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Albero delle cartelle




progetti:pensami_grande:2015

Il giornalino

il logo di Tamajano

Anno 2015-numero unico. Redatto dai ragazzi del progetto Pensami grande presso il punto paas di Abbadia di Montepulciano.

Premessa

La crescita di un individuo è un graduale passaggio dalla dipendenza all'autonomia, che diviene completa quando l'individuo diventa adulto. Nella crescita verso l'autonomia, un ragazzo Speciale incontra due tipi di ostacoli, da una parte difficoltà legate alla sua disabilità, dall'altra atteggiamenti di paura e di ambivalenza dell'ambiente che interferiscono sul suo grado di autonomia potenziale, raggiungibile anche se in situazione di svantaggio. Spesso gli adulti che incontrano il ragazzo con disabilità, sviluppano nei suoi confronti un atteggiamento assistenziale, eccessivamente protettivo, che spesso limita l'acquisizione di indipendenza. E' nostra convinzione che un' educazione all'autonomia, sia di fondamentale importanza per lo sviluppo di una persona con disabilità e che una buona autonomia personale sia poi, andando avanti, prerequisito fondamentale per un inserimento sociale e lavorativo. Molte conquiste sono difficilmente raggiungibili in ambito familiare, soprattutto quando tale problema viene posto in adolescenza, momento in cui i ragazzi iniziano a manifestare desiderio di distacco dei genitori e mal sopportano le loro richieste. Allo stesso tempo anche per i genitori, riconoscere e accettare che i loro figli stiano diventando grandi è spesso difficile e tale processo va in qualche modo sostenuto. Il tema quindi dell'educazione all'autonomia assume, un particolare risalto nell'età adolescenziale. Da qui nasce il senso del progetto Pensami grande attivato dal 2012 dal Comune di Torrita di Siena in collaborazione con il Servizio Sociale per ragazzi di Torrita, Sinalunga e Montepulciano, con obiettivi di comunicazione, di orientamento, di comportamento stradale, uso del denaro, uso dei servizi pubblici. Il numero dei ragazzi è cresciuto negli anni ed il laboratorio è diventato sempre più un luogo di incontro amicale. Dal 2013, per un periodo dell'anno, ci siamo spostati al Centro civico di Abbadia di Montepulciano dove da anni è localizzato un punto paas (accesso assistito ai servizi della rete). Qui, da volontari, vengono svolti anche corsi di computer con sistemi operativi e software liberi. I ragazzi hanno imparato ad inserirsi nella piattaforma wiki del paas, ad utilizzarlo, a scrivere, a ricercare notizie su internet. Quest'anno hanno deciso di redarre un giornalino partendo dai loro interessi.

Le tirocinanti

Siamo due studentesse del liceo delle scienze umane di Montepulciano. Abbiamo cominciato a partecipare al progetto “Pensami Grande” nel 2012, grazie all'invito di Mariella, educatrice di Veronica, nostra compagna di classe. Il progetto tenutosi presso la biblioteca comunale di Torrita di Siena, ha suscitato in noi un interesse tale da partecipare con assiduità agli incontri con i ragazzi. Abbiamo partecipato nel 2013/2014 ai campi solari presso il lago di Montepulciano e negli ultimi mesi abbiamo preso parte a quattro incontri con la psicologa Simona sulla “Sessualità e Affettività”. Grazie a tale iniziativa i ragazzi hanno avuto modo di avere piccole conoscenze relative all'ambito sessuale, argomento spesso trascurato dalle famiglie. Il tempo trascorso con i ragazzi del progetto è stato per noi prezioso e formativo, in quanto ci ha permesso di comprendere meglio noi stesse e le nostre intenzioni per il futuro poiché grazie a questa partecipazione abbiamo vissuto un'esperienza divertente, piacevole e ricca di stimoli.

Rita Presenti e Elisa Delle Monache

I giornalisti per un mese

  1. Riccardo Bozza: musica da discoteca;
  2. Jonathan De Rosa:le api Piaggio;
  3. Veronica Genca:i cani;
  4. Martina Giani: disegno e moda;
  5. Marika Mandalà: bar pubblico esercizio;
  6. Antonio Nero: musica cinese;
  7. Nicolò Sangermano: il calcio;
  8. Giulia Scaccini: canto moderno;

Musica house

Riccardo
Io in questi anni mi sono appassionato alla musica house perché nel tempo libero mi annoiavo, quindi ho iniziato ad ascoltare la musica house. La mamma mi ha comprato le casse per ascoltare la musica con il computer La prima volta me l'ha fatta conoscere il mio amico Giordano.

Mi piacerebbe andare in discoteca per sentire questa tipo di musica vorrei andare insieme a Mariella , Paola, Rita, Ester e Catia.

Molte persone credono che l'house music sia sempre esistita, altre fanno risalire la nascita al 1987. In realtà la musica house nasce nei sobborghi di Chicago come fusione di più generi, dalla Discomusic degli anni '70 (anni in cui si è sviluppato il concetto di dance music), alle sonorità decisamente più elettroniche dei primi anni '80. Uno dei principali artefici di questa nascita fu Frankie knuckles D.J. newyorchese che iniziò a sperimentare, nei gay Clubs della città, nuove sonorità e situazioni, programmando dal vivo il suo sintetizzatore e mixandone i suoni con i dischi del momento.

disk jockey

A sedici anni infatti lasciò il suo quartiere per raggiungere l'amico Larry Levan presso un centro salutista gay di Washington Heights, che ospitava anche una discoteca dal nome di “Continental Bath”. Dopo tre anni Larry Levan lasciò il “Continental Bath” per trasferirsi nel New Jersey e lavorare al “Paradise Garage” dove il suo modo di fare musica passò alla storia e diede vita ad una “branchia” particolare di quella che sarà la futura house: il garage. Kunuckles si fermò al “Continental Bath” ancora due anni per poi trasferirsi a Chicago come partner di una nuova iniziativa per la creazione di un club, il “Warehouse”. Chicago nel 1977 non era come New York. I Clubs avevano i jukeboxes e la scena musicale girava intorno al blues e al gospel. nel giro di due anni il “Warehouse” divenne il più “infuocato” club underground della città e Frankie Knuckles il D.J. più “caldo” le cui ambientazioni facevano gridare la gente, utilizzando i classici pezzi soul di Philadelphia e rielaborandoli al sintetizzatore per renderli più lunghi, più duri e ripetitivi: da questo ambiente proviene l' house music. Frankie Knuckles suonava il suo Soul di Philadelphia e i suoi montaggi di disco; contemporaneamente Jamie Principle, giovane batterista di gospel, stava lavorando in studio su un sound influenzato dalla musica sintetica europea, come gli Human League e i Depeche Mode. Intanto Knuckles lavorava ad un megamix-bootleg intitolato “On & On”, in cui si mescolavano Sergio Mendez, Donna Summer e Michael Jackson. Insieme agli Z-Factor ne fecero una versione seguita da un pezzo house mai registrato; era il 1981.

