (s.leopoldo con 33 capi) Mucche ( 2 a sciarti, 1 a s.pietro vecchio e a s.elisabetta) - per la castrazione dei suini c'era una ditta specializzata: Ditta ErbettiTeodoro e figli-CASTRATORI- Marciano della Chiana AR-

SEGUE QUARTO FALDONE


Lista Poderi Agosto 44 e relativi nominativi famiglie

  1. ADELE = BENNATI ADELMO
  2. AIOLA = MOZZINI GINO
  3. AVANGUARDIA = CASTELLANI GINO
  4. CAPPELLA = MECONCELLI QUINTO
  5. CASA ORTOLANO = BRACCIALI V.L
  6. CATENA = PASTONCHI GINO
  7. CLEMENTINA = BASTREGHI V.L
  8. FERRETTI = SERAFINI ETTORE
  9. FORNACE = ROSSI ANGIOLO
  10. FUGA I = SALVADORI PIETRO
  11. FUGAII = PALMERINI GIUSEPPE
  12. GIOVACCHINO = ROCCHI GIULIO
  13. G.ANGELO = ROSSI AMERIGO
  14. PINO = DONNINI AGOSTINO
  15. PORTICCIOLO I = MENCHETTI RICCARDO
  16. PORTICCIOLO II=BECARELLI MARIANO
  17. RICCARDO = FALCIANI PIETRO
  18. SAGGINALI = BRACCIALI EMILIO
  19. S.ANNA = NERI EMILIO
  20. S.CARLO = NANNOTTI FEDERIGO
  21. S.CRISTINA = ??MASIEN FARAULE??
  22. S.ELISABETTA = MARTINELLI MAURIZIO
  23. S.FERDINANDO = FERI SABATINO?
  24. S.FRANCESCO = BERNARDINI VITTORIO
  25. S.GIOVANNI = MENCHICCHI QUIRINO
  26. S.LEOPOLDO = BELIGNI NELLO
  27. S.LUISA = PETTI GIUSEPPE?
  28. S.MAURIZIO = MAZZETTI?
  29. S.PIETRO NUOVO = BOTARELLI GIUSEPPE
  30. S.PIETRO VECC =SEMOLINI LEOPOLDO
  31. S.VITTORIO = ROGHI EUGENIO
  32. SCIARTI I = MOZZINI SABATINO
  33. SCIARTI II = BIANCONI
  34. STRADA = POSANI PRIMO
  35. STRIGAIE = MEACCI FLORINDO
  36. S.MADDALENA = BRACCIALI OTTAVIO
  • Doppia mensilità e mance natalizie solo a impiegati e salariati
  • mucche d latte in tre poderi: S.Pietro vecchio, sciarti II, S Elisabetta (anno 44)
  • Attorature lit., 500 Avverrature lit 300( Verre al podere Casa dell'ortolano)
  • Venivano fatte pagare al colono la superficie per la semina dei fagioli e dei ceci- Terra buona lit 1,50 al m2 - prode o argini lit 0,70 al m2
  • Maggior coltivazione dei fagioli alla FugaI con mq 2400 , ceci S.Pietro novo mq 450
  • Paga operai in sostituzione militari richiamati- lit 50 giornaliere
  • Da notare che la paga giornaliera passa da lit 24,50 a lit 72 nel giro di otto mesi Aprile/Novembre 44
  • Azienda/Banca- L'azienda teneva un c/c scalare e funzionava esattaemnte come un c/c bancario dove venivano annotati i residui crediti/debiti al 31 gennaio di ogni anno, il ritiro dei contanti durante l'anno, ed il credito/debito residuo con conteggio interessi al 2% sia sui saldi attivi che passivi. Al 31.1.44 su 36 coloni soltanto quattro avevano un saldo a debito anche se di modesta entità.(Non mi sembra il caso di elecare i poderi)
  • Al 31.1.44 l'Azienda gestiva un residuo credito verso i coloni di lit. 764.350-
  • Nel 1944 la Fatt. dell'Abbadia era di ettari 7037 il podere con più ettaraggio S. Vittorio (ha 30) più piccolo Cappella (ha 5,6)
  • Si coltivava la canapa in 35 poderi su 36 escluso Cappella- Maggior produttore S.Ferdinando con mq 870 e kg 52,2
  • Nel 1943 tutti i coloni della fattoria erano iscritti al sindacato di categoria fascista con quote pro capite superiori sia ai contributi previdenziali che a quelli mutualistici. Es. il podere Adele pagava: Quota sindacato lit 258 Prev. 132 -Mutua 217

Tutta la fattoriaanno 1943: Contributi sindacali 24.462,15- Previdanziali lit 15.465,45 -Mutualistici lit. 19.820,75

  • La Fattoria pagava un compenso ai coloni per gli arnesi e attrezzature di proprietà del colono- Piccoli arnesi lit. 90 a ha diu grano Falciatrici lit 800 una tantum - Carri Agricoli- lit 750 per il primo 550 per il secondo 450 per il terzo-illuminazione stalle lit 350 una tantum.
  • Erano presenti 104 carri agricoli
  • Nell'anno 1944 furono prodotti 498 q.li di tabacco- maggior produttore S.Vittorio con q.li 27,80
  • nel 1944 nscevano 168 bovini e morivano 16 - nascevano 1097 suini e morivano 95

SEGUE APPUNTI DAL FALDONE 1911/1912 DI (GIULIO FE' Ovvero il ladro di faldoni)

Come aveva previsto Alessandro, l'impronta contabile amministrativa della Fattoria dell'Abbadia senz'altro innovativa per quel periodo, riscontrata nei faldoni degli anni 40 con la proprietà Ciuffi era già presente con la vecchia proprietà Bastogi perfettamente sovrapponibile anche a distanza di oltre 30 anni.

1 1911 i conti colonici si chiudevano il 31 maggio di ogni anno a differenza degli anni 40 che chiudevano il 31 gennaio 2 Tutte le fatture, ricevute, corrispondenza varia era indirizzata e intestata GAETANO RAZZOLINI Agente della proprietà Conte Bastogi Gioacchino. Qualche volta appare amministratore mai fattore. 3 Nel 1911 esistevano 33 podere incluso Adele di nuova costruzione. Nella lista dei poderi ci sono queste annotazioni

AIOLA= GIA AIOLA 2°
GIOVACCHINO= GIA' AIOLA 4°
GIOVAN ANGELO= GIA' AIOLA 1°
RICCARDO   = GIA' AIOLA 3°
non esistevano quindi: AVANGUARDIA, S.MAURIZIO, S, MADDALENA.

4 Il 15 luglio 1911 viene pagata la somma di lit. 3386,00 al Sig. Valentini Venturino a saldo lavori per la costruzione del podere ADELE. 5 veniva istallato il parafulmini sul deposito tabacchi. 6 Per la fornitura di arredi pregevoli Il Conte Bastogi acquistava dallo stabilimento Berardi Firenze-La curiosità consiste nel fatto che Berardi era il fornitore ufficiale di S.A.R il Duca D'Aosta e di S.M La Regina Madre. 7 La carta intestata della ditta F.LLI NERI recava come indirizzo - Abbadia (Montepulciano Scalo) 8 dITTA LEOPOLDO AMIDEI stagnino di Abbadia 9 Nell'anno 1911 le sementi a grano venivano già trattate con perfosfati minerali , nella coltivazione della barbabietole si usavano già solfati e nitriti oltre ai concimi organici. 10 Il fieno tagliato negli argini dei fiumi Foenna Salarco e Canale Maestro veniva addebitato ai coloni a prezzi diversi. 11 Nell'anno 1910 ogni colono aveva un cavallo escusi Cappella, Fornace, Pico che avevano l'asino. Nelle scuderie di fattoria c'erano n° 5 cavalli. 12 Nel 1912 il prete di Sciarti era certo Don Nello (cognome illegibile) 13- Le feste religiose festeggiate con consuetudine erano: S.Antonio e S.Maria 14- Nel 1911 venivano vendemmiati 1716,04 q.li di uva con una pproduzione di vino di q.li 1081,10 -Resa 63%- maggior produttore il pod. Strda con 109 q.li. La fattoria Bastogi per vendere il proprio vino si serviva di un mediatore, certo Terrosi Antonio di Torrita. 15- Nel 1911 furono costruiti 10 locali per rimessa tabacco dal muratore Valentini Venturino- il materiale acquistato proveniva come da fatture sia dalle fornaci Tempora di Bettolle che dalla fornace E. MARCHI E FIGLIO di Abbadia. 16- In qualche indirizzo si trova ancora scritto- Fatt. Bastogi alla Badia- 17- Negli anni '11-'12 furono messe a dimora 1548 barbatelle tra testucchi per vigne e gelsi negli stadoni. 18- Vi era in quegli anni la figura del vagliatore ufficiale di fattoria , certo Franceschini Leggero. 19- Le sigle V.L e N.L stanno a significare Vecchio Lavoratore e Nuovo Lavoratore. 20- Nel comune di Montepulciano c'era uno Zuccherificio della Società Ligure Lombarda. 21- Al 31 maggio 1911 c'erano 425 capi di bestiame 22- Sia le scorte vive che morte erano a “stima” 23- Nel 1911 vi erano due differenti amministrazioni per il baco da seta- Una per i coloni ed una per i cosidetti”Socci“che aveva una resa addirittura superiore a quella dei coloni. Nel registro dei Socci ci sono riportati i nominativi oltre 50 a cui veniva assegnato il seme nella misura di mezza oncia ciascuno mentre ai coloni da 2 a 3 once. Particolare , mezza oncia veniva data anche al cappellano. 24- Esiste un piccolo quaderno dove sono riportati i bilanci preventivi per l'anno successivo delle fattoria Di Abbadia e di Acquaviva. I bilanci riportano solo le voci di entrata. Entrate previste per Abbadia 151.837 per Acquaviva 75.745 25- Tutte le scorte sia vive che morte erano inventariate con verifiche mensili. 26- Nel 1911 il Direttore della Cattedra Vacante di Agricoltura di Siena, richiede ai Bastogi un permesso per poter visitare insieme ad alcuni proprietari terrieri senesi la Fattoria , che si dice nella lettera,essere un esempio per tutti.


