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Ivan Illich il maestro

Il suo gruppo di Brema si presenta, spiegando il concetto di proporzionalità

di Silja Samerski
Mediterraneo

Siamo una cerchia di una decina di amici che ci siamo conosciuti alle lezioni di Ivan e attorno al tavolo “da spaghetti” di Barbara Duden all'Uni­versità “Penn State” di Brema. Tale cer­chia comprende Johannes Beck, Pro­fessore di Pedagogia e Anne Menk Professore di Linguistica (Università di Brema, Germania). La Professoressa Barbara Duden è uno storico presso l'Università di Hannover (Germania). Constantine Hatzikiriakou è Professore di Matematica presso l'Università di Creta (Grecia). Sajay Samuel è Professore di Ragioneria presso l 'Università del Connecticut e Samar Farage è Professore di Sociologia presso la Penn State University, negli Stati Uniti. Matthias Rieger e Silja Samerski stanno completando le proprie tesi rispettivamente in musicologia e biologia. Lee Hoinacki è filosofo e teologo oltre ad essere un collaboratore di lunga data di Ivan lllich. Al fine di discutere della perdita del senso della proporzione ci siamo incontrati negli ultimi tre anni con compagni di pensiero in Germania, Italia, Stati Uniti e Messico.

Nel corso di tali colloqui, ciascuno di noi in modo peculiare tenta di seguire una linea di indagine stimolata da Illich. Per dire quello di cui ci occupiamo con una parola non abbiamo trovato un termine migliore di “proporzionalità”. Utilizzando questo termine, cerchiamo di recuperare il senso giusto, buono, anche autentico, cattivo in altre epoche. Scavando nella storia, noi cerchiamo di seguire gli itinerari in cui è andata persa tale corrispondenza, il cui senso si è inaridito. Tramite tale ricerca, non inseguiamo un nostalgico revival del passato per contribuire allo spiritualismo new age. Invece, guardando dal passato al presente, speriamo di ottenere un quadro della contemporanea assenza di proporzionalità e delle sue conseguenze sui modi in cui noi percepiamo gli altri e noi stessi.

La relazione “io-tu” è cruciale ai fini della comprensione dalla proporzionalità. Nelle sue lezioni di Brema, lllich ha analizzato questa relazione, senza precedenti nella storia dell'Occidente, con la parabola del buon samaritano. In questa relazione solo una seconda persona, un “tu“ fornisce un orientamento ad un “io”. Secondo Illich, questo atto di rivolgersi liberamente ad un altro era rivoluzionario poiché non era determinato ne dalla comune nascita nella Polis greca, ne dell'essere soggetti al diritto romano, ne dalla paura di un divino legislatore, ne dall'interiorizzazione di norme a livello di coscienza o di imperativo morale. Per decenni, Illich ha sostenuto che, per comprendere due millenni di esistenza occidentàle, sia necessario iniziare dal richiamo cristiano alla fraternità. L'istituzionalizzazione della carità snatura tale richiamo trasformando la fraternità in servizi. Ad iniziare dai ricoveri per i senza tetto del terzo secolo e ben al di là dell'emergere degli ospizi in Francia verso la fine del diciottesimo secolo, le istituzioni di servizio della comunità hanno trasformato il prossimo in clienti. L'emergere dell'economia dei servizi è oramai ben compresa. Ciò che intendiamo chiarire è la trasformazione della sfera sociale che ha avuto luogo nell'ultimo paio di decenni; le istituzioni non assistono più i clienti, ora ne gestiscono i profili.

Il monitoraggio genetico è un esempio estremo di una tale relazione gestita. Nella sessione di consultorio una donna che aspetta un bambino affronta un esperto in gestione dei rischi e nelle statistiche delle distribuzioni cromosomiche. L'esporto le fornisce istruzioni sui dati biologici della concezione o sui rischi che derivano dalla sua fecondazione. Con riferimento alle sue condizioni ed alle relative variabili, il genetista la definisce come membro di una popolazione statistica. Ogni anomalia biologica correlata a tale popolazione ora si presenta come una minaccia nei confronti di lei stessa o del bambino che lei aspetta. Il genetista accentua tali minacce con fotografie di bambini malformati, grafici di Mendel e curve dei rischi. Le viene chiesto di identificare il bambino, il “tu” che lei aspetta come una chimera dalle chance numerate. A questo punto il genetista la rassicura che è sufficientemente informata per prendere una decisione. Come ultima fase del rituale, lei deve adottare una decisione sulla base di tali informazioni. È lei che deve decidere se, sulla base di un profilo statistico del feto preferisce darlo alla luce vivo o morto.

Oggi, esistono numerosi esempi di pressioni esercitate per identificare “te” o “me” con profili di dati. I giudici mandano gli individui in carcere, i medici li dichiarano morti, gli insegnanti li certificano, i manager li pagano, e non sono altro che un composto di dati. I dirigenti manipolano con sempre maggior frequenza il personale affinché sia conforme a determinate caratteristiche precostituite. È in questo ambiente in cui “tu” è divenuto un profilo di dati “tecnogenetico” che noi solleviamo la questione della fraternità.