Nel corso degli anni questo genere musicale dopo aver mosso i primi passi negli States si è poi rapidamente allargato all'Europa coinvolgendo inizialmente i D.J's londinesi per poi estendersi nel resto del continente, in particolare in Italia, dove fino ad allora esisteva un unico genere dance che sarà poi denominato “Commerciale”. Sono infatti datate 1988 le prime produzioni registrate in piccoli studi sperimentali nati nel frattempo sull'asse Milano-Bologna-Riccione.

dj Pizzella

Gli artefici della nascita dell' House nella grande mela furono quindi insieme a produttori discografici dell'epoca alcuni tra i resident D.J. dei Club di maggiore tendenza in quegli anni

amo la musica

 I love music

Riccardo B.


Ape tuning

Jonathan
Mi chiamo Jonathan, frequento il primo anno dell'Istituto Agrario Vegni delle Capezzine di Cortona. Dal 1 Aprile vivo a Bettolle, prima vivevo a Torrita Di Siena. A me piacciono gli apini da sempre, è molto comodo, perché sul sedile si può stare in due, inoltre sono modificate e truccate.

Ho un ape di colore verde scuro, la tengo in garage. Qualche volta ci vado in giro con mio fratello Orlando. La mia ape è dotata di un motore 102 Polini, le gomme sono larghe, ha il Rollbar, che sta dietro al parafango e il Bullbar che sta davanti la cabina. La funzione di questi accessori è di non far vibrare l'ape. Non vedo l'ora di prendere il patentino per poterci andare in giro con i miei amici.

L'Ape è un veicolo a tre ruote prodotto dalla Piaggio fin dal 1948. È un vero e proprio simbolo italiano unico al mondo. Nacque nel 1948, in un'Italia ancora stremata dalla guerra. La carenza di mezzi di trasporto era evidente, ma molti non potevano permettersi l'acquisto di un mezzo a quattro ruote. Alla Piaggio venne l'idea di costruire un veicolo commerciale su tre ruote: un motofurgone derivato da uno scooter. Il primo modello fu costruito a partire dalla Vespa. Le prime due serie erano quasi una Vespa a due ruote attaccata ad un rimorchio. In alcuni prospetti di vendita e in taluni mercati venne infatti pubblicizzato come VespaCar o TriVespa. Costava 170.000 lire. Oggi l'Ape è costruito anche in India su licenza. Uno dei suoi utilizzi più caratteristici, nella versione “Ape Calessino”, è quello di risciò motorizzato o di Tuk-tuk, mezzi di trasporto pubblico ormai desueti in Italia, ma ancora molto diffusi nel sud est asiatico. Con due Ape TM a miscela, nel 1998, gli “Apenauti”, ovvero due esploratori italiani, l'architetto Giorgio Martino ed il geografo Paolo Brovelli, progettarono e portarono a termine la traversata di tutto il continente euroasiatico, da Lisbona a Pechino: 25.001 km attraverso 19 stati in 212 giorni di viaggio.

ape impennata  ape tuning

Jonathan D.R.


I cani

Veronica

Mi chiamo Veronica, ho la passione per il cane perché è un animale tranquillo, molto bello e intelligente. Ho due cani che si chiamano Rocky e Rinty; il primo ha tre anni e l'altro ne ha cinque. Sono fantastici e docili, a me questo piace tanto perchè mi trasmettono tranquillità. Rinty l'ho preso all'età di un anno e Rocky tre. Questi due cani sono meticci, di colore bianco e marrone. Meticci significa che non sono di pura razza. Con loro mi diverto un sacco in casa e con mia sorella. I due cani mi sono stati regalati dal cugino del mio babbo. Quando sono arrivati, ero emozionata perché non me la aspettavo che i mie genitori lo portassero a casa mia. Appena arrivati non mi conoscevano e mi abbaiavano moltissimo. Io mi sono affezionata subito soprattutto a Rocky, perché è bello e buono. Dorme in camera mia con me e mia sorella. Io e lei siamo molto contente, gli voglio tanto bene. Rocky per me è il mio amico del mondo.

Il mio cane

Rocky dorme Rocky seduto Rocky sdraiato

Notizie sul cane

Il cane è un mammifero carnivoro, deriva dall'addomesticazione del lupo. Ha con l'uomo un legame profondo che risale a 36.000 anni fa.

Esistono moltissime razze di cani, che sono state selezionate nel tempo dall'uomo con lo scopo di aiutarlo in differenti attività:le razze di cani da compagnia, quelli da caccia, da corsa e da guardia. Il cane rispetto al lupo, ha i denti canini meno aguzzi, le zanne più bianche,le zampe più estese, è privo di artigli affilati.

Il cane è molto vario nelle sue caratteristiche biologiche, per la selezione operata dalla natura (per i diversi luoghi di provenienza), per le varie specie nate nel corso dei secoli, e soprattutto per via della selezione operata dall'uomo (suo compagno fin dall'età preistorica); questa varietà è tale da richiedere, secondo alcuni[senza fonte], la divisione in sottospecie e morfologie. Il peso del cane adulto può variare da 1700 g ai 90 kg circa. Ha un ciclo estrale che si ripete due volte l'anno (mentre il lupo ha un unico periodo d'estro annuo); questa caratteristica è dovuta in parte alla selezione effettuata nei secoli dall'uomo (per facilitare l'allevamento), in parte alla selezione naturale. Cuccioli Labrador nero Cuccioli simpatici

Per tutte le razze il periodo di gestazione è di circa 62 giorni. Vengono alla luce da 1 a 10 piccoli, a seconda della taglia dell'animale. Notevoli sono i cambiamenti apportati nel corso dei secoli dalla selezione operata dall'uomo, sia come caratteristiche fisiche (colore, peso, qualità sensoriali), sia come caratteristiche di socializzazione. Notevole importanza è stata posta da sempre nell'educazione e nel comportamento del cane. Tutte le razze hanno una predisposizione al comportamento giocoso e socievole durante la loro esistenza: caratteristiche che nel lupo, in parte, scompaiono in età adulta.

Il cane ha un senso dell'olfatto molto sviluppato; la corteccia olfattiva ha un ruolo predominante nel cervello del cane, analogamente a quanto avviene per la corteccia visiva dell'uomo. Si stima che i cani abbiano un olfatto 100 milioni di volte più sviluppato, quindi più efficace per le varie necessità, di quello umano. Parte fondamentale del suo processo di riconoscimento degli odori è la conformazione del suo naso (il tartufo o rinario) e soprattutto la potente mucosa interna, in grado di distinguere una sola molecola di una sostanza su milioni di altre[senza fonte]. Il tartufo rappresenta l'estremità terminale del naso del cane. L'impronta delle circonvoluzioni che lo contraddistinguono è specifica dell'individuo e, al pari delle impronte digitali dell'essere umano, può essere usata come efficace sistema di riconoscimento. La mucosa che riveste internamente il naso del cane svolge gli stessi compiti di quella di qualsiasi altro mammifero. All'estremità del tartufo si trovano le froge o cavità per aspirare l'aria e, come in altri mammiferi, al confine mucosocutaneo, ci sono vibrisse laterali, grossi peli con funzioni sensoriali molto importanti. Oltre all'olfatto, il naso del cane ha molte funzionalità aggiuntive. La maggior parte delle ghiandole sudoripare del cane sono concentrate nella mucosa interna del tartufo, cosa che lo rende importante dal punto di vista della regolazione termica. Inoltre, esso è dotato di recettori del freddo che recepiscono l'evaporazione dell'umidità causata dalle correnti d'aria, e consentono al cane una notevole precisione nel determinare la direzione di provenienza degli odori. Questa caratteristica è stata sfruttata dall'uomo per l'addestramento di cani per la ricerca di animali, persone, tartufi, o sostanze particolari, come stupefacenti o esplosivi.