FALDONE ANNI 1944/45

Continuo la trascrizione degli appunti anche se Alessandro è più preciso ma soprattutto più scientifico di me . L'esperienza e la conoscenza di persone e luoghi gli permette di annotare sfumature e dettagli importanti che a me sfuggono..Tra l'altro mi sono dimenticato di annotare la numerazione progressiva dei documenti. Scusate ,lo farò dal prossimo faldone. I documenti all'interno dei faldoni sono una miniera d'oro di notizie. Ben conservati ma soprattutto redatti con un ordine cronologico e con una tecnica amministrativa di contabilità cosi' dettagliata e precisa non riscontrabile (per quello che io conosco) in altre amministrazioni di tipo agrario di quegli anni. Le scritture contabili tra parte padronale e colono sono a volte complesse che per poterne meglio compredere il significato, sarebbe secondo me opportuno andarsi a rivedere i vecchi contratti di mezzadria o chiedere aiuto per esempio a Mario che potrebbe darci utili delucidazioni. Da quello che traspare dalla consultazione dei primi documenti, possiamo dire che era senz'altro un'azienda agricola innovativa e modello rispetto al contesto di allora nella nostra zona .Non siamo qui di fronte alla vecchia scrittura colonica, al vecchio libretto unto e stracciato, dove al massimo si registravano dieci scrittura all'anno e la colonna del dare la faceva da padrona in tutti i sensi come i vecchi contadini ci hanno sempre raccontato.. Qui abbiamo una amministrazione innovativa a partita doppia tra padrone e colono dove nulla sfuggiva tutto era registrato; dalla quota energia pro capite per la trebbiatura ,alla misurazione dei mq (con relativo pagamento di affitto e addebito al colono) per la semina dei fagioli e ceci, differenziando tra l'altro il costo della terra tra campo aperto e prode o argini incolti.Si arrivava addirittura a ripartire al 50% il calo della ripulitura del grano da seme stimato nell'8%. Si usava il c/c di fattoria , dove ,se il colono voleva lasciare i suoi soldi (se era a credito alla chiusura dei conti) venivano renumerati al tasso del 2% o vicevera, in caso di saldo a debito, venivano percepiti interessi passivi sempre allo stesso saggio d'interesse.Probabilmente la decisione di lasciare lo stesso tasso del 2% per i coloni a debito, oltre al problema giuridico di materia creditizia, incideva senz'altro la poca cosa di introito che ne derivava, essendo su trentasei coloni 32 a credito e solo quattro a debito per pochissime lire. Quindi si intravede già un prototipo di quello che poi in tempi moderni si evolverà e si affermerà come modello Azienda/Banca.

  • Nel 1944 è in costruzione il 36 podere della Fila S.Maddalena
  • Veniva coltivato il seme di Ricino in 31 poderi su 35 . Maggior produttore S.Ferdinando
  • Il tabacco venica coltivato in tutti 36 poderi .
  • I poderi Casa dell'Ortolano, Sciarti e Clementina erano nella lista seguiti dalla sigla V.L (Cosa significa che non erano a mezzadria?)
  • Venivano macellati bovini per i coloni con distribuzione della carne in funzione del numero dei componenti la famiglia-vedi scheda
  • Nell'Agosto-Settembre 44 veniva ricostruito il ponte di Sciarti distrutto dai tedeschi
  • L'amministrazione Ciuffi partecipa alla ricostruzione sottoscrivendo una quota da lit 500.000 a favore del Comitato di Ricostruzione
  • Carteggio Ciuffi-Bracci
  • Tutti i poderi avevano la vigna . La più grande Riccardo la più piccola Cappella.
  • Impianto di irrigazione in tutti i poderi
  • Semina erbamedica in 29 mpoderi, bolognino in 28 , granoturco in tutti, fave in 18
  • Nel 1944 ammazzati 81 suini per i bisogni delle famiglie - la parte padronale veniva addebitata al colono a lit 130 il kg.
  • IL 10.11.44 veniva demolito completamente il ponte delle Ferriere ad opera della ditta Gino Buracchi di Gracciano
  • Personale addetto alla macchina trebbiatrice BUBBA a vapore anno 1944
    • Macchinista = Monni Giulio
    • Fuochista= Crociani Amerigo
    • Imboccatore= Calvani Redino
    • Imboccatore= Ceccarelli Nazzareno
    • Imboccatore= Germani Bruno
    • Imboccatore= Dringoli Giulio
  • Veniva redistribuito al 50% anche il calo stimato nell'8% della ripulitura del grano da seme.
  • Il vino ai coloni preso in fattoria costava lit 1800 mal q.le quello avariato(con l'aceto!!) a lit 800 al q.le
  • Maggior produttore di grano anno 44 S.Leopoldo con q.li 413 minore Cappella con 54 q.li

FALDONE 1945-1946

1- Nel giugno 1944 (passaggio del fronte per la Fila) furono raziati dai tedeschi 21 vitelli e 2 bovi, quest'ultimi al podere Fuga 1°

2- La grande quantità di ricevute a firma dei coloni, per i contanti ricevuti dalla Fattoria rinvenute in questo faldone , molto probabilmente fanno riferimento al Lodo De Gasperi al quale sembra aver aderito l'azienda Ciuffi. Si trattava come stabilito dal Lodo di rimborsare in contanti le perdite del bestiame raziato dai tedeschi oltre alcuni premi per ogni bovino e suino allevato ed altro.(Vedi Lodo De Gasperi che cercherò di sintetizzare in seguito).

3- Il rimborso ai coloni per 107 suini asportati dai tedeschi(Kg. 6180 totale) ammontava a Lit. 2472,00 .

4- Nell'anno 1945 causa scarso raccolto la Fattoria acquistava paglia dalla maremma.

5- Nel 1945 il Fattore Santini va militare e vengono assunti gli impiegati Sama e Volpini.

6- Il Fattore Santini Alberto lascia la fattoria il 31.5.45 trasferendosi in un'azienda in provincia di Arezzo( Sempre proprietà Ciuffi??)

7- Gli interessi sui c/c di fattoria vengano innalzati dal 2% al 3%

8- Al 31.1.1945 l'azienda Ciuffi gestisce una liquidità colonica per lit. 1.382.869,21 corrispondendo interessi per lit. 41.485,87

9- Avevano un debito verso la proprietà soli i poderi di Ferretti,S.Ferdinando, S.Maddalena, Strada-

10- Negli anni 1944-1945 si eseguono lavori alla cappella di Sciarti- Direzionde dei lavori Ing. Idro Batignani di Montepulciano (doc 438) per la trasformazione di una stanza in Cappella gentilizia.

11- Nella Fattoria veniva allevata la cinta senese dalle famiglie Botarelli, Salvadori, Bracciali, Rocchi, Roghi, Falciani- La razza di cinta senese proveniva dalle avverrature al cinto della Fatt. delle Capezzine-

12- Nel febbraio del 1946 vengono messe a dimora 1400 barbatelle di vite americana

13- Nell'anno 1945 viene dato ulteriore impulso all'industrializzazione agricola. In 25 poderi su 36 parte dell'aratura della terra viene effettuata con trattori dalla ditta Buracchi- Il costo, sempre ripartito ,era dato dalla superficie arata e dalla profondità del solco.

14- Nel 1945 l'Azienda Ciuffi partecipa con lit. 7000 , su richiesta del Comune le cui casse erano praticamente vuote, al rifacimento della linea elettrica nella fraz. di Abbadia.

15- Esiste ricevuta di versamento a firma della guardia comunale Tistarelli Florio.

16- Nel 1945 la fattoria aveva una estenzione di ettari 815 di cui 98 improduttivi.

17- Nel settembre 1945 gli impiegati in azienda erano: Monteforti Giorgio, Sama Silvio, Volpini Luigi. I salariati: Caleri Eliseo, Vittori Eugenio, Menchicchi Bruno, Pacchi Viola, Salvadori Gisa, Bulleri Maggiolina. Gli operai al momento erano 28.

18- Ci sono ricevute per pagamento tassa per rinnovo produzione energia elettrica( Probabilmente si tratta della dinamo con accumolatori che sono nelle foto )

19- Fattura officina Buracchi ” per n° 2 targhe per la cassa del povero Maurizio“.

20- Per causa operazioni belliche negli argini del Salarco si effettuarono rotture che provocarono l'inondazione di 1343 ettari di terreno di cui 24 circa dell'azienda Ciuffi che dovette provvedere con un anticipo per conto del genio civile di lit. 5.600 come quota parte.

21- Nell'anno 1945 si registrano in contabilità una serie di spese per mediazioni vendita bestiame, non riscontrate negli anni precedenti visionati. I mediatori più utilizzati: Valentini, Nannotti, Bennati, Belelli, Pasqui, Fei, Della Giovampaola- Costi mediazioni(variabili): Vitello 200, bove 300, magroni 90, lattoni 40, torelli da 1000 a 3000.

22- ALCUNE CURIOSITA' - Nel 1945 ci sono nei 36 poderi 179 carri agricoli - Auto padronali: Balilla, Aprilia(probabilmente a gasogeno)-Il Sig. Varo Ciuffi possedeva un'Augusta. - Dal registro dei nati e dei morti riscontriamo nell'anno 1945 il primato delle nascite nel podere San Leopoldo con 10 vitelli e 78 suini- - Nelle spese di Agenzia ( titolo beneficienza) , settembre '45 , figura la chiamata: Lit. 2000 “ai Patrioti di Abbadia” - Ottobre '45 - Premio corse dei cavalli a Sciarti lit. 15.000 - Lit. 1000 “risarcimento danni alla Sig.ra Goracci per 9 conigli mangiati dai cani di fattoria” - Il Comm. Italo Ciuffi partecipa con la somma di lit. 5000 alla costruzione del campo sportivo di Valiano della Soc. Sportiva ” La Rocca- - Il 2 marzo 1945 vengono elargite lit. 5000 a Duchini Leopoldo per curare a Siena la figlia di 6 anni non curabile all'ospedale di Montepulciano.


LA FATTORIA DELL’ABBADIA

Correva l'anno 1864 ed era esattamente il giorno 11 del mese di febbraio quando nei locali della Direzione del Demanio in Siena si procedeva, secondo la legge del 21 agosto 1862 n° 793, alla vendita all'asta di alcuni possedimenti delle Reali Possessioni in Valdichiana. Il giorno14 del seguente mese di marzo si procedeva alla stipula del contratto di acquisto dei 18 lotti della Fattoria dell'Abbadia secondo quanto risultato dalla vendita al pubblico incanto. Le parti contraenti: il demanio nelle vesti di parte venditrice delle ex possessioni granducali che il neonato Stato Italiano aveva deciso di alienare, il Barone Bettino Ricasoli e il Conte Pietro Bastogi gli acquirenti. 1)

Bettino Ricasoli, soprannominato “Il Barone di ferro” per la sua intransigenza morale è considerato con Cavour, Mazzini e Garibaldi uno degli artefici dell'unità d'Italia. Nato a Firenze il 9 marzo 1809 da una ricca famiglia fiorentina in decadimento, vive la sua infanzia quasi sempre insieme alla famiglia nel Castello di Brolio. Dovrà interrompere giovanissimo gli studi di agraria a causa della morte del padre che lo lasciò in un mare di debiti per cui dovette essere dichiarato maggiorenne per decreto all'età di 18 anni. Nel 1848 inizia la sua ascesa politica con l'elezione a Gonfaloniere di Firenze. Nel 1859 viene nominato Ministro dell'Interno del Governo Provvisorio Toscano e fu il vero protagonista dell'annessione della Toscana al nuovo Regno d'Italia costituitosi il 17 marzo 1861. Sempre nello stesso anno fu l'esecutore materiale dell'abolizione dell'Ordine Equestre di S. Stefano al quale appartenevano molte fattoria in Val di Chiana, contribuendo anche, alcuni anni dopo, alla stesura del decreto con cui si sanciva la pubblica vendita di tutte le fattorie detenute dallo Scrittoio delle Possessioni. Provvedimenti che gli verranno utili quando in data 11 febbraio 1864, insieme all'amico Conte Pietro Bastogi acquisterà alcune delle più prestigiose fattorie granducali. Politicamente apparteneva al “partito” della Destra storica, nata con Cavour e composta principalmente dall'alta borghesia e dai proprietari terrieri che governerà il paese nel primo decennio dell'unità d'Italia. Il 12 giugno 1861 raggiunge per la prima volta l'apice della sua carriera politica succedendo a Cavour nella carica di Primo Ministro. Si dimetterà il 3 marzo 1862 per gravi incompatibilità con il Re Vittorio Emanuele II, ma anche per le trappole che via via il suo rivale e successore Rattanzi spargeva lungo il suo cammino. Ritorna alla guida del paese il 20 giugno 1866 succedendo ad Alfonso La Marmora per uscire definitivamente dalla scena politica il 10 aprile 1867, quando con le nuove elezione gli succede ancora una volta Urbano Rattanzi. L'unica carica politica che mantenne fu quella di Sindaco di Gaiole in Chianti. Fondatore dei giornali La Patria e la Nazione, il suo nome è legato e ricordato soprattutto per la sua“ creatura” per eccellenza, quel vino Chianti che diverrà poi famoso in tutto il mondo. Ricasoli muore nel suo Castello di Brolio il 23 ottobre 1880.