Nel corso dei prossimi cinque anni desideriamo scoprire le modalità con cui la facoltà di giudizio e la risolutezza sono stati sostituiti da processi decisionali, il modo in cui il discernimento e la responsabilità hanno espulso quello che noi vogliamo coltivare. I nostri diversi background rafforzano la nostra consapevolezza dell'inaridimento della relazione “io-tu”. Sajay Smuel chiarisce come, nella moderna attività di gestione, oggetti tecnologico-scientifici quali stili di vita, risorse umane e qualità della vita, si siano sostituiti alle persone. Focalizzando l'attenzione sul monitoraggio genetico, Silja Samersky descrive le modalità con cui le tecniche di gestione rimodellino l'amore materno. Barbara Duden dimostra in che modo la mal riposta concretezza dell'espressione scientifica “gravidanza a rischio” devasti la costituzione somatica delle donne. In contrasto con la gestione contemporanea degli ammalati Samar Farage indaga sull'intesa, descritta nell'opera Philia, fra medico e paziente nella tradizione galenica. Matthias Kiegar ci fornisce un dettagliato modello del collasso della proporzionalità, attraverso il proprio studio della dissoluzione dell'armonia musicale nel diciottesimo secolo.

Per Kostas Hatzikiriakou, l'identificazione di unità e numero nel diciottesimo secolo è una chiave alla comprensione del modo in cui i valori si sono sostituiti al bene nell'etica.

Siamo nel mezzo di una serie di simposi su tali argomenti. Noi proponiamo i nostri scambi di corrispondenza e i verbali dei nostri incontri ad una più ampia cerchia di lettori, Nel quadro della tradizionale ospitalità di Ivan e Barbara, noi invitiamo amici ed altri al nostro piccolo pensatoio. Invitiamo tutti coloro che desiderano condividere le nostre conversazioni a partecipare ai nostri incontri in qualità di ospiti attorno al tavolo da spaghettate per leggere con occhio critico e contribuire ai nostri scritti.

ILLICH A OAKLAND, USA RESEARCH BY PEOPLE

“We The People”, una fondazione con sede presso l'abitazione del sindaco Brown in 200 Harrison Street, Oakland, è fautrice del recupero delle virtù civiche: il ripristino dalla reciproca fiducia, l'aiuto al prossimo, il rispetto della legge, l'ospi­talità nei confronti di coloro che condu­cono stili di vita diversi e la solidarietà in uno spirito di elogio.

Ad iniziare dall'autunno 2000 una nuova fatica denominata “Research by People” esplorerà le premesse in base alle quali possano essere delegati maggiori poteri ad una egualitaria interazione diretta fra cittadini in quest'epoca di polarizzazione economica senza precedenti, di controlli globali e di gestione di sistemi applicati alla popolazione. Una ampia consultazio­ne sulla possibilità di praticare le virtù in presenza di tali condizioni di crescente timore generato dalla consapevolezza dei rischi ha lo scopo di chiarire i fondamen­ti di un eventuale rinnovamento delle politiche della Giunta Municipale.

Il Sindaco Brown ha chiesto ad un vecchio amico, Ivan Illich, di far condurre tale ricerca “dalla gente stessa” (by) anziche “a favore” (for) della cittadinanza. Ha offerto ospitalità a Ivan e a tutti quei suoi amici con cui per alcuni decenni egli ha analizzato la storia della fraternità in epoche successive di civiche relazioni. Lo scopo di questo colloquio è stato il recupe­ro del sensus communis, senso comune inteso come facoltà che consente al pros­simo di riconoscere che cosa sia confacen­te, appropriato, auspicabile e quindi buono.

La prima sessione di “Research by People” tratterà del conflitto fra lo spazio percepi­to o quello calcolato: gli spazi entro cui i cittadini sentono di volere abitare, dormi­re, spostarsi, giocare e lavorare e quegli “spazi” entro cui si spostano bit e prodot­ti, che i funzionari comunali pianificano, e che gli agenti immobiliari vendono. L'ambiente dalle opportunità e dalle minacce percepite, gli orizzonti e le fosse in mezzo a cui gli individui si rapportano gli uni con gli altri, necessitano di nuovi tipi di considerazione e protezione.

La prima serie di “Research by People” inviterà i partecipanti a vivere, con la propria fantasia, lo spazio delle città anti­che, vecchie, medievali e moderne, il senso di distanza e vicinanza nell'età dei pedoni, degli artigiani, delle ferrovie e delle carrozze. Un'evocazione antropolo­gica e storica degli spazi passati non ha un intento romantico, ma serve a distan­ziarci dalle certezze contemporanee. Mira a fare da contrappeso immaginario alle fredde misurazioni e categorie manage­riali che pregiudicano la rinascita delle Città, quando viene invece lasciata agli esperti.

progetti/illich/articoli/maestro.txt · Ultima modifica: 10/08/2018 19:30 da cesiano