Veronica G.


Disegno e moda

Mi chiamo Martina ho 16 anni e frequento l'alberghiero. I miei hobby sono disegnare, cucinare e ascoltare la musica. Ho deciso di parlare della moda perché mi è sempre piaciuta da quando ero piccola. Ho scoperto la moda da piccola, per caso, guardando sfilate di moda e guardando riveste. Da lì e nata la mia passione e quando posso disegno alcuni abiti.

Il termine moda deriva dal latino modus, che significa maniera, norma,regola, tempo, melodia, ritmo, tono, moderazione, discrezione. Il termine moda compare per la prima volta nel trattato La carrozza da nolo dell'abate Agostino Lampugnan. La moda nasce solo in parte dalla necessità umana correlata alla sopravvivenza di coprirsi con tessuti, pelli o materiali lavorati per essere indossati. Le donne, che ne erano escluse, non per questo rinunciavano a vestirsi con cura estrema. Gli abiti possono servire a nascondere lati della personalità che non si vogliono far conoscere o, viceversa, a mostrarli. Si pensi, ad esempio, al proverbio: “l'abito non fa il monaco”. LA moda italiana è considerata una delle più importanti del mondo, insieme a quelle di Francia, Stati Uniti d'America, Gran Bretagna e Giappone. La moda è sempre stata una parte importante della cultura italiana. I centri principali della moda italiana sono Milano, Roma e Firenze. Nel 2009 Milano veniva considerata la capitale della moda. La maggior parte delle grandi firme della moda italiana, come Valentino, Versace, Prada, Armani, Moschino e Dolce & Gabbana hanno sede a Milano. Sono presenti in città anche numerose boutique di case di moda internazionali, come, Louis Vuitton, H&M ecc. Due volte all'anno, a Milano si tiene la settimana della moda. L'area dove la moda milanese è maggiormente presente in via Monte Napoleone, Manzoni , corso Venezia ecc. Anche Roma è considerata una capitale della moda, anche se di minor importanza rispetto a Milano. Importanti case di moda di lusso e gioielli, come Bulgari, Fendi, Gattinoni, Renato Balestra, Laura Biagiotti e Brioni hanno sede o sono state fondate a Roma. Inoltre, altre grandi etichette internazionali come Chanel, Dior, Prada, Dolce & Gabbana, Gucci, Armani e Versace hanno boutique di lusso a Roma, soprattutto lungo la celebre via dei Condotti. Ormai quasi tutti gli adolescenti seguono la moda o almeno provano a seguirla. Solitamente la moda viene dettata dagli stilisti o dalle persone famose. Indossando un nuovo capo o un vestito di un particolare colore, catturano l' attenzione dei giovani e in qualche modo cercano di dettare la moda e di farla seguire agli altri. Nell’epoca in cui viviamo la moda coinvolge quasi tutti gli ambiti social, ma si è espressa maggiormente nella sfera del vestire. manifestandosi soprattutto tra i giovani. Oggi essere alla moda, per i ragazzi è uno dei fattori principali e non è così solo per loro ma anche per gli adulti.Vestirsi e truccarsi è sicuramente un modo per farsi notare. Guardando come si vestono i ragazzi di oggi si capisce quali sono i loro gusti e le loro tendenze: pantaloni stretti, leggins alla moda non solo in tinta unita ma spesso con disegni e fiorellini, magliette lunghe con facce di miti o di cartoni animati, sciarpe lunghe e foulard, felpe, cinture di ogni genere e, per i maschi, pantaloni a vita bassa e capelli con la cresta, ma anche pirsing e brillantino al dente. Una delle mode più diffuse è portare le scarpe slacciate e far apparire vistosamente la linguetta come nelle All Stars, nelle Nike o nelle Adidas ma si usano anche stivali con frange e tacchi a spillo molto alti. I gioielli sono un accessorio molto importante che completa e arricchisce l’ abbigliamento, la moda prevede per le ragazze anelli e collane con diamanti sintetici e con pendagli colorati e orecchini per lo più lunghi . Vanno di moda anche le unghie smaltate con colori in prevalenza spenti, ma anche decorate con disegni, brillantini e, soprattutto, fatte con il french, un sistema che evidenzia la parte finale dell’unghia. Infine non possono mancare le borse, piccole o grandi, spesso morbide e con le frange ma anche simpatiche e colorate come quelle di Camomilla o le Pinko Bag. Insomma la moda di oggi è un mix di marche diverse, eleganti e sportive mischiate tra loro, che esprime la voglia di essere comodi ma, al tempo stesso, attenti al proprio look.

immagini di moda Fig. 1: immagini di moda moda Fig. 1: moda

Martina G.


BAR (PUBBLICO ESERCIZIO):

Il bar è un esercizio pubblico in cui si sosta brevemente per consumare bevande, dolci e cibi leggeri stando in piedi, o seduti su alti sgabelli, presso il bancone di mescita che separa gli avventori dal personale di servizio; può anche far parte di alberghi, teatri e uffici. La persona adibita a svolgere il lavoro nel bar viene detto barista, il quale può aver seguito dei corsi o essere capace di eseguire il lavoro per semplice esperienza.

bar

ETIMOLOGIA DEL TERMINE:

Il termine bar deriva da una contrazione del termine inglese “barrier”, cioè sbarra. Infatti, all'epoca della prima colonizzazione dell'America del Sud, l'angolo riservato alla vendita degli alcolici, nelle osterie o nelle bettole, era per l'appunto diviso dal resto del locale da una sbarra. Da ciò deriva l'uso del termine “bar” sia per intendere l'angolo in cui i liquori vengono serviti e consumati, sia il locale stesso. Altre fonti indicano che il termine derivi dalla contrazione del termine “barred” (che significa “sbarrato”), in quanto nel XIX secolo, nei periodi in cui in Inghilterra era proibita la vendita di bevande alcoliche, sulle porte degli spacci venivano inchiodate delle assi sulle quali questa parola veniva pennellata in calce. Entrambi i termini sono di derivazione latina, basso latino “barra”. Non è da scartare poi l'ipotesi secondo la quale l'uso nell'italiano derivi dal fatto che al bancone del bar erano tradizionalmente presenti (e lo sono tuttora in alcuni locali) due barre, generalmente di ottone: una per i piedi, l'altra per il braccio o il gomito.

TIPI DI BAR:

AUSTRALIA:

In Australia, si ha una tradizionale suddivisione tra “public bar”, frequentati da uomini, e “lounge bar”, frequentati invece da donne. Tuttavia tale distinzione è ormai venuta a mancare negli anni, con la conversione dei “lounge bar” in locali dediti al gioco del poker.

GRAN BRETAGNA:

In Gran Bretagna, con il termine “bar” si intende solitamente riferirsi ai wine bar, enoteche. I locali dediti alla vendita di bevande alcoliche sono invece i pub.