Pietro Bastogi nasce a Livorno il 13 gennaio 1808 da una famiglia di commercianti di spezie originaria di Civitavecchia. Studia presso i frati barnabiti, ancora giovanissimo conosce Mazzini e fa parte della Giovine Italia di cui diviene Tesoriere. Ministro delle Finanze dal 3 aprile al 12 giugno 1861 con il primo governo Cavour, mantiene l'incarico con il governo presieduto dall'amico Bettino Ricasoli (12 giugno 1861-3 marzo 1862). Durante il governo Ricasoli gli viene affidata la Concessione delle ferrovie meridionali su cui nacque uno scandalo che dette luogo ad una lunga inchiesta, terminata con una censura nei suoi confronti e di altri deputati. Nel 1862 fonda la Banca Toscana di Credito per l'Industria e Commercio con cui molto probabilmente finanzierà l'intera operazione di acquisto della Fattoria dell'Abbadia. Sempre in quegli anni fonda la Società Italiana per le strade ferrate Meridionali da cui nascerà in seguito il noto Gruppo Bastogi. Sposato con Caputi Adele. avrà due figli, Giovanni Angelo e Gioacchino. Quest'ultimo si dedicherà come il padre alla politica e sarà rappresentante della Destra nel collegio elettorale di Montepulciano dove risulterà eletto prima alla Camera e poi al Senato del Regno per 5 legislature dal 1892 al 1909. Tante le opere realizzate nella città Poliziana durante il suo mandato una per tutte il bellissimo Museo. Pietro Bastogi muore a Firenze il 21 febbraio 1899. Dopo la sua morte, la Fattoria dell'Abbadia passerà ai due figli, per finire dopo una divisione patrimoniale dei beni di famiglia nel 1910, esclusivamente al Conte Gioacchino che finirà col cederla negli anni a venire definitivamente alla famiglia Ciuffi che ancora la detiene.

La fattoria si era costituita nel 1806 da una divisione della fattoria granducale di Bettolle e aveva portato in dote 16 poderi e 1995 quadrati di terreno 2) . Nelle carte in nota, l'ingegnere delle Reali Possessioni in Val di Chiana Iacopo Gugliantini annotava l'esigenza, per fare di questa fattoria una delle più belle in assoluto, di costruire oltre alla casa del fattore, 12 o 14 nuovi poderi posti in modo simmetrico. Ecco, da quella intuizione poi realizzata, prende sostanza la Fila, toponimo con cui verrà da allora indicata dalle popolazioni chianine e non solo l'intera Fattoria dell'Abbadia. La società tra il Barone ed il Conte durerà solo pochi anni, fino al 1877, quando il Ricasoli lascerà la sua quota parte al Bastogi, puntando ad investire le sue risorse finanziarie nelle terre bonificate della maremma e nella vecchia proprietà familiare di Brolio. La fattoria venne acquistata per Lire 1.191.281,26 di cui Lit. 1.165.840,84 il valore venale più 25.440,42 di spese accessorie pagabile in 5 rate di Lit. 233.168,17 al tasso di interesse annuo del 5% e fu finanziata molto probabilmente in toto dalla Banca Bastogi dando così origine al primo conflitto d'interessi della storia dopo l'unità d'Italia.

Era composta da 25 poderi con casa colonica condotti a mezzadria più alcuni appezzamenti coltivati da mezzaioli 3)

per un totale di circa 800 ettari, dalla Chiesa oratorio di Sciarti, dall'antico e maestoso Torrione centro nevralgico di tutte le attività sia agricole che scolastiche e ricreative oltre il bellissimo complesso di strutture della fattoria con villa padronale posti sul colle di San Pietro Vecchio nelle immediate vicinanze del paese di Abbadia di Montepulciano.

Pietro Bastogi uno dei più facoltosi banchieri italiani e rampante industriale delle linee ferrate sarà il pioniere in Valdichiana di un nuovo modo di fare agricoltura. Con arguzia e lungimiranza completerà la bonifica delle sue terre rese fertili e fruttuose dall'opera instancabile dei suoi illustri predecessori, Pietro Leopoldo e il vecchio Fossombroni su tutti. Ancora aleggiava sulle terre della bassa Chiana il ricordo delle due nobili figure che dal Torrione ammiravano commossi il riempirsi le colmate delle acque spaglianti della Foenna per poi schiarirsi lentamente nel Canale Maestro. Il Conte Bastogi porterà in agricoltura la sua esperienza manageriale di finanziere e industriale. Capovolge completamente gli arcaici sistemi di conduzione padronale con molti aspetti che ricordavano il lontano feudalesimo. Costruisce una nuova rete stradale collegando tutti i poderi con la Fattoria. Ai bordi dei lunghi stradoni impianta centinaia di gelsi che saranno il supporto alla già esistente attività del baco da seta , ristruttura i vecchi poderi e ne costruisce nuovi, li dota di nuova attrezzatura, di nuovi locali per stalle dando impulso all'allevamento della razza chianina. Riduce drasticamente i vasti pascoli e gli ettaraggi seminati a cereali introducendo nuove coltivazioni come il tabacco e la barbabietola da zucchero. Applica alla lettera il contratto mezzadrile con la ripartizione dei ricavi e delle spese al 50% e da buon banchiere introduce il conto corrente di fattoria gestendo per fini aziendali la massa di liquidità non ritirata dai coloni remunerando la stessa con adeguati tassi di interesse. La contabilità a partita doppia introdotta in azienda, di chiaro segno commerciale, può apparire complessa per l'alta percentuale di analfabetizzazione dei coloni di allora, ma senz'altro rivoluzionaria rispetto al nulla di scritto e alla sola parola padronale che imperversava negli scrittoi dell'epoca. E' un successo; in pochi anni i bassi redditi colonici si moltiplicano e le famiglie mezzadrili della fattoria migliorano notevolmente le loro condizioni di vita. Ma soprattutto la nuova proprietà punta tutto sull'industrializzazione agricola ; si sperimentano nuovi macchinarti importati dall'Inghilterra e nel 1872 si applicava per la prima volta il metodo a vapore alla sgranatrice del granturco e alla macchina per pressare il fieno4) . Già in quegli anni interessanti reportage sulla Fattoria dell'Abbadia si potevano leggere sulla “Rivista di Agricoltura Industria e Commercio” la massima pubblicazione italiana del settore. Sta nascendo quella che in seguito sotto l'impulso della nuova proprietà Ciuffi sarà conosciuta e apprezzata come la “Fattoria modello”.

DAI BASTOGI AI CIUFFI

1- Il Decennio del Barone (sottotitolo provvisorio)

(7.2.2013 G. Fè)

