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Albero delle cartelle




progetti:officinali:aloe:propriet

Proprietà

tratto da http://www.aloedipadreromanozago.it/index.php/gli-antichi-dicevano.html

Aloe arborescens per il sistema immunitario

Da Dioscoride

Due sono i generi del succo condensato. Uno è sabbioso, e sembra essere il sedimento dell'Aloe purissimo (e questo nelle «officine» viene detto Caballinum ). Il secondo è rappreso come carne di fegato (e i «barbari» lo chiamano Succo[ci]trinum ). Scegli una pianta pura che non abbia ombra di difetto, senza sassolini, splendente, rossiccia, friabile, rappresa come carne di fegato, che si liquefà facilmente, di straordinaria amarezza. Rifiuta invece quella scura, difficile da frantumare. L'Aloe ha la proprietà di essere astringente, di conciliare il sonno, di asciugare, di addensare i corpi, di liberare l'intestino e purgare lo stomaco. Bevuto nella misura di due cucchiai in acqua fredda o tiepida arresta le espettorazioni di sangue. Purga l'itterizia preso con tre «oboli» di acqua, oppure nella misura di una dracma. Inghiottito con resina o con acqua, o assunto con miele cotto, libera l'intestino. Nella misura di tre dracme purga perfettamente. Misto ad altri medicamenti purgativi li rende meno nocivi allo stomaco. Disseccato e cosparso, cicatrizza le ferite, e favorisce la cicatrizzazione delle piaghe e le riduce. Specialmente cura i genitali piagati e rimargina i prepuzi feriti degli infanti. Misto con vino passito sana i condilomi e le ragadi anali. Arresta le perdite di sangue provocate dalle emorroidi. Aiuta a cicatrizzare le pipite delle dita. Unito al miele elimina i lividi e le contusioni. Lenisce le irritazioni delle palpebre e i pruriti degli occhi. Calma i mal di testa, applicato alle tempie e alla fronte misto all'aceto con olio di rose. Mischiato al vino ferma la caduta dei capelli. Con miele e vino giova alle tonsille, alle gengive e a ogni ulcerazione della bocca. Si riscalda con le medicine per gli occhi in una pentola pulita e caldissima, quindi si rigira con una spatola perché si scaldi uniformemente. Si lava affinché la parte più sabbiosa si depositi, perché inutile, e si prenda la più leggera e oleosa.

Da Galeno

Questa erba da noi non cresce: e quella che nasce nella Siria maggiore è più acquosa e più debole di efficacia: tuttavia la si può essiccare tanto da far cicatrizzare le ferite. Ma nelle regioni più calde, come la Celesiria e l'Arabia, è molto migliore. Ottima invero quella indiana, il cui succo è quel medicamento da noi importato chiamato aloe, utile a molte cose per la sua secchezza che rimane inalterata. Non è di natura semplice, ma come indica già il gusto, è insieme astringente e amaro. Ma è moderatamente astringente e fortemente amaro. Purga anche il ventre, infatti dai Greci è posto tra i medicamenti che essi chiamano ekthoprolikà , perché favoriscono l'espulsione delle feci. Del resto questa sua doppia capacità è testimoniata dai suoi particolari effetti: è una medicina gradita allo stomaco quant'altra mai, e rimargina le fistole. Risana anche le piaghe che hanno difficoltà a cicatrizzarsi, massimamente quelle situate nell'ano o nei genitali. Sciolto nell'acqua giova anche alle infiammazioni di queste parti del corpo, e nello stesso modo fa rimarginare le ferite. Conviene similmente a chi lo usa anche per le infiammazioni della bocca, delle narici e degli occhi. In conclusione può insieme allontanare e disperdere, mentre a detergere basta quel poco che non sia fastidioso alle piaghe vive.

Da Plinio

La virtù naturale dell'Aloe è di rassodare, densificare e riscaldare leggermente. Viene usato in molti casi e principalmente per sciogliere l'intestino, essendo quasi l'unico tra i medicinali che produca da solo questo effetto. Rafforza anche lo stomaco, a tal punto che nessuna forza contraria lo può danneggiare. Se ne beve una dracma. Ma per l'atonia dello stomaco lo si prende nella misura di un cucchiaio sciolto in due ciati di acqua tiepida o fredda, tre volte al giorno secondo le esigenze. Per scopi purgativi anche più di tre dracme. È più efficace se si assume il cibo dopo aver bevuto il liquido predetto. Frena la caduta dei capelli, se unito a un vino secco ungendo abbondantemente la testa stando al sole. Calma il mal di testa, applicato con aceto e olio di rose. Infuso più annacquato riesce a guarire tutti i malanni degli occhi. In particolare cura i pruriti e la scabbia delle guance, così come le contusioni e i lividi, cosparso con il miele particolarmente quello del Ponto: e le tonsille, le gengive e tutte le piaghe della bocca. Cura le perdite di sangue bevuto nella misura di una dracma con acqua, se sono modeste, altrimenti con aceto. Arresta anche il flusso del sangue da dovunque provenga, preso da solo o con aceto. Inoltre è utilissimo per altre ferite, favorendo la cicatrizzazione. Va cosparso sui genitali piagati, sui condilomi maschili, sulle ragadi anali con vino o con il passito o anche da sola come esige la cura per alleviare o per reprimere. Arresta anche delicatamente l'abbondanza delle emorroidi. Lo si somministra per la dissenteria. E se si fatica a digerire i cibi, lo si beve poco tempo dopo la cena. Così pure per l'itterizia con tre «oboli» di acqua. Per purgare l'intestino lo si assume in pillole con decotto di miele, oppure con resina di terebinto. Elimina il patereccio delle dita. Si lava con le medicine degli occhi, perché si depositi qualunque sabbiosità. Oppure si scalda in una pentola e poi lo si rigira perché si scaldi uniformemente.


Aloe

progetti/officinali/aloe/propriet.txt · Ultima modifica: 07/07/2016 10:23 (modifica esterna)