ITALIA:

In Italia con il termine “bar” si intende un locale in cui vengono serviti e consumati analcolici e alcolici oltre a caffè e altri prodotti di caffetteria, cibi dolci come cornetti e altre paste per la colazione, e salati come panini e pizzette per il pranzo. Nella cultura italiana come uno dei principali punti di ritrovo, soprattutto nelle ore diurne e pre-serali. È possibile trovare dei bar “all'italiana” all'estero, soprattutto nei quartieri italiani delle grandi metropoli straniere. Nei paesi di lingua inglese, l'equivalente del nostro “bar” è più o meno associabile al termine café (o caffè in italiano). Per aprire un bar è necessario ottenere un'autorizzazione amministrativa.

Bar a Firenze

STATI UNITI:

Negli USA, il termine “bar” identifica locali dediti alla vendita e consumazione di bevande alcoliche. In particolare, vi è una suddivisione tra i beer bars, dediti alla vendita esclusiva di birra e, al più, vino e bevande analcoliche, e liquor bars, che invece arrivano anche a vendere superalcolici. Per tali bevande è obbligatoria la consumazione direttamente sul posto, per via delle restrittive leggi statunitensi sul consumo di alcolici all'aperto. Un particolare tipo di bar, reso famoso dai film western, è il saloon, caratterizzato dalle tipiche porte oscillanti, stanze normalmente di legno, e un bancone.

TIPOLOGIE DI BAR:

AMERICAN BAR

barista all'opera

BARISTA:

Il barista (in inglese barman, in inglese americano bartender) è una figura professionale che lavora nei bar occupandosi della preparazione dei cocktail, lasciando ad altre figure specializzate (banchisti bar) la preparazione della caffetteria e il servizio analcolici.

DIFFERENZE:

Il barman è una figura classica che mescola bevande alcoliche secondo tecniche tradizionali utilizzando misurini. E segue la ricercatezza del cocktail, i profumi, il sapore. È una figura che troviamo nei Grandi Hotel, nei cocktail bar, nei lounge bar.

  • il bartender: prepara cocktail utilizzando tecniche moderne. La sua misura degli alcolici è basata su un sistema di conteggio verbale (freepouring di 1 livello) associato a una serie di prese delle bottiglie a 2-3-4-5-6 che gli permettono di velocizzare la costruzione del singolo cocktail; inoltre conosce tecniche di Speedhttp://it.wikipedia.org/wiki/Speed_Round_%28barman%29 Round che gli permettono di poter lavorare da solo servendo molte persone. È una figura professionale che troviamo nelle discoteche, nei pub, nei grandi eventi dove l'affluenza delle persone richiede maggior velocità.
  • Japanese Bartender: figura alternativa al barman classico e al bartender americano.

IL PERSONALE DEL BAR E LE VARIE FIGURE PROFESSIONALI:

Capo barman (responsabile del bar): Ottime doti di organizzazione e gestione del luogo dove lavora, oltre al fatto di saper valutare la condotta dei dipendenti.

  • Primo barman: ha il compito di curare l'area del banco bar e il rifornimento dello stesso. La conoscenza della lingua straniera (almeno una) è fondamentale.
  • Secondo barman: figura importante perché in grado di sostituire, se necessario, il primo barman. Per cui deve disporre delle sue competenze, saper svolgere le sue funzioni ed avere eguali responsabilità.
  • Cameriere ai tavoli: sa parlare almeno due lingue,dispone di una buona cultura generale, sa ascoltare I clienti e sa proporre e vendere i prodotti al tavolo. È un ottimo ascoltatore discreto: solo lui può intuire se un cocktail riscontra successo oppure no, contribuendo quindi con suggerimenti e consigli, alla buona riuscita del locale.
  • Bar Manager: ha la massima esperienza in fatto di gestione di locali; lavora all'interno di un ufficio, provvede a bilanciare i ricavi del locale.

COCKTAIL PIÙ FAMOSI:

  • Nome Cocktail: Alexander Tipologia: classico Ingredienti: Gin, Panna, Crema di Cacao, Noce Moscata

Tipologia: classico Ingredienti: Martini Rosso, Bitter Campari, Soda

Tipologia: classico Ingredienti: Vodka - Pomodoro

Nome Cocktail: Campari Orange Tipologia: classico Ingredienti: Bitter Campari, Succo di arancia

Nome Cocktail: Cocktail di Gamberi Tipologia: classico Ingredienti: Gamberi, Maionese, Ketchup, Brandy, Cognac, Worcester

Nome Cocktail: Cuba Libre Tipologia: classico Ingredienti: Rum Bianco - Cola

Nome Cocktail: Daiquiri Tipologia: classico Ingredienti: Rum bianco - Lime - Zucchero

Nome Cocktail: Long Island Ice Tea Tipologia: classico Ingredienti: Gin - Vodka - Rum - Tequila - Cointreau

Nome Cocktail: Manhattan Tipologia: classico Ingredienti: Bourbon Whiskey - Vermouth dolce - Angostura

Nome Cocktail: Margarita Tipologia: classico Ingredienti: Tequila - Cointreau - Limone

Nome Cocktail: Martini Dry Tipologia: classico Ingredienti: Gin - Vermouth dry

Nome Cocktail: Pina Colada Tipologia: classico Ingredienti: Rum Bianco - Cocco - Ananas

Nome Cocktail: Sex on the Beach Tipologia: classico Ingredienti: Vodka - Vodka Pesca - Succo di Arancia - succo di Ananas

Nome Cocktail: Tequila Cocktail Tipologia: classico Ingredienti: Tequila - Porto - Lime

Nome Cocktail: Vodka Tonic Tipologia: classico Ingredienti: Vodka, Acqua Tonica

Marika M.


Musica cinese

Antonio
Mi chiamo Antonio, frequento il quarto anno dell'istituto Vegni delle Capezzine di Cortona. Il mio tempo libero lo passo andando in bici, ascoltando la musica o giocando con i miei amici Jonathan o con Alberto. Ultimamente mi sto interessando alla musica cinese perché ho incontrato una cinese, Uemil, che va a scuola a Montepulciano e frequenta lo scientifico. E' stata lei a farmela conoscere, per me è molto bella. Ho iniziato ad ascoltarla sei mesi fa con il mio amico Jonathan su You Tube e quando la ascoltiamo ci divertiamo da pazzi.

Nell’antica Cina, la musica ebbe un posto di notevole importanza, non solo nelle cerimonie religiose e civili ma anche nel ruolo educativo dei giovani. Si afferma: “la musica nasce nel cuore dell’uomo. Quando il cuore è commosso da cose esterne, la sua emozione si traduce con il tono della voce”.

Un noto proverbio cinese dice: “Se vuoi sapere se un Paese è ben governato, ascolta la musica”. Leggendo i libri classici cinesi si può notare come la musica dei tempi leggendari appare divisa in due filoni orchestrali. Uno intimamente legato alla vita della corte imperiale con un’orchestra formata da Sheng (una specie di organo a bocca), da Qin (un salterio da tavola con 7 note) e altri strumenti per accompagnare il canto. Il secondo filone, invece, formato da complessi musicali con strumenti come tamburi, campanelli, cimbali che accompagnavano alcuni aspetti della vita religiosa e militare. Sotto la dinastia Tang (618-907 d.C.), in conseguenza dei contatti avuti con i popoli dell’India, della Mongolia e del Tibet, il patrimonio strumentale e musicale cinese si arricchisce in modo notevole. Tuttavia solo con le dinastie Song del Nord e del Sud, la musica classica cinese raggiunge il suo apogeo. Nel periodo Ming (1368-1644), la musica strumentale, soprattutto nelle esecuzioni del Qin, raggiunge virtuosismi difficilmente superabili.