Contrariamente a quanto si può pensare, vista l'impronta data alla fattoria negli anni a venire dalla famiglia Bastogi, nei primi anni seguenti l'acquisto la direzione dell'azienda fu di esclusivo appannaggio del Barone Ricasoli che l'amministrò tramite i suoi tre più stretti e fidati collaboratori: il Maestro di Casa Ricasoli Federico Nezi, l'Agente Giovanni Lisi e la fattoressa Giuseppa Bigazzi. Il Barone non portò grandi stravolgimenti agli esistenti sistemi agricoli che provenivano dalle precedenti amministrazioni granducali, ma volle comunque lasciare il suo marchio indelebile. Fine conoscitore della materia, avendo già immesso sul mercato quel nobile vino Chianti, ricavato dalla selezione delle uve pregiate della sua tenuta di Brolio, volle provare ad intensificare la produzione anche in quelle terre bonificate della bassa Chiana che non tanto si adattavano per le caratteristiche del terreno a tale scopo. Iniziò fino dagli anni 1865-66 a mettere a dimora migliaia di testucchi e barbatelle di vite che provenivano direttamente dai propri piantumari ed in poco tempo ogni podere della fattoria poté avere la sua vigna e la sua cantina. Il vino di parte padronale veniva venduto alle cantine di Montepulciano trasportato in barili fino alla città poliziana dai mezzadri con i carri trainati dai buoi. Ogni viaggio, che poi durava un'intera giornata, veniva retribuito al colono con una paga di lit. 1,68. Tanto il Ricasoli teneva alla coltivazione della vite che durante una manovra militare del 1868 ebbe una forte diatriba, con tanto di chiamata a risarcire il danno, con il comandante del reggimento cavalleria Genova, tale Enrico Laugeri5), che aveva fatto sostare un suo battaglione nelle vigne della fattoria. La direzione della fattoria dell'Abbadia, come di gran parte delle fattorie dell'epoca, si reggeva su una serie di ruoli decisionali decentrati che provenivano dalle antiche e nobili famiglie agrarie senesi del lontano medioevo. Vi era innanzi tutto la proprietà, rappresentata generalmente come nel nostro caso, da un Maestro di Casa, vero dominus dell'intera amministrazione patrimoniale con tanto di poteri di firma. L'attività gestionale agricola della fattoria era demandata all'Agente o Fattore che era l'unico interlocutore sia nei confronti dei mezzadri con la tenuta dei conti colonici, che nei confronti dei privati e delle varie istituzioni che avevano rapporti con la tenuta. Da lui dipendevano direttamente il sotto fattore, il terzomo o uomo di fiducia e le guardie, ai quali erano assegnati i compiti di controllo e sorveglianza (nonché molte volte di spia) sulle diverse attività agricole. Il terzo ruolo per importanza dell'intero organigramma era quello ricoperto dalla Fattoressa. Di esclusivo genere femminile, era la persona responsabile di tutte le attività domestiche della villa e del complesso padronale. Da lei dipendevano tutte le servitù, dalla prima cuoca all'ultimo degli inservienti. Alla fattoressa era demandato anche il compito di tenere la contabilità della gestione della villa che annotava in un apposito registro detto:“Nota delle spese e del vitto agli esteri”, dove riportava con puntuale pignoleria il costo di ogni pur minimo acquisto ed i pasti somministrati, elencando i nominativi e la durata del soggiorno di tutte le persone ospiti della fattoria. Tra le annotazioni riportate è curioso leggere che il Barone Ricasoli, non ci è dato conoscere per quali motivi, consumava un solo pasto giornaliero. Era regola ferrea che sia il Fattore che la Fattoressa dovessero avere lo status di celibe e nubile. C'era poi la struttura della famiglia mezzadrile che si reggeva sulla figura cardine dell'intera famiglia colonica, il capoccia, unico soggetto giuridicamente riconosciuto a rappresentare la famiglia nei rapporti con la proprietà. Di questo aspetto ci occuperemo in maniera approfondita in uno dei prossimi capitoli, dove affronteremo l'intera materia del contratto mezzadrile e le varie norme dei Patti colonici ad esso collegate. Sommariamente possiamo dire che il contratto di mezzadria era lo strumento giuridico di antica datazione con il quale veniva regolato il rapporto di lavoro tra padrone e contadino, mentre i patti colonici erano delle norme integrative e potevano variare da fattoria a fattoria. Oltre a impiantare nuove vigne e ripristinare le esistenti, il Ricasoli mise mano ad una ristrutturazione essenziale dell'intera rete poderale e alla costruzione di nuovi casamenti. Nell'anno 1868 furono ultimati i lavori della nuova fabbrica di Sant'Anna, nome con cui erano ancora chiamati i fabbricati rurali. I lavori edili furono eseguiti dal muratore Giovanni Valentini, gli impostami fatti dai fratelli Vignai di Abbadia, mentre ai lavori di manovalanza per prelevare la ghiaia dal Salarco, levare i mattoni dalla fornace Domenico Tiezzi e quant'altro, furono adibiti alcuni coloni e braccianti con una paga giornaliera pro-capite di cent. 0,84. L'intero costo per la costruzione del podere Sant'Anna fu di Lit. 4431,05- La produzione agricola sui circa 800 ettari coltivabili era basata essenzialmente su alcune colture tradizionali quali: il grano, l'orzo, il granturco, le fave ed alcuni piccoli appezzamenti seminati a fagioli,ceci, segale e miglio destinati sopratutto ai bisogni primari delle famiglie contadine. Si iniziò allora un nuovo metodo nella rotazione delle colture con l'introduzione di sementi di bolognino ed erba medica che oltre ad aiutare la fertilizzazione dei terreni, producevano ottimo fieno per l'allevamento del bestiame. Il fieno prodotto nei prati di fattoria non bastava però al crescente aumento dei capi bovini voluto dalla nuova proprietà, che puntava con esso ad un aumento delle entrate a maggior redditività. La soluzione a questo problema era a portata di mano e il Ricasoli non se la fece sfuggire. Forte del suo carisma, ma sopratutto del suo potere politico iniziò una trattativa con il Pubblico Demanio per lo sfruttamento dei terreni demaniali degli argini dei fiumi che attraversavano le sue terre. In poco tempo riuscì a stipulare un contratto di affitto quinquennale per circa 12 ettari di terreno tra argini e galene col quale si assicurava cospicue quantità di fieno ma anche foglia e legna dei numerosi gelsi presenti sugli argini del Nuovo Salarco, della Foenna e del Canale Maestro. Ma non percorse solo la strada degli affitti per allargare la base seminativa dell'azienda, acquistò anche alcuni appezzamenti dalla proprietà Pannilini6) e fece ripristinare a seminativo parte di alcuni stradoni ritenuti troppo grandi per la modesta viabilità del tempo. L'allevamento del bestiame e quello della razza chianina in primis erano già presenti anche in epoca granducale e rappresentavano così come rappresenteranno negli anni futuri una delle principali attività della fattoria. Dai conti stima del 1867 il patrimonio zootecnico poteva contare di 444 capi bovini, di 1016 capi ovini di 700 suini oltre diversi capi equini. Ogni podere dei 25 disseminati nella fattoria aveva una sua precisa caratteristica produttiva anche se variava continuamente nel tempo. Negli anni 60-70 del 1800, dalle note presenti nell'archivio Ciuffi, possiamo rilevare come esempio che il podere Santa Luisa fosse il miglior produttore di grano con oltre 1530 staia all'anno, il podere San Leopoldo si distinguesse per l'allevamento della chianina con c.a. 24 capi nella stalla, il podere Fuga 1 avesse il maggior gregge di pecore con 52 capi, oltre a fungere da stazione di monta taurina con due tori selezionati. Ma la vera discriminante che permetteva una migliore redditività delle famiglie mezzadrili della fattoria dell'Abbadia nei confronti di una parte rilevante dei coloni dell'intera provincia, sopratutto di quelli residenti nelle zone collinari, era senza dubbio l'allevamento del baco da seta. Arrivato in Italia dalla Cina intorno all'anno 1000, fu introdotto molto probabilmente nella nostra valle negli anni della prima bonifica, quando furono immessi nei territori bonificati e sui nuovi argini dei fiumi migliaia di gelsi, la cui foglia era il cibo prelibato dei bachi. L'approfondimento su questa attività e demandato ad un ampio spazio alla stessa più avanti riservato. Solo per avere un'idea dell'incidenza sul totale del reddito agrario della parte dei ricavi connessa all'allevamento del baco da seta, riportiamo la ripartizione degli incassi avuti dalla vendita della seta nell'annata agraria 1868 - Seta Giapponese lit. 19800, seta nostrale lit. 5408, con una ripartizione alla parte colonica di lit. 12.601 procurando un'entrata certa a famiglia dalle 600 alle 800 lire che rapportata alla paga di una giornata di lavoro di un operaio o di un bracciante corrispondeva a circa due anni di stipendio. Premesso che in tutti i poderi si produceva la seta, le famiglie che si distinguevano per una maggior produzione erano: le famiglie Fumi dei Sagginali, Castellani di Catena, Cassioli di Santa Cristina, Bastreghi di San Ferdinando, Mozzini di Sciarti2, Menchicchi di San Giovanni. CONTINUA……………..

  • *DAI BASTOGI AI CIUFFI 1- Il Decennio del Barone( sottotitolo provvisorio) Contrariamente a quanto si può pensare, vista l'impronta data alla fattoria negli anni a venire dalla famiglia Bastogi, nei primi anni seguenti l'acquisto la direzione dell'azienda fu di esclusivo appannaggio del Barone Ricasoli che l'amministrò tramite i suoi tre più stretti e fidati collaboratori: il Maestro di Casa Ricasoli Federico Nezi, l'Agente Giovanni Lisi e la fattoressa Giuseppa Bigazzi. Il Barone non portò grandi stravolgimenti agli esistenti sistemi agricoli che provenivano dalle precedenti amministrazioni granducali, ma volle comunque lasciare il suo marchio indelebile. Fine conoscitore della materia, avendo già immesso sul mercato quel nobile vino Chianti, ricavato dalla selezione delle uve pregiate della sua tenuta di Brolio, volle provare ad intensificare la produzione anche in quelle terre bonificate della bassa Chiana che non tanto si addicevano per le caratteristiche del terreno a tale scopo. Iniziò fino dagli anni 1865-66 a mettere a dimora migliaia di testucchi e barbatelle di vite che provenivano direttamente dai propri piantumari ed in poco tempo ogni podere della fattoria potè avere la sua vigna e la sua cantina. Il vino di parte padronale veniva venduto alle cantine di Montepulcviano trasportato in barili fino alla città poliziana dai mezzadri con i carri trainati dai buoi. Ogni viaggio ,che poi durava un'intera giornata ,veniva retribuito al colono con una paga di lit. 1,68. Tanto il Ricasoli teneva alla coltivazione della vite che durante una manovra militare del 1869 ebbe una forte diatriba , con tanto di chiamata a risarcire il danno, con il comandante del reggimento cavalleria Genova ,tale Enrico Laugeri, che aveva fatto sostare un suo battaglione nelle vigne della fattoria. La direzione della fattoria dell'Abbadia ,come di gran parte delle fattorie dell'epoca, si reggeva su una serie di ruoli decisionali decentrati che provenivano dalle antiche e nobili famiglie agrarie senesi del lontano medioevo. Vi era innanzi tutto la proprietà, rappresentata generalmente come nel nostro caso, da un Maestro di Casa, vero dominus dell'intera amministrazione patrimoniale con tanto di poteri di firma. L'attività gestionale agricola della fattoria era demandata all'Agente o Fattore che era l'unico interlocutore sia nei confronti dei mezzadri con la tenuta dei conti colonici, che nei confronti dei privati e delle varie istituzioni che avevano rapporti con la tenuta. Da lui dipendevano direttamente il sottofattore , il terzomo o uomo di fiducia e le guardie, ai quali erano assegnati i compiti di controllo e sorveglianaza (nonché molte volte di spia) sulle diverse attività agricole. Il terzo ruolo per importanza dell'intero organigramma era quello ricoperto dalla Fattoressa. Di esclusivo genere femminile, era la persona responsabile di tutte le attività domestiche della villa e del complesso padronale. Da lei dipendevano tutte le servitù , dalla prima cuoca all'ultimo degli inservienti. Alla fattoressa era demandato anche il compito di tenere la contabilità della gestione della villa che annotava in un apposito registro detto:“Nota delle spese e del vitto agli esteri” , dove riportava con puntuale pignoleria il costo di ogni pur minimo acquisto ed i pasti somministrati , elencando i nominativi e la durata del soggiorno di tutte le persone ospiti della fattoria. Tra le annotazioni riportate è curioso leggere che il Barone Ricasoli , non ci è dato conoscere per quali motivi, consumava un solo pasto giornaliero. Era regola ferrea che sia il Fattore che la Fattoressa dovessero avere lo status di celibe e nubile. C'era poi la struttura della famiglia mezzadrile che si reggeva sulla figura cardine dell'intera famiglia colonica , il capoccia, unico soggetto giuridicamente riconosciuto a rappresentare la famiglia nei rapporti con la proprietà. Di questo aspetto ci occuperemo in maniera approfondita in uno dei prossimi capitoli , dove affronteremo l'intera materia del contratto mezzadrile e le varie norme dei Patti colonici ad esso collegate. Sommariamente possiamo dire che il contratto di mezzadria era lo strumento giuridico di antica datazione con il quale veniva regolato il rapporto di lavoro tra padrone e contadino, mentre i patti colonici erano delle norme integrative e potevano variare da fattoria a fattoria. Oltre a impiantare nuove vigne e ripristinare le esistenti , il Ricasoli mise mano ad una ristrutturazione essenziale dell'intera rete poderale e alla costruzione di nuovi casamenti. Nell'anno 1868 furono ultimati i lavori della nuova fabbrica di Sat,Anna, nome con cui erano ancora chiamati i fabbricati rurali. I lavori edili furono eseguiti dal muratore Giovanni Valentini, gli impostami fatti dai fratelli Vignai di Abbadia, mentre ai lavori di manovalanza per prelevare la ghiaia dal Salarco, levare i mattoni dalla fornace Domenico Tiezzi e quant'altro, furono adibiti alcuni coloni e braccianti con una paga giornaliera procapite di cent. 0,84 . L'intero costo per la costruzione del podere Sant'Anna fu di Lit. 4431,05- La produzione agricola sui circa 800 ettari coltivabili era basata essenzialmente su alcune colture tradizionali quali: il grano, l'orzo, il granturco, le fave ed alcuni piccoli appezzamenti seminati a fagioli,ceci, segale e miglio destinati sopratutto ai bisogni primari delle famiglie contadine. Si iniziò allora un nuovo medoto nella rotazione delle colture con l'introduzione di sementi di bolognino ed erba medica che oltre ad aiutare la fertilizzazione dei terreni, producevano ottimo fieno per l'allevamento del bestiame. Il fieno prodotto nei prati di fattoria non bastava però al crescente aumento dei capi bovini voluto dalla nuova proprietà , che puntava con esso ad un aumento delle entrate a maggior redditività. La soluzione a questo problema era a portata di mano e il Ricasoli non se la fece sfuggire. Forte del suo carisma, ma sopratutto del suo potere politico iniziò una trattativa con il Pubblico Demanio per lo sfruttamento dei terreni demaniali degli argini dei fiumi che attraversavano le sue terre. In poco tempo riuscì a stipulare un contratto di affitto quinquennale per circa 12 ettari di terreno tra argini e galene col quale si assicurava cospicue quantità di fieno ma anche foglia e legna dei numerosi gelsi presenti sugli argini del Nuovo Salarco, della Foenna e del Canale Maestro. Ma non percorse solo la strada degli affitti per allargare la base seminativa dell'azienda, acquistò anche alcuni appezzamenti dalla proprietà Pannilini7) e fece ripristinare a seminativo parte di alcuni stradoni ritenuti troppo grandi per la modesta viabilità del tempo.. L'allevamento del bestiame e quello della razza chianina in primis erano già presenti anche in epoca granducale e rappresentavano così come rappresenteranno negli anni futuri una delle principali attività della fattoria. Dai conti stima del 1867 il patrimonio zootecnico poteva contare di 444 capi bovini , di 1016 capi ovini di 700 suini oltre diversi capi equini. Ogni podere dei 25 disseminati nella fattoria aveva una sua precisa caratteristica produttiva anche se variava continuamente nel tempo. Negli anni 60-70 del 1800, dalle note presenti nell'archivio Ciuffi, possiamo rilevare come esempio che il podere Santa Luisa fosse il miglior produttore di grano con oltre 1530 staia all'anno, il podere San Leopoldo si distinguesse per l'allevamento della chianina con c.a. 24 capi nella stalla, il podere Fuga 1 avesse il maggior gregge di pecore con 52 capi, oltre a fungere da stazione di monta taurina con due tori selezionati. Ma la vera discriminamte che permetteva una migliore redditività delle famiglie mezzadrili della fattoria dell'Abbadia nei confronti di una parte rilevante dei coloni dell'intera provincia, sopratutto di quelli residenti nelle zone collinari, era senza dubbio l'allevamento del baco da seta. Arrivato in Italia dalla Cina intorno all'anno 1000, fu introdotto molto probabilmente nella nostra valle negli anni della prima bonifica, quando furono immessi nei territori bonificati e sui nuovi argini dei fiumi migliaia di gelsi, la cui foglia era il cibo prelibato dei bachi. L'approfondimento su questa attività e demandato ad un ampio spazio alla stessa più avanti riservato. Solo per avere un'idea dell'incidenza sul totale del reddito agrario della parte dei ricavi connessa all'allevamento del baco da seta , riportiamo la ripartizione degli incassi avuti dalla vendita della seta nell'annata agraria 1868 - Seta Giapponese lit. 19800, seta nostrale lit. 5408, con una ripartizione alla parte colonica di lit. 12.601 procurando un'entrata certa a famiglia dalle 600 alle 800 lire che rapportata alla paga di una giornata di lavoro di un operaio o di un bracciante corrispondeva a circa due anni di stipendio. Premesso che in tutti i poderi si produceva la seta, le famiglie che si distinguevano per una maggior produzione erano: le famiglie Fumi dei Sagginali, Castellani di Catena, Cassioli di Santa Cristina, Bastreghi di San Ferdinando, Mozzini di Sciarti2, Menchicchi di San Giovanni. CONTINUA…………….. Continuando a sfogliare le preziose carte dell'Archivio Ciuffi , si inizia a intravedere di come muti lo strumento mezzadrile ora in mano ai privati e non più appartenente come lo era stato per secoli ad enti religiosi , ospedalieri o comunque caritatevoli. Il rapporto del privato instaurato col colono sembra sempre di più orientato al “mercato” e cerca di stimolare la produttività della famiglia contadina. Non più grandissime estensioni di terreno gestiti dai soliti enti che avevano accumulato la ricchezza con donazioni ed eredità fin dal primo medioevo avendo come interesse primario solo il mantenimento del capitale; ora erano arrivati i privati che avevano investito i loro denari , appoderato le terre, e vi avevano costruito le loro Ville e la parola rendita si sovrapponeva velocemente a quella di carità. Di questo mutamento ne danno conferma le varie disdette che iniziano a pervenire ai mezzadri della fattoria dell'Abbadia. La prima disdetta dell'era Ricasoli- Bastogi la riceve nel 1867 sulle proprie mani dall'usciere della Regia Pretura di Montepulciano il mezzadro del Porticciolo 1 Giacinto Caldesi.8) Nel complesso non si trattò molto probabilmente di disdette dovute al non rispetto del contratto, in quanto ritroveremo molti dei coloni disdettati in altri poderi della fattoria, ma di aggiustamenti nel rapporto braccia -lavoro e terreno da coltivare per ricavarne maggior profitto, oggi si chiamerebbe ottimizzazione. L'annata agraria si chiudeva a quel tempo ogni 31 maggio e varierà solo nei primi decenni del 900 con lo spostamento al 31 gennaio. Era il giorno in cui in fattoria arrivava un'altra figura importante nell'ambito dei rapporti tra padrone e contadino, il Ministro. Era la persona incaricata, generalmente un ragioniere o contabile come allora si usava dire, alla supervisione dei conti colonici . In teoria doveva essere un soggetto sopra le parti ma quasi sempre rispondeva più alle logiche padronali che agli interessi dei singoli mezzadri. Ed era anche il giorno tanto atteso da tutti i componenti la famiglia colonica; il capoccia infatti, tutto cambiato al dì di festa, si presentava allo scrittoio con il cappello in mano in segno di rispetto. Entrava e si trovava dinanzi il padrone , il fattore e il ministro; si tiravano le somme dell'annata e finalmente si poteva sapere quale era il risultato. Quando ritornava a casa tutti ad aspettarlo con la solita domanda d'obbligo :“ Allora quest'anno com'è andata?” ma anche la risposta era quasi sempre la stessa: “ Anche quest'anno un c'è rimasto niente!” Scorrendo le carte relative alle prime disdette sopra citate viene in esse riportata la frase: “ho disdetto siccome disdico.. la colonìa del podere...”, il che fa pensare che ancora molti contadini erano sotto il contratto di colonìa e non di mezzadria classica. Il contratto di colonìa o colonìa parziaria si differenziava da quello di mezzadria per le peggiori condizioni contrattuali che riguardavano i rapporti di lavoro e non era esteso a tutta la famiglia colonica ma soltanto ad un lavoratore. Aveva un solo vantaggio nei confronti della mezzadria ed era quello, stabilito per legge, della prosecuzione del rapporto anche per gli eredi del colono. Continua intanto l'opera di miglioramento delle strutture poderali, delle strade e della nuova colmata nonché l'espansione della tenuta con l'acquisto di nuovi terreni e casamenti. Nel febbraio del 1870 vengono acquistati alcuni terreni con annessa casa nei pressi della Stazione del Salarco di proprietà di Domenico Tiezzi . La proprietà acquisita, denominata Il Pino, viene affidata al luogaiolo Feci Antonio , mentre ,del nuovo podere di Sant'Anna prende possesso la famiglia colonica Neri. E' molto probabile che nelle mezzerie dei logaioli della Fonte, della Casa dell'Ortolano e della Fornace esistessero solo delle capanne per il ricovero degli animali e solo più avanti con le ristrutturazioni sono diventati dei veri poderi. E' in questi anni che vengono introdotti in azienda nuovi macchinari per trebbiare il grano, abbandonando i vecchi sistemi di battitura a mano e con le bestie. Dalle officine grossetane Cosimini viene acquistata una macchina trebbiatrice e per azionarla si usa il vapore di una locomobile delle strade ferrate romane sfruttando le rotaie della stazione del Salarco. E' un metodo rivoluzionario già presente nell'agricoltura inglese, paese all'avanguardia nell'innovazione del settore agricolo, verso cui i proprietari guardano con grande interesse . Negli anni a venire molti macchinari verranno acquistati oltre manica dalla industria Clayton . Non è casuale nel 1871 una visita alla fattoria dell'Abbadia del “Ministro d'Inghilterra” come scrive la fattoressa nel suo registro dei soggiorni . Il tutto si può collegare alla rete dei rapporti che il barone aveva costruito negli anni in cui era stato presidente del Consiglio con il suo ultimo mandato esplicato proprio negli anni 1866-67 quando era già proprietario della tenuta. Con la bonifica si cerca di strappare alla palude gli ultimi terreni utili all'agricoltura progettando la colmata delle terre tra i corsi d'acqua del Fossatello e della Foenna.9) Fig. ?