La musica cinese è ritenuta di origine divina, durante la dinastia Zhou (1122 a.C.-256 a.C.) aveva un ruolo importante all'interno dei riti e delle rappresentazioni divine cinesi. Associata alla danza, essa accompagnava i cerimoniali religiosi collegati alla natura e alle tappe fondamentali della vita umana, infatti nelle corti degli imperatori non dovevano mancare mai le danze soprattutto nei momenti di celebrità o dei riti religiosi,

Si riconosceva alla musica la capacità di agire sull'individuo condizionandone i comportamenti in senso positivo o negativo; il filosofo Confucio (551-479 a.C.) espresse opinioni molto simili a quelle che, nel V secolo a.C., il greco Damone divulgava ad Atene, soprattutto riguardo alla necessità di un attento controllo statale sulla diffusione dei repertori musicali.

Gli strumenti erano divisi in otto gruppi determinati dal materiale di costruzione: l'argilla, la pietra, il legno, il bambù, la seta, il metallo la zucca e la pelle. Nel corso della dinastia Han (206 a.C.-233 d.C.) si stabilì l'altezza di un “suono fondamentale”, detto hoang-čong (campana gialla), capace di costituire un riferimento fisso per l'intonazione e corrispondente al nostro Mi (per alcuni etnomusicologi al nostro Fa). Venne inoltre creato l'Ufficio imperiale della musica, col compito di raccogliere tutto il materiale musicale e gli studi di carattere acustico.strumento tradizionale  musicista cinese

Antonio N.


Il calcio: squadra Milan

Nicolò
Ciao sono Nicolò Sangermano ho 18 anni abito a Torrita di Siena. Frequento la 4ª dell'Istituto Caselli di Montepulciano. La mia passione è il gioco del calcio e sono tifoso della squadra del Milan da quando avevo 5 anni. Il mio tifo per questa squadra è aumentato nel 2007 quando abbiamo vinto la Champions League e nel 2011 abbiamo vinto il 18° scudetto. I giocatori che mi hanno più entusiasmato sono stati: Paolo Maldini e Filippo Inzaghi.

L'Associazione Calcio Milan S.p.A., nota semplicemente come Milan è una società calcistica italiana con sede nella città di Milano, fondata il 16 dicembre 1889. La squadra milita nella Serie A del campionato italiano di calcio, dove ha giocato per la seconda squadra al mondo per numero di titoli internazionali conquistati (18, a pari merito con il Boca Juniors ed il Real Madrid e dietro all'Al-Ahly che ne ha vinti 20), tra cui 3 Coppe Intercontinentali (primato mondiale), una Coppa del mondo per club, 5 Supercoppe europee (primato europeo), 7 Coppe dei Campioni/Champions League e 2 Coppe delle Coppe (entrambi primati italiani e figura all'undicesimo posto (prima italiana) della graduatoria continentale dell'UEFA, stilata sulla base dei risultati ottenuti nelle competizioni europee nell'ultimo quinquennio. Se in ambito internazionale è la squadra italiana con più successi e la prima ad aver vinto la Coppa dei Campioni (nel 1962-1963), in ambito italiano il Milan è il terzo club più titolato dopo la Juventus (prima) e l'Inter (seconda), avendo vinto 18 scudetti, 5 Coppe Italia e 6 Supercoppe italiane (quest'ultimo record a pari merito con la Juventus). Complessivamente, con 47 trofei ufficiali vinti, è il secondo club più titolato dietro alla Juventus. È inoltre una delle due squadre ad aver vinto il campionato italiano a girone unico senza subire sconfitte (nel 1991-1992,[22] l'altra è stata la Juventus nel 2011-2012[23]). Pressoché stabilmente: dalla sua introduzione nella stagione 1929-1930, infatti, ha partecipato a 80 campionati di Serie A a girone unico su 82. L'Associazione Calcio Milan è una società del Gruppo Fininvest dal 1986. La carica di presidente del club è vacante dall'8 maggio 2008, in quanto l'assunzione dell'incarico di preside. Al termine della stagione 1985-1986 la situazione precipitò nuovamente: a seguito di alcune ispezioni della Guardia di Finanza la società risultò fortemente indebitata e a rischio fallimento. Fu l'imprenditore milanese Silvio Berlusconi a rilevare la squadra dal presidente Farina il 20 febbraio 1986 e a ripianare il deficit economico. Le ambizioni di successo del nuovo presidente furono confermate da una campagna acquisti finalmente all'altezza del blasone rossonero: arrivarono Donadoni, Bonetti, Galderisi, Massaro e Galli.[58] Dopo una prima stagione di transizione che vide l'esonero di Nils Liedholm e il quinto posto finale, nel 1987 il Milan scelse di puntare sul giovane tecnico Arrigo Sacchi. Ai campioni già presenti in rosa si aggiunsero i due fuoriclasse olandesi Marco van Basten e Ruud Gullit (Pallone d'oro 1987). Sacchi, dopo un inizio difficile, guidò la squadra ad una rimonta sul Napoli sino alla vittoria finale. Il successo in campionato fu il preludio ad un triennio d'oro in cui i rossoneri si aggiudicarono due Coppe dei Campioni (1989, 1990), due Supercoppe europee (1989, 1990), due Coppe Intercontinentali (1989, 1990) e una Supercoppa italiana (1989). Il Milan di Sacchi, ispirato al calcio totale, rivoluzionò la pratica e la mentalità calcistica.Durante la presidenza del Consiglio dei ministri da parte di Silvio Berlusconi si è dimesso dalla massima carica sociale del Milan. Il vice presidente vicario e amministratore delegato della società è Adriano Galliani e dal 2012 lo stesso Berlusconi è presidente onorario del club.

Al termine della stagione 1985-1986 la situazione precipitò nuovamente: a seguito di alcune ispezioni della Guardia di Finanza la società risultò fortemente indebitata e a rischio fallimento. Fu l'imprenditore milanese Silvio Berlusconi a rilevare la squadra dal presidente Farina il 20 febbraio 1986 e a ripianare il deficit economico. Le ambizioni di successo del nuovo presidente furono confermate da una campagna acquisti finalmente all'altezza del blasone rossonero: arrivarono Donadoni, Bonetti, Galderisi, Massaro e Galli. Dopo una prima stagione di transizione che vide l'esonero di Nils Liedholm e il quinto posto finale, nel 1987 il Milan scelse di puntare sul giovane tecnico Arrigo Sacchi. Ai campioni già presenti in rosa si aggiunsero i due fuoriclasse olandesi Marco van Basten e Ruud Gullit (Pallone d'oro 1987). Sacchi, dopo un inizio difficile, guidò la squadra ad una rimonta sul Napoli sino alla vittoria finale. Il successo in campionato fu il preludio ad un triennio d'oro in cui i rossoneri si aggiudicarono due Coppe dei Campioni (1989, 1990), due Supercoppe europee (1989, 1990), due Coppe Intercontinentali (1989, 1990) e una Supercoppa italiana (1989).[59] Il Milan di Sacchi, ispirato al calcio totale, rivoluzionò la pratica e la mentalità calcistica.