- CONTINUA…. Oltre a macchinari innovativi si cercano in Europa anche nuove sementi per poter migliorare il basso reddito agrario delle nostre campagne. Dalla Francia viene fatto arrivare 100 kg. di seme di barbabietola e per la prima volta tutti i poderi della tenuta coltiveranno quel tubero che nei primi anni del novecento porterà una tale produzione da invogliare alcuni pionieri del nord Italia ad impiantare uno zuccherificio nel comune di Montepulciano. Ma all'innovatore Ricasoli ancora questo non basta e nel giugno del 1871 chiama a se tre maestri muratori di Montevarchi ed impianta in fattoria una filanda per filare la seta. In pochi mesi l'impianto è pronto e inizia a produrre sotto la supervisione di un direttore e due maestre di filanda. In una annotazione della solita fattoressa possiamo rilevare che già arrivano in fattoria alcuni commercianti a ritirare i cascami10). Sono le prime avvisaglie della rivoluzione industriale che già presente nel nord Europa contagerà sulla fine dell'800 anche il nostro paese, ma anche l'inizio di quella trasformazione aziendale che porterà nella prima metà del 900, sotto la spinta dei Bastogi prima e dei Ciuffi dopo, a fare di questa fattoria un modello agro-industriale sia di tecnica che di conduzione a cui farà riferimento gran parte dell'imprenditoria del settore. A tal proposito è importante ricordare il grande impulso ai fini commerciali dell'azienda dato dalla stazione ferroviaria del Salarco posta sui terreni della fattoria dell'Abbadia, sorta nel 1861 e momentaneo terminale dell'ennesimo tratto di strada ferrata da Torrita a Chiusi che vedrà l'ultimazione dei lavori l'anno successivo. Il sentire popolare vuole che la decisione di far transitare la linea ferrata sopra i terreni delle tre fattorie granducali di Abbadia , Chianacce e Acquaviva fosse stata fortemente caldeggiata dal Ricasoli e dal Bastogi all'epoca Presidente del Consiglio e ministro delle finanze del neonato stato italiano e futuri acquirenti di due delle tre fattorie. Quanto basta e avanza ad insospettire sul gigantesco conflitto di interessi che i due si portavano sulle spalle. Questa ricostruzione intuitiva viene ipotizzata per la prima volta da Alessandro Angiolini nel suo libro “Successe in Valdichina” che a pag. 127 scrive: “ Una tradizione storico popolare vuole che sia stato il potente conte livornese Pietro Bastogi, nominato da Cavour ministro delle finanze nel primo governo unitario a pretendere la costruzione della stazione campestre nei possedimenti dell'ormai ex fattoria granducale di Abbadia. Infatti, appena due anni dopo, la ricca azienda agricola fu venduta insieme a quella di Acquaviva proprio dallo Stato ai Bastogi. L'ipotesi della forte influenza che esercitò Pietro Bastogi in questa scelta, è rafforzata dal fatto che lui stesso entrò poco dopo nel businness ferroviario costituendo nel 1862 la ” Società Italiana per le strade ferrate meridionali“ . E' inoltre probabile che la decisione di ubicare uno scalo ferroviario in piena valdichiana, derivasse dal fatto che proprio in quel luogo potevano essere facilmente convogliate le produzioni agricole delle tre grandi fattorie della zona….” Gli anni 70 del XIX secolo, sono anni cruciali per lo sviluppo agricolo della fattoria dell'Abbadia. Dopo la barbabietola, la cui selezione viene scientificamente curata dal Prof. Bechi direttore della Stazione Agraria di Firenze e docente all'Istituto Tecnico Provinciale, viene coltivato per la prima volta nel 1874 il tabacco. Le nuove culture spingono la proprietà alla formazione di ulteriori unità poderali che sorgono, sia con la divisione delle più grandi , che con l'aggiunta di terreni bonificati. E' il caso del podere Aiola1 dalla cui divisione nasce anche Aiola4. Per coltivare i nuovi fondi si privilegiano le braccia delle famiglie di sicura affidabilità e lunga fedeltà alla terra come i Mozzini di Sciarti2 ad un ramo della cui famiglia viene affidata la coltivazione delle terre dell' Aiola1. Saranno molti i discendenti delle attuali famiglie ottocentesche contadine della Fila che ritroveremo, a sancire ancora una volta la complessa diversità di questa azienda, a coltivare le terre di fattoria negli ultimi anni della mezzadria di metà novecento. Addirittura un buon numero di esse continuano la loro opera colonica negli stessi poderi da oltre cento anni , come i Mozzini all'Aiola, i Palmerini alla Fuga2, i Neri a S.Anna, i Nannotti a San Carlo , i Menchicchi a San Giovanni, i Mozzini a Sciarti2, senza dimenticare le altre famiglie che seppur cambiando podere sono rimaste sempre nella tenuta: I Castellani, i Bennati, I Bastreghi, i Menchetti, i Falciani, i Petti, A conferma dell'antico detto popolare secondo il quale “ il fattore andava cambiato spesso prima che acquisisse tutti i trucchi del mestiere”,il Ricasoli nel 1873 dopo quasi 10 anni di rapporto di lavoro sostituisce il vecchio agente Giovanni Lisi e chiama a dirigere la fattoria Giovanni Calastrini. Qualcosa effettivamente stava succedendo nella rete dei rapporti tra coloni, fattore e proprietà, tanto da spingere il Ricasoli a lamentarsene in un appunto autografo per il Maestro della sua Casa. Ma il Barone si spinge oltre fino a portare in giudizio l'ex fattore Lisi e a far pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale del Regno del 14 luglio 1873 un avviso a pagamento di questo tenore:“ Il Barone Bettino Ricasoli, proprietario domiciliato a Brolio, nell'interesse proprio, quanto in quello del Conte Pietro Bastogi proprietario domiciliato a Firenze, deduce a pubblica notizia ed a tutti gli effetti di ragione , che i coloni dei poderi attenenti alla loro fattoria dell'Abbadia in Valdichiana non hanno alcuna facoltà di contrattare e così di vendere o comprare bestiame ed altro per i poderi medesimi, e che non riconosceranno alcuna contrattazione si facesse dai detti coloni senza la espressa licenza e consenso dell'agente di detta fattoria”. Nella carte al di là di qualche appunto in cui si fa riferimento ad alcuni prodotti non fatti pagare dal Lisi ai coloni( ma si tratta di poche lire), non è rintracciabile la causa che può aver scatenato una così vistosa presa di posizione padronale. Dal punto di vista politico è ipotizzabile che il messaggio, visto l'organo di stampa a cui era stata affidata la divulgazione, non era diretto ai suoi coloni che difficilmente avrebbero potuto leggerlo, ma ai poteri forti della borghesia terriera, e non, del neo stato italiano, indicando loro la chiara “politica repressiva” da seguire davanti ai primi e seppur minimi segnali di sussulto proletario. Da non dimenticare che il ceto politico dominante faceva ,e farà riferimento,anche per i restanti anni del 1800 alla destra storica da cui nasceranno nei premi anni del 900 i primi movimenti nazionalisti che saranno l'embrione e la culla del primo fascismo. In Azienda intanto è pronto per la commercializzazione un altro prodotto cullato dal Ricasoli fin dal suo arrivo in queste terre: il vino. La produzione è buona, ma come immaginabile non lo è la qualità che si cerca di migliorare introducendo nel mosto “balle” di zucchero che si, elevano la gradazione, ma non migliorano il gusto, ma sopratutto il prezzo. Dopo vari tentativi, ritenuti lunghi e dispendiosi, la soluzione migliore per far aumentare di “ 3 cent” al fiasco il vino della fattoria dell'Abbadia è quella di miscelare il vino di queste vigne con il vino della fattoria di Brolio, l'altra proprietà del Ricasoli.
    Sono gli anni, quelli intorno alla metà del 1870, che segneranno la svolta agricola aziendale con l'introduzione, come abbiamo visto, nell'agricoltura classica di colture innovative come il tabacco e la barbabietola da zucchero e con le primissime selezioni di quella razza vaccina della valle che, diverrà nel tempo, la delizia dei palati nei migliori ristoranti di mezzo mondo. Non si deve dimenticare, tra l'altro, la produzione diretta della seta, con la costruzione di una filanda in fattoria ed il nobile tentativo di dar vita a nuovi vini in quelle terre della bassa bonifica poco adatte a tale scopo. Nel 1875 la coltivazione della barbabietola era già una realtà e con i suoi 150 ettari di semente le fattorie di Abbadia e Acquaviva erano le maggiori fornitrici dello zuccherificio August Braubach di Cesa11). Gli effetti benefici sull'economia locale che produrrà questa nuova coltura si avrnno solo nei primi anni del novecento con la costruzione di un nuovo impianto per la produzione dello zucchero in località Fontago il nome con cui veniva chiamato l'attuale paese di Montepulciano Stazione12). Lo stabilimento che doveva nascere inizialmente nei pressi di Cortona fu motivo di un forte scontro istituzionale tra il comune di Montepulciano e quello di Cortona e solo la tenacia e la caparbietà nonché il potere politico detenuto dal fautore dello spostamento, il deputato Gioacchino Bastogi allora proprietario della Fattoria dell'Abbadia, riuscì a far localizzare l'opera nelle terre della città del Poliziano13). Sempre nello stesso anno viene sperimentata per la prima volta in Val di Chiana e proprio sulle terre del Ricasoli la coltura del tabacco. Sarà solo una piccola produzione sperimentale di circa 20 quintali14) coltivato in quasi tutti i poderi della fattoria proprio per sondare le qualità dei terreni. Se oggi troviamo in commercio “i sigari di tabacco della Val di Chiana” lo dobbiamo senz'altro anche a quell'antica intuizione del Ricasoli. Ma tra le carte emerge un altro documento, forze il più importante della nostra ricerca, un documento inatteso quanto desiderato che potrebbe sancire storicamente l'inizio se non di una propria sperimentazione quantomeno di una iniziale indagine sulla razza bovina della Val di Chiana, spostando le lancette della storia molti anni indietro rispetto alle cronache documentate fino ad ora, che danno tale inizio solo nei primi anni venti del novecento con gli studi di approfondimento e selezione del Prof. Ezio Marchi considerato il padre della razza chianina. Il Ricasoli fin dal 1864, anno di acquisto della fattoria, aveva voluto che fosse il padre di Ezio, Francesco, a prendersi cura come veterinario di tutte le stalle della tenuta. Il documento15) accompagnato da una serie di lettere indirizzate al Barone Ricasoli e scritte per conto del Ministero dell'Agricoltura Industria e Commercio dal Prefetto di Firenze, evidenzia oltre ai premi ricevuti sia in denaro che in medaglie e diplomi, tutta una serie di tratti somatici e la genealogia del toro da riproduzione
    Bontà di “razza indigena della Val di Chiana” figlio di Codino e della vacca Gemma della stalla del podere Fuga1** di proprietà del Barone Ricasoli e del Conte Bastogi. Certo non fu facile coinvolgere i contadini in questo processo innovativo. Abituati alla semplici sementi di grano, orzo e fave che gli permettevano anche lunghi periodi di astensione dal lavoro nei campi, ora tutto cambiava improvvisamente, le nuove colture infatti avevano bisogno di mano d'opera costante durante tutto l'arco dell'anno e in molte famiglie le braccia non erano più sufficienti. Ma il cambiamento riguardò anche la parte amministrativa dell'azienda con l'introduzione nei libretti di tenuta dei conti colonici di nuove voci di spesa a debito dei coloni. Ad una massa di lavoratori con una diffusissima analfabetizzazione, ma con spiccata capacità intellettiva, come un antico proverbio popolare ci insegna, era molto difficile far comprendere e giustificare, ad esempio, che al colono veniva sottratta dall'introito della vendita delle barbabietole, una quota parte del guadagno per il logorio delle strade poderali dovuto al continuo passaggio dei barrocci che trasportavano il prodotto a Cesa. Che sia stato il Ricasoli, anche in questo caso, l'antesignano del pedaggio autostradale? La determinazione del Ricasoli nel proseguire col cambiamento portò senz'altro ad un repentino inasprimento dei rapporti coi coloni ai quali molto probabilmente iniziavano ad arrivare alle orecchie i richiami delle sirene di quel Manifesto marxista che stava incominciando a scuotere le coscienze proletarie delle masse dei lavoratori del nord Europa. Fioccarono le disdette da parte della Pretura di Montepulciano, sette in una sola volta, dirette ad altrettanto coloni : Ignazio Tiradiritto podere Fornace, Gio Batta Trabalzini podere S.Vittorio, Pasquale Bennati podere Fonte, Pietrangelo Cassioli podere S.Cristina, Benedetto Sodi podere Cappella, Pasquale Bastreghi podere S.Ferdinando, Domenico Trabalzini podere San Pietro Vecchio- Fa riflettere sopratutto la disdetta ai coloni Cassioli di S.Cristina e Trabalzini di S.Pietro Vecchio che in quell'annata erano stati i maggiori produttori di barbabietole. Quest'ultimo infatti impugnando il dispositivo fa opposizione alla disdetta portando la proprietà davanti al giudice. E' la prima volta in assoluto nella storia della mezzadria della fattoria dell'Abbadia che si assiste ad un atto di ribellione pubblica da parte dei coloni e sarà probabilmente uno dei primi germi da cui nasceranno in Valdichiana gli scioperi dei contadini del 1902, passati alla storia più che per le conquiste per la dura repressione molte volte sfociata nel sangue a cui furono sottoposti dalle forze di polizia le manifestazioni di protesta contadina. Ma il caso del Trabalzini è emblematico anche per l'excursus giuridico che ebbe la sua causa, dal dibattimento alla sentenza definitiva, dove aleggiava un altro conflitto di interessi del Ricasoli, quello di essere nello stesso momento imputato ma anche ministro della giustizia dello Stato Italiano. Questa in sintesi la ricostruzione che emerge dai verbali. Il 29 novembre 1875 il colono Domenico Trabalzini riceve dalle mani dell'usciere della Pretura di Montepulciano la disdetta di colonia del podere S.Pietro Vecchio. Essendoci un clamoroso vizio di forma in quanto il capoccia del podere era sua babbo Lorenzo, Domenico fa opposizione dichiarando che se la disdetta era diretta a lui era disponibile insieme alla moglie e ai figli a lasciare entro un mese il podere, ma il resto della famiglia di suo padre doveva continuare a coltivare il podere in quanto capoccia intestatario dei libretti colonici e non destinatario quindi della disdetta colonica. In udienza viene sentito l'agente Calastrini il quale ammette che effettivamente il capoccia risulta essere dai libretti il padre Lorenzo, ma in pratica il vero capoccia era il figlio in quanto accompagnava spesso il padre quando si facevano i conti colonici e che poi, alcuni coloni di altri poderi avevano dei libretti intestati ai padri ma gli effetivi capoccia erano i figli. Ribatte il Trabalzini Domenico che lui accompagnava ogni tanto il babbo solo perchè non conosceva i biglietti di banca e che i quattro libretti portati come prova dal Calastrini non erano assimilabili al suo caso in quanto quei padri erano tutti morti da anni e non si era provveduto alla correzione del libretto, invece il suo babbo era vivo. Il Calastrini ribatte che non vi era differenza alcuna, sostenendo in pratica che l'intestazione di un libretto ad un morto equivaleva a quella di un vivo, e che per quanto riguardava il biglietti di banca che il babbo asseriva non conoscere era assolutamente una scusa poiché i soldi non erano mai corsi alla chiusura dei conti. Come dire, ma quando si danno i soldi ai contadini ? Il giudice accogliendo in toto le tesi della proprietà rigetta l'opposizione del Trabalzini ritenendo valida la disdetta per tutta la famiglia e condannando babbo e figlio al pagamento delle spese processuali. Nelle motivazioni della sentenza di condanna si può con non poco stupore leggere che i libretti intestati ai padri morti si potevano in qualche modo equiparare ai libretti intestati ai padri vivi e che il figlio, assistendo ai conti colonici, era effettivamente il capoccia, in quanto non veritiera la tesi dei biglietti di banca in quanto effettivamente non correvano. Lo sventurato Trabalzini pur non sapendolo si era scavato da solo la fossa.

L'anno 1876 sancisce la fine della gestione Ricasoli alla Fattoria dell'Abbadia che dalla metà di quell'anno passerà nelle mani dell'altro socio acquirente, ossia, il Conte Pietro Bastogi. Al ritiro da queste terre del Barone, avvenuto nella più assoluta riservatezza, fa da contraltare l'arrivo delle famiglie Bastogi, sopratutto quella del giovane rampollo Giavannangelo, fresco sposo della Marchesa Vitelli, ai quali fu riservata una intera settimana di festeggiamenti.

Evitando di entrare nel mero aspetto politico che il Barone Ricasoli ha rappresentato in quegli anni che gli è valso l'appellativo di “ fondatore dell'unità d'Italia”(all.) insieme ad illustri personaggi risorgimentali quali : Cavour, Mazzini, Garibaldi, Vittorio Emanuele II, per citare i più noti, noi abbiamo voluto invece tracciarne il profilo di agricoltore innovatore, lasciando quello politico agli storici di professione che già su questo argomento hanno riempito innumerevoli pagine di altrettanti libri. Il percorso degli oltre dodici anni che l'uomo ha dedicato alle terre dalla Val di Chiana noi lo abbiamo potuto ricostruire visionando le preziose carte che la famiglia Ciuffi ha conservato gelosamente nel suo Archivio e che per la prima volta ha reso accessibili e tramite questo lavoro fruibili al pubblico. Come la cronologia dei fatti narrati ampiamente dimostra, possiamo affermare con assoluta certezza che se questa fattoria ha potuto divenire negli anni una “fattoria modello”, a cui si è riferita gran parte dell'imprenditoria agricola italiana, lo si deve al fatto che il Barone Ricasoli ha saputo farne negli anni della sua gestione un “modello sperimentale” all'avanguardia dell'intero panorama agricolo nazionale. Nel 1875 la coltivazione della barbabietola da zucchero era già una realtà e con i suoi 150 ettari di semente, le fattorie di Abbadia e Acquaviva erano le maggiori fornitrici dello zuccherificio August Braubach di Cesa (all.). Gli effetti benefici sull'economia locale che produrrà questa nuova coltura si avrà nei primi anni del novecento con la costruzione di un nuovo impianto per la produzione dello zucchero che, grazie alla caparbietà e all'influenza politica del Conte Giovacchino Bastogi, sorgerà nel piccolo agglomerato di Fontago, oggi Montepulciano Stazione16), a dispetto di quanti, istituzioni locali incluse, lo volevano far nascere nel comune di Cortona17). Sempre nel 1875 viene sperimentata per la prima volta nella fattoria la coltura del tabacco detto “Spadone”. E' una piccola produzione di circa venti quintali coltivati in piccole quantità in tutti i poderi della fattoria proprio per sondare la qualità dei terreni, ma che darà l'avvio a quella grande produzione che ha caratterizzato queste terre nella seconda metà del novecento. Se oggi troviamo in commercio i sigari di tabacco chianino lo dobbiamo senz'altro anche a quella datata intuizione del Ricasoli. Egli da politico navigato seppe sfruttare gli spazi commerciali che negli instabili equilibri politici europei, funestati da continue guerre d'indipendenza, si aprivano e si chiudevano nel volgere di qualche mese. Fu così quando importò il seme di barbabietola dalla Francia18) ed esportò in quel paese ingenti quantità di vino; oppure quando arrivarono richieste di seta dal nord Europa non esitò a seguire gli industriali tessili dell'Italia settentrionale, istallando una filanda in fattoria sfruttando la mano d'opera delle giovanissime contadine “ le cosiddette maestrine” che cercavano di incrementare nelle famiglie i ristretti redditi legati all'agricoltura. Stessa cosa per quanto riguardò la meccanizzazione agricola acquistando dall'Inghilterra, tramite le officine grossetane, la macchina trebbiatrice Clyton. Certo non fu facile coinvolgere i contadini in questo cambio repentino di conduzione delle terre. Abituati alle facili sementi di grano, orzo, biada che gli permettevano anche lunghi periodi di riposo “forzato”, ora tutto improvvisamente cambiava. Le nuove colture avevano bisogno di mano d'opera, che poi era esclusivamente la zappa, durante tutto l'arco dell'anno e in molte famiglie le braccia non erano più sufficienti. Ad inseminare il germe di qualche seppur flebile protesta tra i contadini contribuirono anche le nuove scritte coloniche che il Ricasoli e i Bastogi stavano approntando; scritte integrate da una moltitudine di chiamate contabili che le famiglie contadine, quasi tutte analfabete, stentavano a comprendere. Era, per esempio, molto difficile far capire a un colono per quale motivo doveva pagare una specie di pedaggio per il logorio delle strade poderali dovuto al continuo passaggio dei barrocci che trasportavano le barbabietole, anche se, molto probabilmente, il detonatore delle proteste era stata senz'altro l'iniqua tassa sul macinato imposta il 7 luglio 1868 che pesava enormemente sulle popolazioni rurali.19) La determinazione del Ricasoli nel cambiamento fu la causa di un repentino inasprimento nei rapporti con i coloni e le prime flebili proteste presero forma di ribellione trasformandosi in sostanza quando per la prima volta nella fattoria dell'Abbadia un semplice contadino trovò il coraggio di condurre in tribunale la proprietà. Erano probabilmente anche i primi segnali di un nuovo riformismo socialista che darà vita negli anni a seguire ai primi governi di sinistra con De Petris prima e Crispi dopo. Il Ricasoli guidò in prima persona il diffondersi del liberismo dei ceti nobiliari legati all'agricoltura in contrapposizione alle spinte riformiste socialiste che contrapponevano una forma di stato più egualitaria. Questo lo possiamo ritrovare in quell'annuncio a pagamento fatto pubblicare sulla Gazzetta del Regno, che si può considerare un vero manifesto del liberismo conservatore del Risorgimento. Da non sottovalutare infine i suoi rapporti con la Chiesa . Da appartenente alla corrente liberale della destra più austera si distingueva dalle posizioni più diffuse dei liberali anticlericali per la sua fervente fede cattolica che lo portò più di una volta, quando era primo ministro, a tentare una definitiva risoluzione dei contrasti con lo Stato Vaticano più nota come “la questione romana”. Mantenendo fede ai suoi principi religiosi, volle garantire nella sua tenuta di Abbadia la presenza della chiesa di Sciarti con larghe elargizioni e il sostentamento personale degli emolumenti mensili al prete di Sciarti, Don Dingacci. Politica poi proseguita nel solco tracciato da chi lo seguirà alla guida della fattoria, le famiglie Bastogi e Ciuffi. Possiamo quindi concludere che la fattoria dell'Abbadia, il modello agricolo per eccellenza esportato oltre i confini della Val di Chiana, nasce e si forma sotto il Barone Bettino Ricasoli, si concretizza con i Conti Bastogi e si realizza definitivamente sotto la guida delle famiglie Ciuffi, che tutt'ora ne detengono la proprietà, a cui dobbiamo l'esclusiva riconoscenza per la realizzazione di questa prima parte della nostra ricerca.