TUTTI I CAPITANI DEL MILAN

Herbert Kilpin (1899-1907)
Gerolamo Radice (1908-1909)
Guido Moda (1909-1910)
Max Tobias (1910-1911)
Giuseppe Rizzi (1911-1913)
Louis Van Hege (1913-1915)
Marco Sala (1915-1916)
Aldo Cevenini (1916-1919)
Alessandro Scarioni (1919-1921)
Cesare Lovati (1921-1922)
Francesco Soldera (1922-1924)
Pietro Bronzini (1924-1926)
Gianangelo Barzan (1926-1927)
Abdon Sgarbi (1927-1929)
Alessandro Schienoni (1929-1930)
Mario Magnozzi (1930-1933)
Carlo Rigotti (1933-1934)
Giuseppe Bonizzoni (1934-1936)
Luigi Perversi (1936-1939)
Giuseppe Bonizzoni (1939-1940)
Bruno Arcari (1940-1941)
Giuseppe Meazza (1941-1942)
Giuseppe Antonini (1942-1944)
Paolo Todeschini (1944-1945)
Giuseppe Antonini (1945-1949)
Andrea Bonomi (1949-1952)
Carlo Annovazzi (1952-1953)
Omero Tognon (1953-1954)
Gunnar Nordahl (1954-1956)
Nils Liedholm (1956-1961)
Francesco Zagatti (1961)
Cesare Maldini (1961-1966)
Gianni Rivera (1966-1975)
Romeo Benetti (1975-1976)
Gianni Rivera (1976-1979)
Albertino Bigon (1979-1980)
Aldo Maldera (1980-1981)
Fulvio Collovati (1981-1982)
Franco Baresi (1982-1997)
Paolo Maldini (1997-2009)
Massimo Ambrosini (dal 2009-2014)
Riccardo Montolivo(2014)

GIANNI RIVERA

Gianni Rivera

Gianni Rivera nasce ad Alessandria il 18 agosto del 1943. Calciatore di fama mondiale, poi anche politico italiano, è passato alla storia per essere stato il primo calciatore italiano ad aver vinto il Pallone d'Oro, nel 1969: il più ambito riconoscimento individuale che si assegna ad un giocatore di calcio.

Il “bambino d'oro”, o “golden boy”, come lo soprannomina subito il grande giornalista sportivo Gianni Brera, si mette subito in luce nelle fila della squadra della sua città, l'Alessandria, dov'è cresciuto sin dalle giovanili.

FRANCO BARESI

Baresi

Franco Baresi è stato il calcio allo stato puro, illustrato nel gesto tecnico, nella carica agonistica, nella classe e nella corsa, nel lancio e nel tackle. Una sorta di manuale che si apriva invariabilmente a ogni fischio dell’arbitro, il cuore sempre pronto a lanciarsi oltre l’ostacolo, il pallone accarezzato ma anche l’avversario spazzato via, secondo quell’armonia di arte e cattiveria che rappresenta il cuore autentico del football.

Nato a Travagliato in provincia di Brescia l'8 maggio del 1960, inizia a giocare nell'USO, unione sportiva oratorio, del suo paese sia come terzino che come stopper. Ha un fratello, Beppe, di due anni più vecchio, che gioca nelle giovanili dell'Inter e vive nel pensionato nerazzurro di viale Famagosta a Milano. E' proprio l'Inter che nel maggio del 1974 lo boccia in un provino. “Devi crescere, magari torni il prossimo anno”. Uno dei capi del settore giovanile interista è Italo Galbiati che assiste con aria severa al provino. Possibile che proprio l'Italo, naso fino, uomo di calcio, si sia sbagliato? Che non abbia capito cosa gli stava passando davanti? Difficile. La stagione successiva Italo Galbiati passa al Milan e lo manda a chiamare. Nuovo provino, stavolta a Milanello. Una partitella da terzino: non basta. E' visionato anche come libero. Bene, lo prendono. E' alto 1,64 e qualcuno storce il naso. Crescerà? Mah, possibile. Ma non oltre il metro e settanta. Il Milan lo compra per un milione e mezzo di lire e una clausola: “Vi diamo un milione per ogni centimetro in più se va oltre il metro e settanta”. Franco arriva a 1,76. La promessa è stata onorata? Franco sorride: “Non lo so…”.

PAOLO MALDINI

Paolo Maldini Nato il 26 giugno 1968 a Milano, Paolo Maldini è una delle colonne portanti del Milan, pilastro irrinunciabile, bandiera della squadra milanese che sotto la sua protezione, ha conquistato, fra coppe e scudetti, i più importanti traguardi calcistici pensabili per un club.

Vero e proprio figlio d'arte, il padre è il famoso Cesare (famoso anche per una memorabile caricatura che gli ha dedicato il comico Teo Teocoli), ex commisario tecnico della Nazionale italiana. Ma non solo. Cesare Maldini ha anche un glorioso passato alla spalle, essendo stato, tra gli anni 50 e 60, anch'egli grande difensore rossonero, conquistando quattro scudetti, una Coppa dei Campioni e una Coppa Latina.

Paolo dunque non poteva trovare esempio migliore e terreno più proficuo per coltivare il suo talento. Talento che ha dimostrato ampiamente, addirittura superando il pur brillante genitore.

S. Siro

Nicolò S.


Il Canto

Mi sono interessata al canto sin da piccola, perché mia mamma suonava il pianoforte e io l'accompagnavo con la voce cantando canzoni russe. Ho sempre cantato, ma ho preso lezioni di canto solo dallo scorso anno, inizialmente a Bastia Umbra poi a Sinalunga. Ho fatto un saggio a Bastia cantando la canzone dei Dear Jack “Domani è un altro film”. Ad Aprile ho fatto il provino di X-Factor a Siena e l'ho superato, il secondo sarà a Milano ma non potrò andare. Il saggio finale del corso, sarà il 6 giugno al Teatro Ciro Pinzuti alle ore 21. Aspetto tutti i miei compagni e parenti.

Tecnica

La tecnica del canto è quell'insieme di accorgimenti, appresi con l'allenamento e lo studio, necessari ai cantanti professionisti per evitare gravi danni alla laringe e alle corde vocali e per ottenere una voce timbricamente gradevole, potente e con un'ampia gamma cantabile, cioè un'estensione dalla nota più bassa alla più alta in cui il timbro sia omogeneo e l'intonazione corretta e stabile. Tutti, più o meno, possono cantare una canzone. Molti di meno invece riescono a cantare più canzoni di seguito, anche semplici: dopo qualche minuto un cantante improvvisato comincerà a sentire mal di gola, e la sua voce inizierà a farsi roca e sfiatata; se nonostante tutto continua a cantare, di lì a poco si ritrova afono, e corre il rischio di procurarsi un edema alle corde vocali. Questo accade perché, istintivamente, il cantore di cui sopra usa la sua voce come se parlasse. Ma l'uso della voce che si fa normalmente, sebbene sufficiente allo scopo di parlare, impone alle corde vocali delle sollecitazioni troppo forti nel caso del canto: per poter cantare per ore senza danni, senza sforzo e con una voce sempre gradevole, il cantante deve reimparare ad usare la sua voce in modo nuovo, attraverso lo studio, l'allenamento e l'autoosservazione.

La voce impostata

I cantanti, viceversa, hanno bisogno di usare la voce a lungo e a volume molto alto, anche se mai forzato: il meccanismo istintivo di fonazione, per loro, non è più sufficiente. Il sistema di fonazione usato nel canto classico (ma in parte anche nel teatro di prosa) è la cosiddetta impostazione o voce impostata: si tratta di sfruttare una o più delle cavità orofaringee, craniche e tracheali come cassa di risonanza, secondo il principio sfruttato in molti strumenti musicali a corde, creando così un secondo sistema oscillante accoppiato con quello delle corde vocali. potremmo collegare ciò con i dinosauri erbivori, esempio i becchi d'anatra, visto che hanno una cassa di risonanza più lunga di un metro che favoriva all'attrazione sessuale tra maschio e femmina. inoltre era un ottimo campanello di allarme ed' era più tenore di un allarme anti-nebbia. Favoriva anche a spaventare i predatori quali il T-Rex e come difesa del territorio ma torniamo a noi. Per fare questo sono necessari due requisiti: sostenere durante il suono, in espirazione dai polmoni, un flusso d'aria continuo e maggiore del normale: da qui l'importanza fondamentale del controllo della respirazione e dei muscoli coinvolti (diaframma e muscoli addominali) e di tenere la cassa toracica il più possibile aperta, per espandere al massimo i polmoni; imparare, con l'autoosservazione e l'aiuto di un maestro, a modellare gola, palato, lingua e labbra per mantenere la risonanza al variare della nota che si sta cantando. In questo modo le corde vocali devono soltanto iniziare e poi regolare una vibrazione che si autosostiene, sorretta dalla pressione dell'aria in arrivo dai polmoni. Posizione e apnea sono due elementi fondamentali e simultanei dello stesso processo che è il canto cosiddetto “sul fiato” o “appoggiato”, tramite il quale la voce risulta, a chi ascolta, raccolta “in maschera”, vale a dire con una risonanza atta ad ottenere il massimo volume con il minimo sforzo, e il suono sembra letteralmente “galleggiare”.

La giusta "posizione"

si ottiene tramite un controllo mentale costante della sorgente sonora sulle corde, al fine di mantenere larga la gola, senza mai spostare il suono ad esempio avanti nel volto o nel naso (falso concetto di canto nella maschera), cose che comportano in realtà una risalita immediata del diaframma, una chiusura della gola, una contrazione muscolare, e che si verifica ad esempio quando si grida o si canta male, anche la musica leggera, o quando si produce un suono muto forzato nel naso. L'apnea consente invece di trattenere il fiato grazie al gioco della cintura muscolare costale e addominale, frenando la risalita del diaframma: attraverso l'azione simultanea di queste due spinte contrastanti, si realizza il perfetto appoggio del suono. Le corde vocali entrano allora in vibrazione senza dispersione di fiato (corde “basculanti”, laringe abbassata e muscoli del collo rilassati), lo stesso suono dà al cantante la sensazione di essere decisamente “agganciato” alle corde per tutta la lunghezza della frase da cantare. È un'operazione delicata e lunga, spesso frutto di anni, che si raggiunge più con esercizi sul “piano” che sul “forte” o sul “mezzoforte”. La giusta posizione e l'aggancio sul fiato permettono di rinforzare o diminuire l'intensità del suono sulla stessa apnea, senza mai spostare né la posizione (che sarà molto bassa nella gola) né la risonanza “in maschera” (che sarà molto alta nella testa): è la cosiddetta messa di voce, vera prova del nove della voce correttamente impostata. Si parla, per indicare lo stesso metodo, anche di “gola aperta”, ma si tratta anche in questo caso di una terminologia gergale, che non corrisponde affatto a una banale apertura della gola tramite il fiato né in inspirazione né tantomeno in espirazione. Per “gola aperta” si intende invece l'emissione di un suono che, tramite la tecnica dell'appoggio, risuoni subito “in maschera”: essa può essere raggiunta più facilmente con suoni “chiusi”, ad esempio le vocali I o E, o addirittura con il muto. È in quella stessa posizione vibratoria che poi andranno messe tutte le altre vocali, fino alla A, certo la più difficile da sostenere col solo fiato. Analogamente per gli acuti, il loro corretto raggiungimento, al fine di emettere suoni ricchi di armonici, morbidi, e se necessario in piano o in pianissimo, si ottiene mantenendo la stessa posizione di gola mentre si sale, e facendo stirare maggiormente le corde col solo aiuto del meccanismo respiratorio costale-diaframmatico (in pratica continuando ad allargare le costole mentre queste tendono a chiudersi), senza far intervenire muscoli del collo o facciali. L'apertura lievemente più ampia della bocca sarà solo una conseguenza della maggiore ampiezza di suono interno, che induce a mollare la mandibola, ma non è affatto con la bocca più aperta che si ottiene l'acuto, bensì con una maggiore pressione e allargamento interno del suono sul fiato. Cantando con la voce impostata si avverte sempre una sensazione di vibrazione, che può variare a seconda della particolare cavità che sta risuonando: normalmente è localizzata alla radice del naso, ma può anche essere nella fronte per i suoni più acuti, oppure nel petto per le note più gravi. Si può anche sentire il suono “correre” lungo il palato e premere contro gli incisivi superiori. Viceversa, le corde vocali “scompaiono” quasi, e se la tecnica è corretta non si hanno sensazioni particolari a livello delle stesse, che sono molto poco sollecitate: anzi, capita spesso che dopo aver cantato mezz'ora o più con voce impostata ci si senta la gola perfettamente riposata e fresca, pronta a ricominciare. È anche per questo che i grandi cantanti d'opera, prima di uno spettacolo, cantano buona parte dell'opera chiusi nei loro camerini

L'articolazione delle parole

Cambiando il sistema di emissione del suono, cambia anche il modo di articolare le parole. Come abbiamo visto, la voce impostata si basa sulla risonanza e su un flusso costante d'aria: perciò è semplice emettere le vocali (tranne la a, che essendo molto aperta rende difficile mantenere la risonanza) e relativamente semplice emettere le consonanti sonore (m, n, b, …). Diventa invece problematica l'emissione delle consonanti sorde (t, f, p, …): la pronuncia di queste consonanti implica infatti l'interruzione del flusso d'aria, che, se compiuta bruscamente come nella pronuncia normale, provoca un durissimo contraccolpo che rischia di danneggiare seriamente le corde vocali, le quali devono assorbire tutta l'energia accumulata nella cavità risonante (chiusa dall'altro lato dai denti e dalla lingua). Per questo la pronuncia delle consonanti sorde nel canto è in realtà una non pronuncia: per esempio la c si pronuncia alla toscana, come una specie di h; la t si elide, interrompendo l'emissione del suono per un attimo ma senza accostare la lingua ai denti; la r si pronuncia sempre all'italiana, mai alla francese. Una misura della bontà della tecnica di un cantante è quanto bene riesce a far capire il testo del pezzo mentre canta. pentagramma

Quello che vedete nell’immagine è un pentagramma con le rispettive note. Il pentagramma è composto da 5 linee. Mentre il pentagramma serve per assegnare l’altezza ad ogni nota, per assegnare una durata ad ogni nota possiamo utilizzare le seguenti figure che corrispondono a semibreve, minima,semiminima, croma, semicroma, biscroma e semibiscroma. Ognuna di queste figure corrispondono ad una durata. Ad esempio tenendo presente il battito di un metronomo o meglio ancora di un orologio, la semibreve indica una durata di 4 secondi, la minima indica una durata di 2 secondi e la semiminima invece indica una durata di un secondo.