1) Archivio Storico Fattoria Ciuffi I faldone, d’ora in poi ASFC
2) Dal Cabreo della Stufa relazione Gugliantini: Questa fattoria faceva parte di quella di Bettolle, dalla quale fu divisa nell’anno 1806. Manca di casa, che per anche non è stata fabbricata. Attualmente il fattore abita una casa presa in affitto. La Tenuta per la maggior parte è stata formata da nuovi acquisti stati fatti per servire al sistema delle colmate per mezzo di compre fatteda quei particolari, che non avrebbero potuto sostenere le spese necessarie alle operazioni delle colmate. Così nella medesima forma che manca di casa di fattoria, manca ancora di case per i lavoratori. E’ tutta assieme una delle più belle e regolari tenute, tanto che le case coloniche se fossero disposte simmetricamente, potrebbero formare bel colpo d’occhio, e essere di maggiore utilità all’Agenzia. Avvertenza che bisognerebbe avere giacché conviene fabbricarne dodici o quattordici almeno. La sua estensione attuale e di 1995 quadrati distinti come segue: terreno coltivato e seminativo 1085, prativo 103, in colmata 435, palustre 230, occupato dalle strade 52, occupato da fiumi e argini 89. Non vi sono che 16 poderi e 172 lavoratori ; il restante del coltivato si sementa a mezzeria da altri abitanti della campagna. Vi sono 998 capi di bestie per il valore di lire 54488 o siano scudi 7784. I suoi prodotti sono grano, biade, vino, seta, canapa, lana, formaggio e carne o bestiame. La rendita di un anno sul decennio preso dal 1788 incluso a tutto il 1807, è di lire 39011, o siano scudi 5573 moneta toscana. Ma potrà aumentare a proporzione che saranno fabbricate case dei lavoratori. E detta vendita è al netto di pesi pubblici e comunicativi, e di ogni spesa di amministrazione, e ogni mantenimento di fabbriche, e di coltivazioni
3) ASFC- Faldone 1 Queste le denominazioni dei poderi e delle mezzerie e relativi lavoratori:
Podere - Mezzadro:
S.PIETRO VECCHIO-FANCIULLI FERDINANDO
STRADA-CONTEMORI GIOVANNI
PORTICCIOLO 1°-CALDESI GIACINTO
PORTICCIOLO 2°-TERROSI ANGELO
SCIARTI 1°- GHEZZI PIERANTONIO
SCIARTI 2°-MOZZINI PASQUALE
AIOLA 1°-BENNATI GIUSEPPE
AIOLA 2°-MARCHI DOMENICO
AIOLA 3°-CASINI LUIGI
FERRETTI-PUCCI LUIGI
CATENA-
S.VITTORIO-PUCCI PIETRO
S.LUISA-GALAURCHI SETTIMIO
SAGGINALI-FALCIANI
S.CRISTINA-CALFIDO GIAN MARIA
S.GIO.NEPOMUCENO-MENCHICCHI PIETRO
S.LEOPOLDO-STACCIOTTI ANGELO
S.FERDINANDO-BASTREGHI PASQUALE
S.CARLO-NANNOTTI LUIGI
S.FRANCESCO-TAMAGNINI ANGELO
FUGA 1°-BASTREGHI FEDERIGO
FUGA 2°-PALMERINI DOMENICO
S.PIETRO NUOVO-BENNATI FRANCESCO
STRINGAIE-SONNATI FABIANO
CASA DELL’ORTOLANO-GRILLI BENEDETTO
MEZZAIOLI:
DI VAGLIANO-QUINTI LEONARDO
DI GRACCIANO-IRADIRITTO ANNUNZIATA
DELLA FORNACE-FACCHIELLI ANGELO
DELLA FONTE-BENNATI TERESA
4) Da Bullettino Senese di storia patria- Rozzi 1938
5) Il reggimento comandato dal Laugeri era di stanza a Foiano con altri 11.000 soldati di tutte le armi al comando del generale Nino Bixio. Foiano era stato scelto quale campo d'istruzione per le grandi manovre dell'esercito italiano. Lo stesso giorno del fatto di Abbadia, a Torrita transitava il re Vittorio Emanuele II, probabilmente al seguito delle truppe. Così recita la targa posta a ricordo dell'evento nel Comune di Torrita:”A Vittorio Emanuele, primo fattore dell'Unita e indipendenza d'Italia, che nel 20 settembre 1868, movendo alle grandi manovre dell'esercito nazionale, transitava per questo comune. Il Municipio di Torrita Q.M.P.”. Dal sito internet Foiano in piazza e appunti spunti ritagli scampoli e curiosità d'arte storia paesana di Giovanni Maria Guasparri-ed. Accademia degli Oscuri di Torrita di Siena-Tip. Rossi, Sinalunga 2012.
6) , 7) Ramo della nobile famiglia senese Gori-Pannilini che possedevano oltre le commende di Marciano e della Fratta alcuni terreni(ipotecati per spese di colmata a favore dei Beni della Corona in Valdichiana) anche nella comunità di Torrita. Cfr. Vita in Villa nel senese a cura di Bonelli-Pacini- Ed Pacini Pisa 2000
8) Regia Pretura di Montepulciano L'anno milleottocentosessantasette e questo dì 20 del mese di novembre . A richiesta dei nobili Sigg. Barone Bettino Ricasoli e Conte Pietro Bastogi ; possidenti domiciliati il primo in Firenze e l'altro in Livorno e ambedue elettivamente nella casa padronale della tenuta di Abbadia cura di detto nome comune di Montepulciano. Io sottoscritto ufficiale addetto alla Pretura che sopra domiciliato in Montepulciano, ho disdetto conforme disdico a, GIACINTO CALDESI,ed intera sua famiglia colonica di cui esso è il capoccia domiciliato in cura dell'Abbadia comune di Montepulciano, la colonìa del podere detto Porticciolo primo, facente parte della Tenuta dell'Abbadia di proprietà degl'Instanti , posto in cura dell'Abbadia comune di Montepulciano e lavorato dal (….) Giacinto Caldesi e famiglia colonica Caldesi- Ho intimato , conforme intimo al detto Giacinto Caldesi ed intera sua famiglia colonica , di lasciare a tutto il febbraio 1868 libero(……) il sopra descritto podere e terre che lo costituiscono , con assegnazione ad essi coloni licenziati , e (…..) al loro capoccia Giacinto Caldesi , del tempo e termine di giorni otto dal dì della notificazione della presente disdetta a dichiarare se la accetta o no, colla comunicazione che superato detto termine senza avere emessa alcuna dichiarazione od opposizione , la disdetta si avrà accettata e sarà contro detto Caldesi e famiglia colonica a suo luogo e tempo e nel caso di inadempienza alla fatta intimazione , proceduto collo sfratto a tutte loro spese. Ho sempre ad istanza che sopra rammentato e contestato, siccome rammento e contesto a detto Caldesi e sua famiglia colonica come non abbiano diritto di far sementi di grano maggiore della consueta, ne sementare foraggi al di la della quantità occorrente al mantenimento del bestiame nel marzo futuro, colla dichiarazione che le raccolte di foraggi che fossero essere prodotti da sementi illegalmente fatte , dovranno ritenersi, come sono effettivamente di pertinenza degli istanti proprietari , salvo il diritto dei medesimi quando lo credessero opportuno di distruggerlo e ridurre il terreno nello stato primitivo , e ho contestato siccome contesto a detto Caldesi e famiglia che non è loro permesso di vendere e comprare e permutare bestiame senza l'espresso consenso dell'Agente dei beni di essi Sigg. Istanti, e tutto(salvo?). La presente disdetta , assegnazione e contestazione ho fatto e faccio al nominato Giacinto Caldesi , capoccia della famiglia colonica lavoratrice nel podere detto Porticciolo primo, mediante rilascio al suo domicilio in copia al presente atto consegnandola in persona di lui stesso. L'usciere.
9) ASC- Doc. 75.Originale dell'autorizzazione per la nuova colmata del rio Fossatello rilasciata dal ministero delle Finanze del governo di Napoli in data 12 maggio 1872, firmata dal Re Vittorio Emanuele II e dal ministro Quintino Sella.
10) Scarti di fibre tessili
11) ASC Faldone 1875-1876- Contratto di produzione barbabietole da zucchero tra August Braubach titolare dello zuccherificio di Cesa e Giovanni Calastrini Agente per conto Barone Bettino Ricasoli proprietario della Fattoria dell'Abbadia. Il contratto costituito da 10 clausole, stabilisce gli obblighi dei due contraenti.
12) Il nome di Fontago in Montepulciano Stazione cambierà per decreto il 14 settembre 1925.
13) Cfr. articolo dell'Araldo Poliziano dell'11 aprile 1909.
14) ASC Faldone 1875-1876, doc 89. Furono raccolti esattamente 2375 kg. di tabacco suddiviso in tre classi più una piccola percentuale di frasami di foglia per un incasso di lit. 1489, 70. Il tabacco fu consegnato alla Manifattura di Firenze ai prezzi stabiliti dalla Commissione di perizia. Il documento riporta timbri e firme in calce inerenti le autorizzazioni degli organi competenti alla produzione e alla vendita.
15) ASC Faldone 1875-1876- Concorso Agrario Regionale del 1875 in Firenze. Certificato di adempimento alla prescrizione stabilita dall'articolo 21 del Regolamento pei concorsi agrari regionali.Al concorrente Bettino Ricasoli e Pietro Bastogi rappresentati dal loro fattore Giovanni Calastrini fu aggiudicato un premio d'una medaglia d'argento con lit. 400, 00 per un toro da lui esposto nel concorso di Firenze come sopra. Descrizione dell'animale riproduttore premiato. Nome= Bontà, Razza= Indigena della Val di Chiana, figlio di Codino e di Gemma, Mantello= Bianco, Altezza metri 1 e cent. 64 misurato con lo squadro dal tallone al garese. Nato nel 1873 allì 29 agosto nel comune di Montepulciano. I sottoscritti attestano che il suddetto toro di proprietà dei Sigg. Barone Ricasoli e Conte Bastogi dimorante a Firenze ha adempito alla prescrizione stabilita dall'Art. 21 del regolamento pei concorsi agricoli regionali. Località ove il riproduttore eseguì la monta=FugaI podere compreso nella fattoria dell'Abbadia dei proprietari Ricasoli e Bastogi. Epoca in cui venne eseguita la monta= dal 1 giugno 1875 al 20 aprile 1876. Numero delle femmine coperte=n° 162- centosessantadue. Se la monta venne data a pagamento o a gratis= a pagamento lit. 5, 00 cent 00, gratis 00- Rilasciato a Montepulciano il 4 maggio 1876- Visto il sindaco di Montepulciano Angelotti- Il veterinario del comune di Montepulciano Luigi Radicchi.
16) Il nome da Fontago a Montepulciano Stazione sarà cambiato con decreto Prefettizio del 14 settembre 1925.
17) Notizia riportata dall'Araldo Poliziano del 11 Aprile 1909
18) Il seme di barbabietola da zucchero fu sperimentato per la prima volta da un agronomo francese alla fine del 1700.
19) La Storia d'Italia De Agostini Editore Spa, Novara 2004 vol.18 pag 202. La tassa sul macinato consisteva su un imposta di lit 2 per ogni quintale di grano macinato, lit 1,20 per l'avena, lit 0,80 per il granturco e la segala e lit. 0,50 per gli altri cereali. Fu calcolato che essa sottraeva ai contadini l'equivalente di 10 giornate lavorative all'anno
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