Tecniche che Coinvolgono Tutto il Corpo

  • Mantieni una postura corretta. Perché l'aria possa fluire nel migliore dei modi e, di conseguenza, anche il suono della voce sia migliore, devi avere una postura corretta, sia quando stai seduto sia quando stai in piedi. Immagina una linea che, partendo dalla cima della testa, attraverso la schiena, ti sostiene mantenendoti eretto.

Se sei in posizione eretta, tieni i piedi ben piantati per terra, ad una distanza l'uno dall'altro equivalente alla larghezza delle spalle. Bilancia il peso equamente su entrambe le gambe. Tieni la testa alta e le spalle all'indietro. Ogni parte del tuo corpo dovrebbe essere sulla stessa linea. Se stai seduto, segui le stesse indicazioni ma tieni la schiena lontana dalla sedia, sedendoti verso il bordo.

  • Respira profondamente. Molte persone hanno la cattiva abitudine di usare solo la parte superiore dei polmoni, sebbene ciò impedisca di utilizzare il diaframma e di esprimere appieno le proprie potenzialità.

Se mentre respiri sei teso, la tensione risuonerà nei muscoli delle corde vocali. Respira normalmente, ma fai attenzione a tenere le spalle basse e il torace rilassato. Respira utilizzando l'addome e mantieni tutto il tronco rilassato. Se necessario, metti una mano sullo stomaco per ricordare a te stesso che quella è la parte che dovrebbe muoversi su e giù, non il petto e le spalle. Emetti un sibilo simile a una “s” durante l'espirazione per controllare la quantità di aria che espelli.

Rilassa la mascella. Qualsiasi tipo di tensione nervosa ti impedisce di produrre suoni di qualità. Devi prenderti cura della tua mascella, perché è l'organo dal quale fuoriesce la voce. Massaggia le guance con il palmo delle mani. Esercita una pressione proprio sotto gli zigomi con un movimento rotatorio in senso orario. La mascella dovrebbe aprirsi e rilassarsi spontaneamente, senza che tu le imponga volontariamente di farlo. Ripeti più volte l'esercizio.

Bevi bevande calde. L'acqua ghiacciata letteralmente ammutolisce le tue corde vocali. E' meglio anche evitare la caffeina e la nicotina. Queste sostanze comprimono la gola e diminuiscono le tue capacità vocali. Bevi preferibilmente tè caldo o acqua a temperatura ambiente. Sicuramente ti preme che le tue corde vocali siano lubrificate, ma di certo non vuoi gelarle o bruciarle! Se prediligi il tè, fai attenzione che non sia troppo caldo.

Prima di Iniziare a Cantare

  • Fai delle scale musicali. Non saresti in grado di correre per otto chilometri senza allenamento: allo stesso modo non sperare che le tue corde vocali siano in grado di salire o scendere di tre ottave senza esercizio. Esercitarti con le scale consente alla voce di riscaldarsi gradualmente, fino a raggiungere la sua massima estensione. Inoltre è un esercizio facile da fare, anche da soli.

Se respiri bene e mantieni una postura corretta, sarà più facile raggiungere le note del tuo registro alto. Ad ogni modo cerca di essere paziente e lavora per gradi. Se iniziassi troppo in basso o troppo in alto danneggeresti la tua voce, costringendola a fare cose innaturali.

  • Esercitati con le labbra e con i gorgheggi. Un altro metodo per riscaldare la voce è costituito dai suoni vibrati. I gorgheggi rilassano le labbra e la lingua, coinvolgono la respirazione ed eliminano la tensione.

Gorgheggi prodotti con le labbra: crea un semplice suono stridulo sovrapponendo leggermente le labbra. Prova con diversi suoni consonantici, come la “b” o la “h” aspirata. Procedi lentamente dal tuo registro alto a quello basso, ma non fare nulla di fastidioso o difficile da mantenere. Gorgheggi prodotti con la lingua: prova con la consonante “r”. Metti la lingua dietro i denti superiori ed espira con forza. Mantieni costante l'aria e il suono variando il tono. Ricorda sempre di non forzare troppo la voce.

  • Aggiungi le sirene e i kazoo. Uno dei metodi più divertenti per riscaldare la voce è imitare il suono della sirena e del kazoo. Quando fai la sirena (dovresti iniziare con i toni bassi e procedere verso gli alti) muovi il braccio con un moto rotatorio che segue l'andamento dei toni.

I kazoo si focalizzano sul suono e tendono le corde vocali in modo sano e controllato. Devi far finta che stai succhiando degli spaghetti: tutto qua. Quando espiri, emetti il suono “uuu”: verrà fuori come un ronzio. Mantieni costante il suono e raggiungi i toni alti e bassi della tua estensione. Ripeti più volte l'esercizio.

  • Emetti il suono nasale simile a “mmm”. Questo esercizio aiuta anche a raffreddare la voce, una tecnica spesso dimenticata, ma altrettanto importante. Il suono nasale riscalda la voce senza sforzarla come farebbe il canto.

Sciogli la mascella e rilassa le spalle. Inspira normalmente ed espira emettendo un “mmm”. Vai dai toni alti ai bassi, come se fossi una sirena che sospira. Se senti solletico attorno al naso e alle labbra, hai fatto un buon lavoro. Pubblicità Consigli Bevi molta acqua. Preoccupati che sia a temperatura ambiente. Le bevande fredde restringono le corde vocali. Una voce riscaldata si riprende molto più velocemente dai traumi che ha subito. Dopo circa mezz'ora, fai una pausa. Fai spazio nella tua bocca: ti serve per aumentare la risonanza e rende le vocali più scure. Non bere acqua fredda o latte. Il latte si attaccherebbe alla gola e renderebbe più difficile espellere l'aria. Se devi cantare, non bere latte nelle ventiquattro ore precedenti. L'acqua fredda sarebbe uno shock per le tue corde vocali.

cantante che prende aria anche ai bambini piace cantare

Giulia S.

Cruciverba

cruciverba

Ricette e pensieri

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Questo progetto è stato realizzato al punto paas di Abbadia di Montepulciano nel corso di quattro incontri pomeridiani svoltisi nei mesi di aprile-maggio 2015 e utilizzando esclusivamente software libero.paas Abbadia


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progetti/pensami_grande/2015.txt · Ultima modifica: 07/07/2016 10:21 (modifica esterna)